Traduzione
dal portoghese di Teresinha Zanluca Rivellini;
titolo
originale: “O modelo do Big Bang: uma avaliação”, articolo
apparso su "Folha Criacionista" n. 60 (marzo 1999),
rivista pubblicata a cura della Società Creazionista Brasiliana
(home page www.scb.org.br).
NOTA. Il
soggetto è tratto da una relazione tenuta al “Primo
Incontro Internazionale di Creazionisti” svoltosi a S. Paolo
del Brasile, dal 21 al 24 gennaio 1999, nell’Instituto
Adventista de Ensino (IAE-C1), home page www.iae-sp.br
"È
necessaria più di una semplice cosmologia
per comprendere la struttura e il significato
dell'Universo"
1.
INTRODUZIONE
La
cosmologia tratta della struttura e dell'origine dell'Universo;
quella moderna iniziò intorno al 1925, quando si pensò di
utilizzare i più grandi telescopi di quel tempo per studiare i
corpi più remoti nello spazio cercando risposte sulla struttura
dell'Universo. Le osservazioni dell'astronomo nord-americano
Edwin Hubble (1935) dimostrarono che la luce proveniente da
quasi tutte le galassie presentava uno "spostamento verso
il rosso". Il colore della luce che si riceveva, cioè, era
più rosso di quanto lo fosse al momento della partenza dalla
stella. Una possibile spiegazione di tale cambiamento è data
dall'effetto Doppler, che si ha quando l'oggetto che emette luce
si sta allontanando dal punto di osservazione.
Per
interpretare i suoi dati, Hubble aveva bisogno di un modello
cosmologico dell'Universo. C'era quello di Milne e quello di
Lemaitre, ambedue indicanti un Universo in espansione, in
accordo con la Teoria Generale della Relatività di Einstein. Il
modello di Zwicky, invece, era più statico, perciò richiedeva
modifiche minori alla fisica di quel tempo e non introduceva
concetti nuovi: esso rappresentava, pertanto, il quadro al quale
potevano meglio adattarsi le osservazioni di Hubble. Lo stesso
Hubble era comunque incerto sull'interpretazione da dare alle
sue osservazioni ed essendo riluttante al concetto di un
Universo in espansione, indicò gli spostamenti verso il rosso
come "spostamenti apparenti di velocità".
Poco
dopo, Hubble abbandonò in parte le sue riserve, finendo per
accettare che lo spostamento verso il rosso fosse un effetto
Doppler: il problema è, concluse, che la maggior parte delle
galassie si sta allontanando da noi. In questo contesto nacque
l'espressione di "Universo in espansione".
2.
L'UNIVERSO IN ESPANSIONE
Il
passo successivo fu semplice. Sembrava logico che, se oggi
l'Universo è in espansione, in passato doveva essere di
dimensioni minori. Andando indietro per un tempo sufficiente,
l'Universo doveva avere una grandezza minima, dalla quale iniziò
ad espandersi. Non sorprese che questa idea fosse ben accetta
dai cristiani, che associavano questo momento con "Nel
principio" di Genesi 1:1. Non si poteva stabilire
facilmente quando fosse avvenuto l'inizio, perché era necessario
considerare non solo la velocità attuale di espansione, ma
anche la sua variazione in rapporto alla distanza. La relazione
osservata fra la distanza e lo spostamento verso il rosso è
chiamata legge di Hubble ed il parametro che descrive
l'espansione dell'Universo è il parametro di Hubble, H0.
Una prima stima di Hubble diede H0 = 500 km/s/kpc,
con una conseguente età dell'Universo di 2 miliardi di anni.
3.
Il BIG BANG
L'età
dell'Universo così calcolata causò un problema immediato,
perché i geologi consideravano un’età della Terra di circa
quattro miliardi di anni ed era impensabile che essa, essendo
parte dell’Universo, potesse essere più vecchia
dell’Universo stesso. Quando furono costruiti telescopi più
potenti, però, si poté determinare il valore di H0
con maggiore precisione, arrivando ad un accordo fra la
scala geologica del tempo e quella cosmologica. Intorno al 1960
la situazione era molto migliorata, tanto che l’età
dell’Universo generalmente accettata era di circa 10 miliardi
di anni.
