Mi ha molto
sorpreso il nuovo articolo di Giuseppe Sermonti, intitolato Evoluzione e
struttura nel Genesi biblico, inviato al sito creazionista www.origini.info.
Collaborando alla redazione del sito, dovrei esprimere un parere ragionato, ma
non riesco a farne l’analisi. Mi è successo anche dopo aver letto Sergio
Quinzio e non è un caso che fra loro due ci sia stata una profonda amicizia;
anche in Sermonti percepisco una sincerità di ricerca e un’originalità di
idee, cogliendoci una “assonanza di spirito” che mi fa passare sopra a ciò
su cui ho convinzioni diverse: è come quando sono attratto da un bel cielo al
tramonto, del quale vedo sempre il tutto, anche quando fisso qualche dettaglio.
Mi viene poi
spontaneo il rispetto, sapendo che gli scritti di Sermonti sono frutto di
costose scelte di vita e di un’indagine che ha avuto come obiettivo primario
la ricerca del vero; era ai vertici mondiali della Genetica quando ha
capito che il darwinismo era falso, non ha però badato alle conseguenze, né si
è nascosto, ma ha avuto il coraggio di pubblicare il libro Dopo Darwin
(nel 1980, con l’allora quasi sconosciuto Roberto Fondi), che ha
incoraggiato tutti quelli che si sentivano oppressi dall’evoluzionismo. Quel
libro è stato come un macigno lanciato contro le acque stagnanti
dell’evoluzionismo ed ha fatto molto rumore anche fuori d’Italia; dopo quel
libro, però, il mondo accademico ha relegato Sermonti in una specie di limbo,
cioè in una sostanziale emarginazione che solo recentemente sembra allentarsi.
Sermonti non
ha inveito contro i suoi avversari, ma ha cercato di argomentare e di costruire
alternative, riconoscendo e invitando a riconoscere che sul problema delle
origini la scienza ha oggettivamente poco da dire. Ora ha voluto onorarci con
uno scritto che si presenta quasi come una riparazione per aver a lungo
sottovalutato il creazionismo, mi sento perciò solo di accoglierlo e
ringraziarlo, anche perché pure questo suo ultimo scritto è per me stimolante
e mi apre prospettive nuove, facendomi cogliere altri aspetti della grande
rilevanza della Genesi in ogni campo. Qualche mio amico, però, temo che si
concentrerà su alcuni dettagli con i quali dissente ed allora proseguo su un
altro piano.
Sermonti è
accusato spesso di essere creazionista, ma lui risponde che non lo è e
che vuole essere considerato semplicemente una creatura, cioè qualcuno
che è cosciente di aver ricevuto la vita da Dio, non dal Caso. Noi facciamo
bene ad essere attaccati alla letteralità del testo biblico, ma ricordiamoci
che Dio, dopo aver eletto Abramo, gli fece presto incontrare Melchisedec, che
pur non essendo un “circonciso”, era “sacerdote dell’Iddio Altissimo”
(Genesi 14:17-20), addirittura superiore ad Abramo (Ebrei 7) il quale non sapeva
da dove venisse Melchisedec, né dove poi si recasse. Penso che Dio abbia voluto
quell’incontro anche per mantenere Abramo in umiltà e fargli capire che, pur
essendo capostipite del popolo eletto, non aveva il monopolio di Dio e della sua
opera.
Lasciatemi
considerare anche Sermonti come un “sacerdote di Dio” di una categoria
speciale, che Dio ha voluto usare nel passato per farci del bene e che ora ha
voluto visitarci con un articolo che mi pare pensato specificatamente per noi.
Certo Sermonti si muove su un altro piano e con altri strumenti, rispetto a ciò
che noi normalmente facciamo, ma io spero che anche gli altri creazionisti
riescano a beneficiarne, andando oltre certi particolari, per coglierne il senso
complessivo e lo spirito di fondo.
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