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Come conciliare Genesi e Cattolicesimo
lettera di Saul Finucci
 

Al caporedattore di Eco Creazionista

Complimenti per l'iniziativa. Ecco le mie questioni: per un cattolico è necessario credere che non l'umanità in genere, ma una sola coppia, la prima coppia, abbia peccato, e che sia questa la causa della presenza nei battezzandi del peccato originale? Ma se è così, bisogna anche ammettere che la prima coppia sia stata protetta dalla violenza in cui da milioni di anni vivono predatori e prede nel mondo animale: insomma, bisogna ammettere che Dio abbia davvero messo la prima coppia almeno in un luogo protetto, e le abbia dato in dono, tra l'altro, di sfuggire alla morte per sempre. Questa condizione si sarebbe interrotta poi in seguito al peccato. Però bisogna anche ammettere, se le cose stanno così, che ci siano stati rapporti tra consanguinei: con chi avrebbero avuto figli i figli di Adamo ed Eva? Si può allora uscire dalla difficoltà pensando che, avendo Dio creato i primi due senza imperfezioni, i loro figli abbiano potuto ereditare un bagaglio genetico privo di tare, e quindi abbiano potuto avere rapporti con consanguinei generando comunque figli sani? Il monogenismo, comunque, non ha forse maggiori indizi a favore, secondo la scienza, rispetto al poligenismo? 

Saul Finucci 

RISPOSTA 

Ci chiede cosa "è necessario credere" per un cattolico ma, in tutte le religioni, subito dopo la loro nascita, si instaura una progressiva varietà di pensiero e di comportamento. Il Cattolicesimo non fa eccezione ed ora abbiamo: 1) cattolici che credono nella attendibilità scientifica e storica della Bibbia, come i discepoli del francese Fernand Crombette (tradotto in italiano da Rosanna Breda), o Anna Maria Cenci (della quale abbiamo recensito il libro "I sei giorni della creazione"); 2) cattolici antidarwinisti, che però non prendono alla lettera i primi capitoli della Bibbia (Sermonti, Fondi e Zichichi, che hanno espresso il loro pensiero in noti libri, alcuni dei quali da noi segnalati); 3) cattolici che non trovano difficoltà ad accettare le ipotesi di Darwin, conciliandole in qualche modo con il loro essere cristiani (rappresentano la grande maggioranza e sono in ciò sostenuti dalla gerarchia vaticana). Nessuno perciò può con precisione dirle ciò che deve credere, tranne quel Dio che sa illuminare la coscienza e l'intelletto. 

Nel suo scritto ho trovato delle riflessioni non superficiali ed una consapevolezza della connessione fra i vari problemi che la questione delle origini pone. Credo che lei abbia già intuito che il racconto biblico è un "insieme coerente" e che è difficile accettarlo solo in parte (così com'è a suo modo coerente l'evoluzionismo radicale, che pure difficilmente può essere accettato solo in parte). 

Sulla questione del matrimonio fra consanguinei nei primi nostri progenitori, vedere la risposta ad Erminio Simeone. 

Riguardo al "monogenismo", cioè il credere che tutti gli uomini derivino da un'unica coppia primordiale, ci sono molti elementi che lo avvalorano, come la compatibilità genetica e culturale fra tutti gli uomini, la similitudine fra le più antiche culture (la cosiddetta "civiltà megalitica", per fare un esempio, è presente in tutti i continenti), la comune irradiazione delle popolazioni a partire dal Medio Oriente, ecc.. Recentemente, però, il monogenismo è stato rinvigorito da un libro di Giovanni Semerano che ha fatto scalpore ("L'infinito, un equivoco millenario", ed. Bruno Mondadori, £ 35.000) e che, contraddicendo la cultura dominante, dimostra che tutte le lingue derivano da una sola, l'accadico, che è la più antica lingua semitica conosciuta, parlata guarda caso sulle sponde dell'Eufrate (dove la Bibbia dice che Dio aveva messo Adamo, Genesi 2:24). 

Fernando De Angelis

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Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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