Anche
se sono comparse altre teorie sull’inizio dell’Universo,
dopo che nel 1965 sono state scoperte importanti evidenze, il
mondo scientifico ha in generale ha accettato la teoria
del Big Bang. Si suppose che l’Universo fosse formato
inizialmente da un gas molto caldo e molto denso di particelle
elementari. In questo gas, la luce emessa da una particella
interna non poteva arrivare all'esterno, perché finiva per
colpire prima un’altra particella, la quale alterava la sua
direzione e frequenza. Se fosse stato possibile vedere
l’Universo primitivo dall’esterno, perciò, avremmo visto
solo gli strati superficiali: l’Universo, cioè, non era
“trasparente”.
Come
esito della continua espansione dell’Universo, alla fine la
sua densità sarebbe diminuita, tanto da permettere alla
radiazione emessa da una particella di attraversare quasi tutto
l’Universo senza incontrare un’altra particella: in quel
momento l’Universo sarebbe divenuto “trasparente”.
L’Universo allora avrebbe avuto 300 mila anni, un’età molto
ridotta rispetto a quella totale di circa 15 miliardi di anni
(equivale a due ore di vita di una persona di 50 anni). Già
negli anni '40, Gamow, Alpher ed altri avevano calcolato che un
raggio emesso a quell’epoca avrebbe potuto raggiungerci oggi
senza modifiche e così informarci sulle condizioni
dell’Universo di allora.
Una
grande svolta si ebbe nel 1965 quando due ingegneri, lavorando
nei laboratori di ricerca della compagnia telefonica Bell,
scoprirono uno strano suono che arrivava all'antenna radio; dopo
aver analizzato il fenomeno, conclusero che proveniva da una
fonte di radiazione che era uniforme per tutto il cielo e che
aveva una temperatura di appena 3 gradi Kelvin (3°K). Dedussero
subito che questa era stata la radiazione emessa nel momento che
l’Universo era diventato trasparente. La scoperta offrì un
valido appoggio alla teoria del Big Bang e convinse molti
cosmologi della sua fondatezza.
Questa
radiazione di 3°K, o radiazione cosmica in microonde (CMR),
sembrava che avesse lo stesso valore in tutte le direzioni; ciò
significava che aveva avuto origine in punti diversi con la stessa
temperatura e densità. Il che suscitò una questione: in un
mezzo così uniforme, come potevano essersi formate le varie
strutture presenti nell’Universo, quali stelle, galassie,
superagglomerati di galassie? Queste strutture indicavano una
non omogeneità, la quale doveva già esistere nelle fasi
iniziali perché, in un mezzo completamente omogeneo, è
impossibile introdurre elementi eterogenei senza fare
riferimento ad una influenza esterna (dall'omogeneità non può
generarsi spontaneamente la diversità).
Visto
che queste prime conclusioni si raggiunsero con osservazioni
fatte dalla Terra, c'era l'incertezza dovuta al passaggio delle
radiazioni attraverso l’atmosfera terrestre; si fecero allora
progetti per la realizzazione di un satellite che potesse fare
osservazioni nello spazio, in modo da ottenere risultati di
maggiore precisione. Nel 1990, così, fu lanciato un satellite (COBE)
affinché esplorasse lo spazio cosmico e nel 1992, esaminando i
dati raccolti, si notarono piccole differenze di temperatura
guardando in direzioni diverse. Queste piccole fluttuazioni di
temperatura e di densità parvero sufficienti per spiegare la
formazione delle galassie e delle altre strutture. Alla fine di
questo percorso la teoria del Big Bang, nelle sue linee
generali, fu accettata da ancor più cosmologi e, attraverso i
media, dalla maggior parte della gente.
