L'autore è, nel mondo, uno dei maggiori fisici dell'atomo e in questo saggio afferma che "non esiste alcuna scoperta scientifica che possa essere usata alfine di mettere in dubbio o di negare l'esistenza di Dio". Il grande Galilei era un credente e considerava la scienza come uno straordinario strumento per svelare i segreti di quella natura che porta le impronte di "Colui che ha fatto il mondo". Le conquiste della scienza non oscurano le leggi divine, ma le rafforzano, contribuendo a risvegliare lo stupore e l'ammirazione per il meraviglioso spettacolo del creato, che si manifesta nel piccolissimo protone, come pure ai confini dell'universo. L'autore non è un creazionista in senso stretto, perché non propone un'interpretazione letterale della Bibbia, ma la sua critica ad un evoluzionismo superficiale ed arrogante può essere utile a tutti.
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