«Ezechia fu colui che turò la sorgente superiore delle acque di Ghion, e le convogliò giù
direttamente, attraverso il lato occidentale della città di Davide»
(2 Cronache 32:30).
L'Antico Testamento, nei libri di 2 Re20:20 e 2 Cronache
32:2-4,30, racconta che Ezechia, Re di Giuda dal 727 al 698 AC, chiuse, a scopo
di difesa militare, le sorgenti d'acqua attorno a Gerusalemme, convogliando
l'acqua dell'unica sorgente perenne (Ghion) lungo una condotta sotterranea fino
alla "città di Davide".
La sorgente di Ghion è, infatti, collegata con un
tunnel sotterraneo alla piscina di Siloam, in Gerusalemme. Il tunnel è lungo 533
metri, ben intonacato e l'acqua vi scorre a tutt'oggi. Nel 1880 un ragazzo, che
faceva il bagno nella sorgente di Ghion, ha scoperto un'iscrizione scolpita nel
muro del tunnel, a 6 metri dall'ingresso. La scritta, studiata da Conrad Schick,
uno dei primi esploratori di Gerusalemme, oggi si trova nel Museo Archeologico
di Istanbul; essa riporta la fine dell'impresa, quando le due squadre di
scavatori, partiti dai lati opposti e seguendo probabilmente le crepe naturali
della roccia calcarea, hanno abbattuto il diaframma che li separava, facendo
scorrere le acque di Ghion fino alla piscina di Siloam. La scritta però non
menziona il Re Ezechia.
Mentre per la maggior parte degli studiosi il tunnel
è quello costruito da Ezechia, alcuni ritengono che fosse invece costruito molto
più tardi, nel 2° secolo a.C. (Rogerson J, Davies PR, Was the Siloam Tunnel
built by Hezekiah? Bible Archaeologist 1996;59:138-49); secondo questi
autori gli antichi testi ebraici sarebbero attendibili solo se datati con metodi
diversi dalla paleografia.
Il suggerimento di Rogerson e Davies è stato
prontamente accolto da tre scienziati: Amos Frumkin, del Dipartimento di
Geografia dell'Università Ebraica di Gerusalemme; Aryeh Shimron,
dell'Osservatorio Geologico d'Israele; e Jeff Rosenbaum, dell'Istituto di
Sedimentologia dell'Università di Reading, Gran Bretagna. Questi Autori hanno
prelevato e sottoposto a datazione radiometrica campioni dell'intonaco e delle
stalattiti del tunnel. I risultati della loro ricerca sono stati pubblicati
sulla rivista Nature, nel numero di 11 settembre 2003 (Frumkin A, Shimron
A, Rosenbaum J, Radiometric dating of the Siloam Tunnel, Jerusalem, Nature
2003;425:169-171; copia dell'articolo la si può leggere al seguente link del
Dott. Frumkin: http://geography.huji.ac.il/~geo/personal/Frumkin/Frumkin.html). Il
materiale legnoso incluso nell'intonaco è risultato dell'anno 822-796 a.C.,
quello dei residui di piante a vita breve, nell'intervallo 800-510 a.C. (metodo
del carbonio radioattivo), mentre le stalattiti sono risultate del 400 a.C.
(metodo del torio radioattivo). I risultati di questo studio hanno confermano la
veridicità storica del testo biblico perché le misurazioni effettuate datano il
tunnel proprio nel periodo di Ezechia.
Il risultato è significativo non solo
per l'archeologia biblica, ma anche per quella generale. Si tratta infatti di
una delle condotte d'acqua più antiche del mondo ed è interessante poter
stabilire le modalità di scavo e di intonacatura utilizzati in quell'epoca. Per
quanto riguarda l'archeologia biblica, i siti archeologici dell'antico
testamento sono pochi, non bene identificabili, non contengono materiale
databile radiometricamente e spesso si trovano in territori dove non è permesso
l'accesso agli studiosi. Questa è la prima misurazione con metodo scientifico, e
non soltanto storico-paleografico, di una struttura così antica menzionata
nell'Antico Testamento. Il tunnel è così la struttura biblica dell'età del ferro
meglio datata. Questa vicenda non può che far piacere a coloro che hanno
dato fiducia alle Sacre Scritture.
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