È
da dubitare che il modello del Big Bang sarebbe stato recepito
con tanto interesse, se fosse stato semplicemente un modello
sulle origini dell’Universo fisico e inanimato. Questo
modello, infatti, dato che tenta di spiegare l’origine degli
elementi chimici che si riscontrano negli esseri viventi, è
stato collegato alla Teoria
dell’evoluzione casuale delle varie specie. Durante i
primi tre minuti, quando l’Universo era molto caldo e denso,
si pensa che furono originati soltanto gli elementi chimici più
semplici, soprattutto l’idrogeno e l'elio; successivamente la
temperatura sarebbe diminuita, al punto che la formazione dei
nuclei degli elementi chimici (nucleosintesi) non fu più
possibile. Pertanto, la questione sull’origine degli elementi
importanti per la vita (ossigeno, azoto, carbonio, calcio e
tanti altri) è diventata una delle più interessanti nella
cosmologia moderna.
4.
IL PROCESSO DI NUCLEOSINTESI
Dopo
i primi 300 mila anni, si ritiene che le forze di gravitazione
abbiano cominciato a far sentire la loro influenza: si formarono
così piccole eterogeneità che crebbero, attirando la materia
presente in loro prossimità. Questo portò alla formazione di
grandi nubi, composte principalmente da idrogeno ed elio. Queste
si contrassero ulteriormente e, come risultato, si ebbe una
crescita della temperatura nei nuclei. Quando la temperatura
centrale raggiunse i 10 milioni di gradi Kelvin, iniziarono i
processi nucleari. L’idrogeno iniziò ad essere trasformato in
elio con la produzione di molta energia, che divenne visibile
sotto forma di radiazioni: nacquero così le stelle, che
brillano a causa di reazioni nucleari che si realizzano nel loro
interno. Anche nelle stelle molto grandi la quantità di
combustibile nucleare (idrogeno) non è illimitata e, quando se
ne è consumata una gran parte, il nucleo della stella collassa,
facendo aumentare la temperatura fino a circa 25 milioni di
gradi Kelvin. A questa temperatura l’elio, che fino ad allora
era rimasto inerte, diventa combustibile e si trasforma in
carbonio.
Questi
processi di nucleosintesi si suppone si siano ripetuti diverse
volte, secondo cicli di durata minore, e avrebbero portato alla
formazione dei vari elementi chimici, incluso il ferro. Quello
che si pensa avvenne successivamente dipende dalla massa delle
stelle. Se una stella aveva una massa sufficiente, esplose come
supernova, producendo in breve tempo molti elementi più pesanti
del ferro. Nell’esplodere, una grande quantità della stella
si disperse nello spazio, generando grandi nuvole dalle quali poté
formarsi un’altra generazione di stelle. Infine, e molto
probabilmente in più luoghi, si formarono pianeti composti di
massa solida, compresa la stessa Terra. A questo punto si
ritiene che i processi di evoluzione naturale diedero luogo alla
generazione spontanea della vita, che generò poi esseri viventi
intelligenti.
Ci
sono molti aspetti del modello del Big Bang con il quale i
cristiani possono essere d’accordo: l’Universo primitivo era
dominato da radiazioni e luce, a ricordarci di quanto successe
il primo giorno della settimana della creazione; Adamo fu
generato con materiale (la polvere) esistente sulla Terra; il
Sole, la Luna e le stelle furono creati il quarto giorno, cioè
quando già esisteva qualcosa. Ci sono però anche molte
discordanze fra il Big Bang e la Genesi, per esempio: i primi
300 mila anni, quando l’Universo si riempì di luce, non
possono essere comparati con il primo giorno della Genesi; la
vita, secondo l'impostazione del Big Bang non è creata da Dio,
ma sorge a partire da materia inanimata; secondo la teoria del
Big Bang è stato necessario molto più tempo che i sei giorni
biblici per completare il processo; tralasciamo altre
discordanze.
5.
PROBLEMI SCIENTIFICI E FILOSOFICI
A
parte le differenze fra la cosmologia del Big Bang e la Genesi,
ci sono problemi scientifici e filosofici all’interno del
modello del Big Bang, che ora vedremo brevemente.
A.
