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L'evoluzione biologica secondo National Geographic.
LE PROVE SONO DAVVERO SCHIACCIANTI?
di Vladislav Olkhovsky - 15/12/2004
 

"Darwin aveva torto?" chiede la copertina del numero di Novembre 2004 dell'edizione italiana di National Geographic, una delle maggiori riviste scientifiche divulgative. La risposta, a firma di David Quammen, occupa ben 32 pagine e non lascia dubbi: "No. Le prove a favore dell'evoluzione sono schiaccianti". Nel commento che segue, Vladislav Olkhovsky, fisico nucleare e teologo, professore presso l'Istituto di ricerca nucleare dell'Accademia delle scienze dell'Ucraina, spiega quanto sono schiaccianti invece le prove contro l'evoluzione, iniziando così la sua collaborazione con l'AISO.

Prima di tutto vorrei far notare l'uso che National Geographic fa della parola "evoluzione". Il senso generale di questa parola è troppo vago ed è usato in tutte le scienze e in tutte le visioni del mondo con i significati più diversi. Per la dottrina di Darwin, riguardante l'evoluzione biologica, è invece importante distinguere tra "microevoluzione", che si riferisce all'evoluzione all'interno di qualsiasi specie (o genere), e "macroevoluzione", che si riferisce all'evoluzione (trasformazione) di una specie (o genere) di solito più semplice, in un'altra specie (o genere) di solito più complessa. La confusione tra i concetti di "microevoluzione" e "macroevoluzione" provoca molte incomprensioni sulla dottrina dell'evoluzione.

Mentre tutti sono d'accordo che la teoria di Darwin può spiegare la "microevoluzione", finora nessun fatto scientifico e nessuna verifica scientifica indiscutibile hanno suggerito che la teoria di Darwin può spiegare anche la macroevoluzione dagli esseri unicellulari a quelli pluricellulari, dalle specie meno complesse alle specie più complesse. La dottrina della macro-evoluzione naturale non ha ottenuto fino ad ora - in 150 anni - alcuna conferma empirica sicura o univoca, ma per National Geographic "esiste una mole di prove" a favore "dell'idea che tutte le specie viventi discendano da antenati comuni".

Nessuno, poi, è riuscito a risolvere in modo indiscutibile il problema dell'origine spontanea delle strutture ed apparati "integrali" (dal punto di vista sia morfologico che biochimico), che hanno una complessità irriducibile (come ad esempio l'occhio, l'orecchio, il sangue). Tutti gli organismi viventi sono pieni di strutture dalla complessità irriducibile che assicurano loro il migliore adattamento possibile all'ambiente, ma queste strutture non possono formarsi col gradualismo supposto da Darwin.

Un'altro punto non chiarito è il punto di partenza della macroevoluzione biologica. Da che cosa inizia? Dalla materia non-vivente, da una cellula viva, o dalla biosfera intera? A queste domande non esiste una risposta scientifica! Per di più, non c'è nessun fatto a favore dell'origine spontanea della vita dalla materia non-vivente.

Tutti i dati osservabili, al contrario, hanno una spiegazione alternativa migliore, tenendo conto dell'aumento del "disordine complessivo" (cioè dell'entropia generale, in base alla seconda legge della termodinamica) e del principio antropico (il perfetto adattamento dell'ambiente della Terra per consentire l'esistenza della vita), come vedremo meglio.

La macroevoluzione, infatti, non concorda con l'aumento dell'entropia della terra. Dobbiamo anche tenere conto che le terra è un sistema aperto e che il 30% circa del flusso energetico del sole è energia calorica che aumenta l'entropia; l'energia solare non contiene alcunché in grado di far aumentare l'informazione genetica!

