"Darwin aveva torto?" chiede la copertina del numero di Novembre
2004 dell'edizione italiana di National Geographic, una delle maggiori riviste
scientifiche divulgative. La risposta, a firma di David Quammen, occupa ben 32
pagine e non lascia dubbi: "No. Le prove a favore dell'evoluzione sono
schiaccianti". Nel commento che segue, Vladislav Olkhovsky, fisico nucleare
e teologo, professore presso l'Istituto di ricerca nucleare dell'Accademia delle
scienze dell'Ucraina, spiega quanto sono schiaccianti invece le prove contro
l'evoluzione, iniziando così la sua collaborazione con l'AISO.
Prima di tutto vorrei far notare l'uso che
National Geographic fa della
parola "evoluzione". Il senso generale di questa parola è troppo vago
ed è usato in tutte le scienze e in tutte le visioni del mondo con i
significati più diversi. Per la dottrina di Darwin, riguardante l'evoluzione
biologica, è invece importante distinguere tra "microevoluzione", che
si riferisce all'evoluzione all'interno di qualsiasi specie (o genere), e
"macroevoluzione", che si riferisce all'evoluzione (trasformazione) di
una specie (o genere) di solito più semplice, in un'altra specie (o genere) di
solito più complessa. La confusione tra i concetti di
"microevoluzione" e "macroevoluzione" provoca molte
incomprensioni sulla dottrina dell'evoluzione.
Mentre tutti sono d'accordo che la teoria di Darwin può spiegare la
"microevoluzione", finora nessun fatto scientifico e nessuna verifica
scientifica indiscutibile hanno suggerito che la teoria di Darwin può spiegare
anche la macroevoluzione dagli esseri unicellulari a quelli pluricellulari,
dalle specie meno complesse alle specie più complesse. La dottrina della
macro-evoluzione naturale non ha ottenuto fino ad ora - in 150 anni - alcuna
conferma empirica sicura o univoca, ma per National Geographic "esiste una
mole di prove" a favore "dell'idea che tutte le specie viventi
discendano da antenati comuni".
Nessuno, poi, è riuscito a risolvere in modo indiscutibile il problema
dell'origine spontanea delle strutture ed apparati "integrali" (dal
punto di vista sia morfologico che biochimico), che hanno una complessità
irriducibile (come ad esempio l'occhio, l'orecchio, il sangue). Tutti gli
organismi viventi sono pieni di strutture dalla complessità irriducibile che
assicurano loro il migliore adattamento possibile all'ambiente, ma queste
strutture non possono formarsi col gradualismo supposto da Darwin.
Un'altro punto non chiarito è il punto di partenza della macroevoluzione
biologica. Da che cosa inizia? Dalla materia non-vivente, da una cellula viva, o
dalla biosfera intera? A queste domande non esiste una risposta scientifica! Per
di più, non c'è nessun fatto a favore dell'origine spontanea della vita dalla
materia non-vivente.
Tutti i dati osservabili, al contrario, hanno una spiegazione alternativa
migliore, tenendo conto dell'aumento del "disordine complessivo"
(cioè dell'entropia generale, in base alla seconda legge della termodinamica) e
del principio antropico (il perfetto adattamento dell'ambiente della Terra per
consentire l'esistenza della vita), come vedremo meglio.
La macroevoluzione, infatti, non concorda con l'aumento dell'entropia della
terra. Dobbiamo anche tenere conto che le terra è un sistema aperto e che il
30% circa del flusso energetico del sole è energia calorica che aumenta
l'entropia; l'energia solare non contiene alcunché in grado di far aumentare
l'informazione genetica!
Le ricerche nelle scienze naturali hanno da tempo accumulato numerosi dati che
indicano inequivocabilmente che le costanti fisiche fondamentali e le proprietà
generali e locali dell'Universo sono in sintonia così precisa da essere
assolutamente improbabile che siano frutto del caso. Questa sintonizzazione è
indispensabile per l'esistenza stessa della vita e dell'uomo sulla Terra. Un
cambiamento delle costanti di tutte e quattro le interazioni (nucleari,
elettro-magnetiche, deboli e gravitazionali), anche solo in misura di qualche
punto percentuale, avrebbe causato un cambiamento tale nell'evoluzione delle
stelle e nella nucleosintesi, da rendere l'esistenza stessa dell'uomo
impossibile. Questa è l'essenza del principio antropico.