PROBLEMI SCIENTIFICI
a)
Altre interpretazioni dello "spostamento verso il
rosso". La causa dello spostamento verso il rosso non
è necessariamente data dall'allontanamento delle galassie: ci
sono altri fenomeni che possono causarlo. Fra questi il
cosiddetto “spostamento gravitazionale verso il rosso”, che
implica masse incredibilmente grandi per le galassie molto
distanti. C'è poi il cosiddetto “effetto Doppler
trasversale”, che implica una rivoluzione molto rapida intorno
ad un centro: Ellen White scrisse riguardo ai «soli, le stelle
ed i sistemi planetari, tutti in ordine stabilito, che ruotano
intorno al trono della Divinità» e dobbiamo ammettere che la
rivoluzione intorno ad un centro è una caratteristica generale
dei corpi cosmici. Infine una teoria afferma che, per
interazione con la materia, la luce perde parte della sua
energia (spostandosi così verso il rosso) nel lungo viaggio che
percorre da una galassia fino alla Terra. Questa teoria della
“luce stanca”, secondo la mia opinione, non ha mai ricevuto
le attenzioni che meriterebbe.
b)
La questione dell'antimateria. Nella teoria del Big
Bang le particelle elementari, quali elettroni, protoni,
neutrini, neutroni ed altri, si ritiene siano state prodotte
all’inizio dell’Universo. Gli esperimenti di laboratorio e
le migliori osservazioni, però, fanno vedere che a queste
particelle elementari è associata la corrispondente
antiparticella formata da antimateria: le antiparticelle
positroni, per esempio, si producono insieme con gli elettroni,
gli antiprotoni con i protoni, ecc.. Quando una particella
incontra la sua antiparticella, le due scompaiono in un fulgore
d’energia. Nell’Universo molto denso, dopo che le particelle
e le antiparticelle furono formate, sarebbe stato inevitabile
che tutte le particelle avessero trovato la loro antiparticella.
Come risultato, l’Universo dovrebbe essere composto di
radiazioni e privo di materia (salvo le particelle come i
neutroni, che non hanno antiparticelle). Constatiamo invece una
forte presenza di materia normale nell’Universo, perciò
bisogna supporre qualche asimmetria nella produzione di
particelle elementari (con più particelle normali che “anti”),
altrimenti la metà dell’Universo dovrebbe consistere di
antimateria, rigorosamente isolata dalla materia normale. Non
esistono però indicazioni a supporto di una possibile
asimmetria e non si è individuata nessuna grande quantità di
antimateria .
B. PROBLEMI FILOSOFICI
a)
È "eterna" la materia o Dio? Anche se non
fu possibile osservare direttamente l’Universo nei primi 300
mila anni della sua esistenza, possiamo dedurre le sue
condizioni di quell’epoca a partire dal CMR: supponendo che
l’espansione sia avvenuta anche prima di quel tempo, possiamo
estrapolare a ritroso i vari dati. Regredendo nel tempo secondo
questa logica, troveremmo l’Universo via via sempre più denso e
caldo cosicché per poter spiegare cosa stava succedendo dovremmo
applicare principi della fisica ogni volta meno comprensibili.
Arrivati ad un certo punto nel tempo, l’Universo sarebbe stato
così denso e caldo che, anche utilizzando la conoscenza più
avanzata della fisica teorica, non è possibile analizzare
quelle condizioni estreme. Si stima che si arriverebbe ad una
tale situazione ad appena 10 secondi dal punto zero, che è
considerato l'inizio del tempo e dello spazio. Le condizioni
incomprensibili dell’Universo durante questa prima frazione di
secondi sono definite una “singolarità”. Qualcuno potrebbe
pensare che un tempo così piccolo può essere trascurabile e
che siamo quindi giunti in modo trionfante all’inizio di
tutto; ma il problema è che, in un intervallo di 10 secondi,
l’Universo doveva già possedere molta materia e non riusciamo
a spiegare tale situazione. Alcuni affermano che questa materia
“primordiale” è l’esito di una fase anteriore
dell’Universo quando, dopo un'altra precedente espansione,
aveva subito un collasso. Si può così invocare un Universo che
attraversa cicli ripetuti di espansioni e contrazioni: il
nostro, secondo questo schema, rappresenterebbe semplicemente la
versione attuale di un processo ciclico. Questo cosiddetto
“Universo oscillante” non risponde realmente alla domanda
sulla sua origine. Affermare che c’è sempre stato un Universo è privo di significato scientifico, oppure identifica
l’Universo "eterno" con l’eterno Dio della Bibbia:
nessuna di queste risposte è accettabile per un cristiano.