Le ricerche nelle scienze naturali hanno da tempo accumulato numerosi dati che indicano inequivocabilmente che le costanti fisiche fondamentali e le proprietà generali e locali dell'Universo sono in sintonia così precisa da essere assolutamente improbabile che siano frutto del caso. Questa sintonizzazione è indispensabile per l'esistenza stessa della vita e dell'uomo sulla Terra. Un cambiamento delle costanti di tutte e quattro le interazioni (nucleari, elettro-magnetiche, deboli e gravitazionali), anche solo in misura di qualche punto percentuale, avrebbe causato un cambiamento tale nell'evoluzione delle stelle e nella nucleosintesi, da rendere l'esistenza stessa dell'uomo impossibile. Questa è l'essenza del principio antropico.

Per quanto riguarda le prove fossili, l'esistenza di forme "transitorie" o "intermedie" ipotizzate da Darwin, è stata decisamente smentita dalla paleontologia. Le forme fossili cosiddette transitorie sono rare ed estremamente discutibili; tutti i maggiori gruppi viventi compaiono improvvisamente e completamente formati, senza mostrare cambiamenti direzionali durante l'arco della loro esistenza (fino ad oggi oppure fino alla loro estinzione). D'altra parte, l'unico modo per tentare di ricostruire una catena evoluzionistica sarebbe lo studio genetico dei fossili, cosa che è impossibile.

National Geographic utilizza come prova a favore dell'evoluzione addirittura la struttura degli embrioni (p. 13): "Perchè l'embrione di un mammifero passa attraverso stadi di sviluppo che assomigliano a quelli dell'embrione di un rettile"? […] "Perché, come scrisse Darwin, 'l'embrione è l'animale nel suo stato meno modificato" e quello stato "rivela la struttura del progenitore". Quest'ultima idea, più nota come la "legge biogenetica fondamentale" del biologo tedesco Ernst Haeckel (1866), è stata smentita già nel 1874 dallo specialista in anatomia Wilhelm His ed è stata respinta dal mondo scientifico sin dagli anni venti. È completamente scomparsa dai testi universitari a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso perciò stupisce vederla riproporre come se il tempo non fosse passato.

Per quanto riguarda la presunta evoluzione dell'uomo, vale la pena di chiedersi cosa, oltre alla somiglianza anatomica, morfologica e genetica, dà agli evoluzionisti delle ragioni per proporre la macro-evoluzione da antenati comuni a primati e uomo. Quale sarebbe, poi, la somiglianza spirituale fra l'animale-antenato dell'uomo e l'uomo moderno, con la sua mente capace di pensiero astratto, l'auto-coscienza, la moralità e la lingua, caratteristiche assolutamente assenti in qualsiasi animale. La teoria (insegnata nell'ex URSS) dell'evoluzionista Friedrich Engels, secondo la quale sia stato proprio il lavoro a trasformare la scimmia in uomo, fa soltanto ridere.

L'unica risposta è che c'è un enorme abisso tra l'uomo e qualsiasi animale! Il primo a sottolineare questo è stato Albert Einstein, per cui tale abisso è stato chiamato "abisso di Einstein"! Da notare che non c'é nessun tentativo riuscito di trovare un modello scientifico del meccanismo dell'origine spontanea della vita spirituale. Questo problema é molto piú serio di quello - già irrisolvibile - dell'origine spontanea della vita biologica. Queste stesse evidenze erano già note nella scienza di 54 anni fa, tanto è che Einstein poté dichiarare (nel 1950): "Considero le dottrine evoluzionistiche di Darwin, Haeckel e Huxley tramontate senza speranza".

Ormai si sta facendo sempre più strada, fra gli stessi scienziati, la convinzione che per spiegare l'origine degli esseri viventi e la loro complessità, bisogna supporre un "Progetto Intelligente": ognuno ha poi una sua convinzione sulle caratteristiche del "Progettista", ma diviene sempre più indecente continuare a riproporre il caso e la selezione naturale come la sorgente dei magnifici esseri viventi.

In un paese democratico e civilizzato, una rivista scientifica divulgativa avrebbe dovuto presentare tutte le opinioni e i fatti riguardanti la teoria di Darwin, ma questo avrebbe messo in evidenza che essa spiega solo la microevoluzione e non la macroevoluzione, la quale rimane - dopo quasi 150 anni - solo ipotetica e priva di conferme scientifiche.

 

Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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