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Giuseppe Sermonti e Melchisedec
di Fernando De Angelis - 28/02/2006
 

Mi ha molto sorpreso il nuovo articolo di Giuseppe Sermonti, intitolato Evoluzione e struttura nel Genesi biblico, inviato al sito creazionista www.origini.info. Collaborando alla redazione del sito, dovrei esprimere un parere ragionato, ma non riesco a farne l’analisi. Mi è successo anche dopo aver letto Sergio Quinzio e non è un caso che fra loro due ci sia stata una profonda amicizia; anche in Sermonti percepisco una sincerità di ricerca e un’originalità di idee, cogliendoci una “assonanza di spirito” che mi fa passare sopra a ciò su cui ho convinzioni diverse: è come quando sono attratto da un bel cielo al tramonto, del quale vedo sempre il tutto, anche quando fisso qualche dettaglio.

Mi viene poi spontaneo il rispetto, sapendo che gli scritti di Sermonti sono frutto di costose scelte di vita e di un’indagine che ha avuto come obiettivo primario la ricerca del vero; era ai vertici mondiali della Genetica quando ha capito che il darwinismo era falso, non ha però badato alle conseguenze, né si è nascosto, ma ha avuto il coraggio di pubblicare il libro Dopo Darwin (nel 1980, con l’allora quasi sconosciuto Roberto Fondi), che ha incoraggiato tutti quelli che si sentivano oppressi dall’evoluzionismo. Quel libro è stato come un macigno lanciato contro le acque stagnanti dell’evoluzionismo ed ha fatto molto rumore anche fuori d’Italia; dopo quel libro, però, il mondo accademico ha relegato Sermonti in una specie di limbo, cioè in una sostanziale emarginazione che solo recentemente sembra allentarsi.

Sermonti non ha inveito contro i suoi avversari, ma ha cercato di argomentare e di costruire alternative, riconoscendo e invitando a riconoscere che sul problema delle origini la scienza ha oggettivamente poco da dire. Ora ha voluto onorarci con uno scritto che si presenta quasi come una riparazione per aver a lungo sottovalutato il creazionismo, mi sento perciò solo di accoglierlo e ringraziarlo, anche perché pure questo suo ultimo scritto è per me stimolante e mi apre prospettive nuove, facendomi cogliere altri aspetti della grande rilevanza della Genesi in ogni campo. Qualche mio amico, però, temo che si concentrerà su alcuni dettagli con i quali dissente ed allora proseguo su un altro piano.

Sermonti è accusato spesso di essere creazionista, ma lui risponde che non lo è e che vuole essere considerato semplicemente una creatura, cioè qualcuno che è cosciente di aver ricevuto la vita da Dio, non dal Caso. Noi facciamo bene ad essere attaccati alla letteralità del testo biblico, ma ricordiamoci che Dio, dopo aver eletto Abramo, gli fece presto incontrare Melchisedec, che pur non essendo un “circonciso”, era “sacerdote dell’Iddio Altissimo” (Genesi 14:17-20), addirittura superiore ad Abramo (Ebrei 7) il quale non sapeva da dove venisse Melchisedec, né dove poi si recasse. Penso che Dio abbia voluto quell’incontro anche per mantenere Abramo in umiltà e fargli capire che, pur essendo capostipite del popolo eletto, non aveva il monopolio di Dio e della sua opera.

Lasciatemi considerare anche Sermonti come un “sacerdote di Dio” di una categoria speciale, che Dio ha voluto usare nel passato per farci del bene e che ora ha voluto visitarci con un articolo che mi pare pensato specificatamente per noi. Certo Sermonti si muove su un altro piano e con altri strumenti, rispetto a ciò che noi normalmente facciamo, ma io spero che anche gli altri creazionisti riescano a beneficiarne, andando oltre certi particolari, per coglierne il senso complessivo e lo spirito di fondo.

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