Altri, essendo più onesti, ricordano che è possibile creare
materia a partire dall’energia, ma è ovvio chiedersi: «da
dove è arrivata quest’energia?». Secondo la mia opinione,
proviene da un Dio potente e credo sia l’unica risposta
reale.
b)
Presupposti cruciali non dimostrabili. Lo sviluppo
della “teoria del Big Bang” durante gli ultimi 70 anni è
ricco di supposizioni le quali, secondo le regole del raziocinio
puramente scientifico, non devono fare parte del processo
scientifico: ne menzioniamo alcune.
(1)
L’espansione dell’Universo è basata su una filosofia
tendenziosa. Nell’interpretazione dello spostamento verso
il rosso, Hubble ha adottato la validità della teoria Generale
della Relatività (non una brutta scelta) e del Principio
Cosmologico (affermante che l’Universo sembra lo stesso da
qualsiasi punto di osservazione). Anche se quest'ultima pare
essere un’ipotesi ragionevole (di fatto l’unica che può
essere fatta in modo costruttivo) la sua validità non può
attualmente essere confermata (e forse non potrà esserlo mai).
(2)
La “teoria del Big Bang” è basata sulla supposizione che la
scienza può spiegare tutto, che può rispondere a tutte le
domande. Questa è una supposizione priva di fondamento e,
quelli che credono in Dio, sanno a maggior ragione che non è
corretta. La scienza non riesce a spiegare l’origine
dell’amore e dell’odio, della gioia e della tristezza, di
verità, bellezza, coscienza e molte altre caratteristiche
umane.
(3)
Varie teorie alternative sono state rigettate, molte
volte senza un adeguato esame delle loro proposte. Chiamate
"teorie non scientifiche", "teorie che contengono
elementi di filosofia o di religione", sono state rifiutate
senza la minima considerazione. Assumendo quest’attitudine la
cosmologia si è condannata da sé, perché anch’essa ha
adottato supposizioni filosofiche e non scientifiche. Peggio
ancora, la cosmologia ha chiuso gli occhi su quello che poteva
ben essere una parte essenziale della realtà e dell’Universo.
Tutto
ciò secondo un dogma non espresso, ma ben noto della
cosmologia, secondo il quale il Dio della Bibbia e del Calvario
non esiste e qualsiasi Dio nel quale crediamo è frutto della
nostra immaginazione.
6. CONCLUSIONE
In
base a quanto detto sopra, dobbiamo concludere che
la cosmologia moderna, rappresentata dalla teoria del Big Bang,
può avere la sua validità nello spiegare numerosi aspetti
dell’Universo fisico inanimato, ma si rivela una teoria debole
quando cerca di spiegare tutto, lasciando molte questioni senza
risposta. Come Robert Jastrow ha concluso nel suo libro “God
and the Astronomers”: «In questo momento sembra che la
scienza non possa dissolvere quella nube che avvolge il mistero
della creazione. Per lo scienziato che ha vissuto fidando nel
potere della ragione, la storia finisce come un incubo. Egli ha
scalato le montagne dell’ignoranza; è giunto al punto di
conquistare il picco più alto e finalmente, nel raggiungere
l’ultima vetta, viene salutato da un gruppo di teologi che si
trovavano lì seduti da secoli».
