Alfredo 
Terino, contrariamente a quanto fa pensare il suo nome, è un americano, anche se 
di origine italiana. È missionario in Italia, con la moglie Gina, da 37 anni. 
Ora risiede ad Urbino, dove ha fondato e gestisce il Centro "Speranza 
Evangelica", funzionante come biblioteca e luogo di incontro. La sua passione 
non è quella di scrivere, ma è l’evangelizzazione, degli studenti universitari e 
di altri: il sottoscritto è anche un suo frutto. Sono state le circostanze che, 
per due volte, lo hanno costretto ad impegnarsi a fondo in argomenti di elevato 
valore. Il suo primo libro, che tratta l’origine del Pentateuco, lo abbiamo 
segnalato fin dalla nascita del nostro sito ed ora ne pubblichiamo la 
recensione. Del suo secondo libro, invece, ne parliamo per la prima volta, dato 
che lo sta ultimando proprio in questi giorni.   
Al link 
che segue troverete una panoramica delle opere di Terino: i 
libri di Alfredo Terino 
  
   
Il primo 
libro: "L'origine del Pentateuco"  
   
Fernando 
De Angelis.  Quali sono le 
circostanze 
che ti hanno portato a scrivere "L’Origine del Pentateuco"? 
 
Alfredo Terino.  Ho iniziato a 
causa dei miei sei figli che, divenuti adolescenti, sono entrati in contatto con 
cattolici i quali, della Bibbia, davano un'interpretazione molto "elastica". 
Così, per amore dei miei figli e dell'evangelizzazione, ho voluto capire meglio 
cosa pensava la Chiesa cattolica della Bibbia. Mi sono perciò  iscritto all'Istituto Teologico cattolico ad 
Assisi, non lontano da Perugia dove allora risiedevo.  
FDA.  In 
che anno ti sei iscritto? E perché hai deciso di interessarti del 
Pentateuco?  
AT.  Erano gli inizi degli anni Settanta. Durante 
il corso dovevo scrivere una tesina ed ho scelto di farla sui diversi nomi di 
Dio presenti nella Genesi. Mi sono opposto alla teoria di Wellhausen, che 
considera i primi cinque libri della Bibbia come un "collage" di documenti 
diversi. Il professore, un frate francescano studioso dell'Antico Testamento, mi 
ha detto che avevo fatto un buon lavoro, invitandomi però a proporre 
un'alternativa. Ho così proseguito a ricercare ed a scrivere; il materiale 
accumulato è cresciuto ed è diventato il libro "L’Origine del Pentateuco". 
 
FDA.  
Su questo primo libro, quale risposta c'è stata da parte degli italiani, 
lo hanno apprezzato oppure è 
stata una delusione?  
AT.  Non si è avuta una rapida diffusione, ma c'è 
stata una penetrazione costante che ancora continua, soprattutto fra chi ama 
riflettere a fondo sulla Bibbia.  
FDA.  Credo ci vogliano due caratteristiche per 
apprezzare bene il tuo libro: una sufficiente preparazione culturale ed un 
attaccamento alla Bibbia nella sua letteralità.  
AT.  Lo penso anch'io. La preparazione culturale è 
utile; l'attaccamento alla Bibbia, interpretata con criteri che scaturiscono 
dalla Scrittura stessa, è indispensabile.  
   