Per quanto riguarda le prove fossili, l'esistenza di forme
"transitorie" o "intermedie" ipotizzate da Darwin, è stata
decisamente smentita dalla paleontologia. Le forme fossili cosiddette
transitorie sono rare ed estremamente discutibili; tutti i maggiori gruppi
viventi compaiono improvvisamente e completamente formati, senza mostrare
cambiamenti direzionali durante l'arco della loro esistenza (fino ad oggi oppure
fino alla loro estinzione). D'altra parte, l'unico modo per tentare di
ricostruire una catena evoluzionistica sarebbe lo studio genetico dei fossili,
cosa che è impossibile.
National Geographic utilizza come prova a favore dell'evoluzione addirittura la
struttura degli embrioni (p. 13): "Perchè l'embrione di un mammifero passa
attraverso stadi di sviluppo che assomigliano a quelli dell'embrione di un
rettile"? […] "Perché, come scrisse Darwin, 'l'embrione è
l'animale nel suo stato meno modificato" e quello stato "rivela la
struttura del progenitore". Quest'ultima idea, più nota come la
"legge biogenetica fondamentale" del biologo tedesco Ernst Haeckel
(1866), è stata smentita già nel 1874 dallo specialista in anatomia Wilhelm
His ed è stata respinta dal mondo scientifico sin dagli anni venti. È
completamente scomparsa dai testi universitari a partire dagli anni cinquanta
del secolo scorso perciò stupisce vederla riproporre come se il tempo non fosse
passato.
Per quanto riguarda la presunta evoluzione dell'uomo, vale la pena di chiedersi
cosa, oltre alla somiglianza anatomica, morfologica e genetica, dà agli
evoluzionisti delle ragioni per proporre la macro-evoluzione da antenati comuni
a primati e uomo. Quale sarebbe, poi, la somiglianza spirituale fra
l'animale-antenato dell'uomo e l'uomo moderno, con la sua mente capace di
pensiero astratto, l'auto-coscienza, la moralità e la lingua, caratteristiche
assolutamente assenti in qualsiasi animale. La teoria (insegnata nell'ex URSS)
dell'evoluzionista Friedrich Engels, secondo la quale sia stato proprio il
lavoro a trasformare la scimmia in uomo, fa soltanto ridere.
L'unica risposta è che c'è un enorme abisso tra l'uomo e qualsiasi animale! Il
primo a sottolineare questo è stato Albert Einstein, per cui tale abisso è
stato chiamato "abisso di Einstein"! Da notare che non c'é nessun
tentativo riuscito di trovare un modello scientifico del meccanismo dell'origine
spontanea della vita spirituale. Questo problema é molto piú serio di quello -
già irrisolvibile - dell'origine spontanea della vita biologica. Queste stesse
evidenze erano già note nella scienza di 54 anni fa, tanto è che Einstein
poté dichiarare (nel 1950): "Considero le dottrine evoluzionistiche
di Darwin, Haeckel e Huxley tramontate senza speranza".
Ormai si sta facendo sempre più strada, fra gli stessi scienziati, la
convinzione che per spiegare l'origine degli esseri viventi e la loro
complessità, bisogna supporre un "Progetto Intelligente": ognuno ha
poi una sua convinzione sulle caratteristiche del "Progettista", ma
diviene sempre più indecente continuare a riproporre il caso e la selezione
naturale come la sorgente dei magnifici esseri viventi.
In un paese democratico e civilizzato, una rivista scientifica divulgativa
avrebbe dovuto presentare tutte le opinioni e i fatti riguardanti la teoria di
Darwin, ma questo avrebbe messo in evidenza che essa spiega solo la
microevoluzione e non la macroevoluzione, la quale rimane - dopo quasi 150 anni
- solo ipotetica e priva di conferme scientifiche. |