Salve
a tutti,
Pure
non considerandomi un creazionista in senso stretto, sono andato sempre più
maturando l'idea che la teoria dell'evoluzione darwiniana sia frutto di un
colossale accumulo di errori. L'evoluzionismo sembra più stare tentando di
porre rimedio con ipotesi ad hoc alle enormi lacune ed incongruenze, nel
tentativo di non sprofondare con la barca che affonda piuttosto che orientarsi
nella direzione di una maggiore apertura verso teorie alternative. Una delle
prove più significative è rappresentata dalla totale incongruenza della
colonna biocronologica, basata ancora su erronei metodi di datazione
radiometrica, che ci hanno fornito un'immagine totalmente falsata del passato.
Ciò
che mi ha in realtà più colpito è però la delicata questione degli ooparts,
oggetti fuori tempo, nel più dei casi manufatti artificiali risalenti ad epoche
così remote che, secondo le datazioni tradizionali, non solo predaterebbero la
comparsa dell'uomo, ma anche la stessa comparsa della vita sulla Terra. Ora,
anche solo uno di questi oggetti potrebbe completamente sconvolgere ogni attuale
visione del passato, eppure sono sistematicamente ignorati, e dico ignorati, non
confutati. Io stesso ho reperito informazioni dettagliate su diverse centinaia
di detti manufatti, ma, comprendendo anche le pietre di Ica e i manufatti di
Acambaro la lista potrebbe salire a molte centinaia di migliaia di manufatti,
del tutto ignorati dalla scienza. Eppure mai un riferimento su riviste di
settore.
La
giustificazione in tale caso è che siano falsi, certo, perchè automaticamente
tutto ciò che contraddice l'evoluzione è falso. Mai dunque neppure un
tentativo di confutazione, salvo argomentazioni pretestuose. Eppure migliaia
sono state le pagine di giornale e trattati scritti nel corso dei secoli
(e dico dei secoli, visto che è fino dall'antichità che simili rinvenimenti
avevano luogo), centinaia le analisi scientifiche e di laboratorio, anch'esse
totalmente ignorate, che come nel caso del cubo di Linz, in Austria, ne
dimostrano ncontrovertibilmente l'autenticità e la datazione.
Volevo
sapere quale è la vostra posizione circa gli ooparts e se siete eventualmente a
conoscenza di studi circa il fenomeno. Grazie
per la disponibilità e congratulazioni per il vostro sito e la vostra
attività.
Marco
Vanelli
RISPOSTA
È
vero. Molti dati dell’archeologia e della paleontologia sono sistematicamente
ignorati. Peggio ancora, quando si tenta di proporli, si grida al falso. Così
va il mondo (oppure un certo mondo). I dati che contraddicono una teoria sono
spesso occultati o negati dai difensori della teoria stessa. Io ho conosciuto
delle persone rispettabili, istruite, colte e che parlavano diverse lingue, e
ciò nonostante sostenevano (e forse ci credevano) che la storia del campi di
concentramento nazisti è in gran parte propaganda, e che sarebbe stato
tecnicamente impossibile ammazzare in quel modo cosi tanti milioni di persone.
Se Lei legge inglese, esiste un libro molto istruttivo che illustra come
funzionano questi aspetti del mondo della scienza (Richard Milton, Alternative
Science: Challenging the Myths of the Scientific Establishment, Rochester,
Vermont, Park Street Press, 1996). Può anche consultare il sito di Richard
Milton (cerchi con le parole Richard Milton, Alternative Science).
Il
motivo per il quale non trova molto sugli ooparts e simili argomenti sul nostro
sito è perché per una scelta editoriale cerchiamo, per quanto possibile,
evitare la discussione su dati non accettati: l’inconsistenza dell’evoluzionismo
è dimostrabile con i dati accettati da tutti, per cui preferiamo non complicare
la discussione.
Possiamo
indicarle un importante libro, quello di Michael A. Cremo e Richard L. Thompson,
Archeologia Proibita: storia segreta della razza umana, Roma, Newton
& Compton editori s.r.l., anno 2002, pagine 350, prezzo euro 14,90. Se ha
difficoltà a trovarlo in libreria, può ordinarlo dal sito www.internetbookshop.it.
Di questo libro esiste una versione inglese più completa (914 pagine; Forbidden
Archeology, Los Angeles, Bhaktivedanta Book Publishing, Inc., 1998), nella
quale la bibliografia contiene oltre 450 voci. Il libro mette in evidenza i dati
che dimostrano che la presenza umana sia contemporanea a reperti ritenuti
antichi di milioni di anni, inficiando così le teorie dell’evoluzione
biologica. Tuttavia, gli autori accettano la validità delle datazioni remote.
Questo perché Cremo e Thompson sostengono la validità storica di certe
tradizioni induiste, nelle quali manca il fattore tempo. Noi però crediamo
nella storicità del testo biblico e riteniamo che i dati delle osservazione e
delle datazioni lasciano anche la possibilità di una Terra giovane, con l’ovvia
conseguenza della contemporaneità dei diversi reperti.
la
Redazione
(10/11/2004)
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