3.  Il secondo 
libro: un confronto fra Bibbia e mitologia  
   
FDA. 
Venendo al secondo libro, quale titolo gli 
hai dato e quali sono le circostanze che ti hanno spinto a tuffarti un’altra 
volta in un impegno così vasto?   
AT.  Il titolo può ancora cambiare, ma dovrebbe 
essere "Le origini: BIBBIA E MITOLOGIA. Un confronto fra Genesi e mitologia 
mesopotamica". Tutto è cominciato da un dettaglio. Un professore di 
Filosofia è passato davanti al nostro Centro "Speranza Evangelica" e, leggendo 
un poster esposto, ha contestato il modo di citare i passi biblici, dicendo che 
non bisognava scrivere "Giovanni 3:16" (con i due punti in mezzo), ma "Giovanni 
3,16 (con la virgola al posto dei due punti). È iniziato così un dialogo ed 
un'amicizia che sono andati avanti.  
FDA.  Se non sbaglio questo professore è di vedute 
laiche, non è religioso.   
AT.  È vero. Però ha un grande interesse per la 
Bibbia ed ogni anno richiede ai suoi studenti di Antropologia culturale di 
leggere passi della Bibbia, specialmente della Genesi. Mi ha anche chiesto di 
preparare una relazione da esporre ai suoi studenti e proprio questo mi ha 
spinto a prepararmi ed a prendere appunti, anche se la relazione poi non l'ho 
tenuta. Gli studenti hanno spesso il primo impatto con la Bibbia per mezzo di 
professori non credenti: questo mi dispiace e spero che il mio lavoro possa 
essere per loro d'aiuto.  
FDA.  Credo che sarà utile non solo agli studenti, 
ma ad ogni amante della Bibbia. C'è un rinnovato interesse per la Parola di Dio, 
però non c'è un'informazione obiettiva ed i tuoi libri sono gli unici che, a 
quel livello, contrastano una veduta evoluzionista della Bibbia, affrontando la 
questione dal lato storico e letterario (mentre noi del CSC la affrontiamo 
soprattutto dal lato scientifico e teologico).   
AT.  Nel mondo della cultura, la tesi prevalente è 
che la Bibbia, essendo stata composta in Medio Oriente, riflette quella 
mentalità ed è uno dei tanti testi mitologici mesopotamici. Non si vede niente 
di soprannaturale nel racconto biblico, che può anche essere più bello degli 
altri racconti, ma in fondo appartiene alla stessa categoria delle altre opere 
mesopotamiche.  
FDA.  La tua tesi di fondo è che, invece, le 
somiglianze del racconto biblico con la letteratura mesopotamica riguardano 
aspetti secondari, mentre nelle cose essenziali c'è una netta contrapposizione e 
ciò rende la Bibbia assolutamente unica.   
AT.  Contro la Bibbia c'è un triplice attacco, 
proveniente dalla scienza, dalla critica biblica e dalla mitologia. Le ultime 
due sfide hanno un carattere letterario ed io mi sono concentrato su di esse. 
Tra cosmogonia biblica e cosmogonia mitologica si hanno somiglianze che bisogna 
riconoscere. Il fatto induce a chiedersi se la Bibbia dipende dalla mitologia, o 
se è la mitologia a dipendere dalla Bibbia, oppure se c'è una terza alternativa. 
La tesi che sostengo è che la mitologia rappresenta la distorsione 
dell'originario racconto della creazione, mentre nella Genesi è messa in forma 
scritta la tradizione più antica ed autentica di quell'evento. In connessione 
con questa tesi, viene indicata una data di composizione della Genesi risalente 
al tempo dell'esodo dall'Egitto, mentre la maggioranza degli autori sostiene una 
data di composizione molto più recente.  
FDA.  È stato Mosè, quindi, a scrivere la Genesi, 
seppur ricavandola da una tradizione orale e da documenti preesistenti. 
  
AT. 
 Soprattutto documenti scritti, che ha messo 
insieme dandogli un senso unitario.  
FDA.  Puoi dirci quali sono i miti mesopotamici ai 
quali si contrappone la cosmogonia della Genesi?   
AT. 
Sono soprattutto tre: il primo è "Enuma 
elish", che generalmente viene messo a confronto con Genesi 1; il secondo è 
"Atrà-hasis", che trova punti di corrispondenza con Genesi 2; infine il terzo è 
il mito di "Adapa", che ha punti di contatto con Genesi 3. Nonostante 
somiglianze e corrispondenze, a volte impressionanti, fra il racconto biblico ed 
i miti mesopotamici esiste un netto contrasto sui valori di fondo e sulla 
visione di Dio. La tesi evoluzionista, in questo campo, dice che da racconti più 
confusi e disordinati si è passati poi ad un racconto più ordinato, cioè a 
quello biblico. La mia tesi invece è che, dalla rivelazione che Dio ha fatto ad 
Adamo, si è poi passati a delle degenerazioni, a degli adattamenti, che l’uomo 
ha fatto sulla base delle sue vedute, delle sue esigenze, della sua degradata 
esperienza quotidiana, piegando l’elevatezza del racconto di Dio alla sua 
condizione sempre più corrotta (vedere l'Epistola dell'apostolo Paolo ai Romani, 
1:21-23). 
FDA.  Ringraziamo di cuore Alfredo Terino per 
l'intervista concessaci e, ancor più, per le preziose opere che ha scritto, 
impegnandoci a tenere informati i nostri lettori sugli sviluppi che avrà questo 
suo secondo libro, che ha sostanzialmente finito di scrivere, ma per il quale 
deve ancora scegliere l'editore. Intanto, se c’è qualcuno che desidera prendere 
contatto con Terino può scrivergli in via Zeppi n. 12 – 61029 Urbino. 
  
  
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