È
possibile, allora, armonizzare la cosmologia moderna con la
Bibbia? Si dovrebbe tentare di farlo? Nel caso affermativo, come
può essere fatto? Nonostante le ultime considerazioni critiche,
permettetemi di dire che ammiro il metodo e l’impegno
scientifico. Abbiamo imparato sulla natura molte cose che
possono aiutarci a vivere in modo più confortevole. Al di là
di questo, la scienza è uno dei metodi che Dio utilizza per
comunicarci se stesso ed i piani che ha per noi. «I cieli
raccontano la gloria di Dio» (Salmo 19:1), ma ci sono almeno
due problemi con questo mezzo di conoscenza: 1) il peccato ha
rovinato l’opera di Dio, che ora riflette il carattere del
Creatore solo in modo offuscato; 2) quello che Dio desidera
rivelarci tramite la natura lo percepiamo in modo incompleto, ed
a volte distorto, a causa delle nostre limitate capacità
intellettuali e morali. Non dimentichiamoci, però, che non
possiamo tornare nella torre d’avorio della teologia,
spiegando tutto ciò che ci circonda con la sola Bibbia.
Per
concludere, è proprio a causa della nostra incompleta
comprensione, tanto della natura come della legge di Dio, che
molte volte crediamo che si contraddicono. Ma Dio è il creatore
di ambedue e non può esistere conflitto se ogni cosa è
interpretata correttamente. Abbiamo bisogno della Parola di Dio
e della scienza, per dare un senso all'Universo dove viviamo.
Albert
Einstein ha detto: «La religione senza la scienza è cieca; e
la scienza senza la religione è zoppa», ma è difficile sapere
esattamente come amalgamare le scoperte della scienza con la
nostra visione della Bibbia, nel tentativo di dare risposte sul
problema delle origini. Credo che Dio creò l’Universo: «Nel
principio» può significare che Egli cominciò la sua opera
della creazione molto tempo fa. La cosmologia, se ben compresa,
insegna come Dio iniziò l’opera per preparare un pianeta che
avesse caratteristiche chimiche per formare gli esseri umani e
mantenerli in vita. Fu così che Dio coronò la sua opera di
creazione. In sei giorni Egli preparò la Terra per essere
abitata, creò molti esseri viventi e l'essere umano, al quale
ha assegnato una posizione speciale.
Il
resto della Bibbia ci racconta cosa avvenne di seguito e come, a
dispetto della nostra ribellione, sarà finalmente compiuto il
magnifico piano di Dio per coloro che accetteranno la redenzione
offerta per mezzo di Gesù Cristo. Il compimento di questo piano
include l’opportunità di conoscere la verità circa
l’Universo ed io cambierei volentieri la mia opinione solo se
il Creatore mi dicesse che Egli ha fatto diversamente.
___________________
NOTA
SULL'AUTORE. Mart de Groot ha ottenuto il dottorato in
Astronomia presso l'Università di Utrecht (Paesi Bassi), è
ricercatore associato presso l'Osservatorio di Armagh,
nell'Irlanda del Nord. Indirizzo postale: 2 Sandymount Road: Richhill, CO. Armagh;
BT61 8QP Irlanda del Nord, Regno Unito. E-mail: mdgr@arm.ac.uk
.
ALTRE
PROVE CONTRO I "MILIARDI DI ANNI"
È
ancora valido un articolo su questo argomento pubblicato su
"Proiezioni" n. 7, del giugno 1992, intitolato
"Prove per un mondo giovane". In esso si elencano
numerosi dati scientifici che indicano, per la Terra, un'età
molto inferiore a quella supposta dagli evoluzionisti.
Per
esempio, nei mari si sono accumulati relativamente pochi
sedimenti e pochi sali di sodio; dato poi che le comete si
disintegrano velocemente, non possono essere molto vecchie;
ancora, certi alberi fossili attraversano più strati geologici,
dimostrando che quei sedimenti non si sono accumulati in milioni
di anni; ecc..
L'articolo
è stato ripreso da Renato Gallo, che ne ha fatto un adattamento
per il sito da lui curato, collocandolo all'interno di un altro
articolo dal titolo "IL NOSTRO MONDO È PIÙ GIOVANE DI
QUANTO SEMBRI?".
Per
leggere l'articolo clicca qui: http://space.tin.it/edicola/rengallo/creaz
[L'articolo
di "Proiezioni" era stato tradotto dalla rivista
australiana "Creation ex nihilo" (www.AnswersIn
Genesis.org), vol. 13, n. 3, agosto 1991, con autore D. Russell
Humphreys e traduttore David Rubeo]
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