di Anna Maria
Cenci
Vengono qui riassunti, rielaborati e resi più accessibili gli argomenti che l'autore ha già trattati in una precedente e più vasta opera (L'origine del Pentateuco, UCEB, Fondi – LT, 1986) e che fanno vedere come sia del tutto verosimile che sia stato proprio Mosè a scrivere i primi cinque libri della Bibbia (Pentateuco).
Mosè fu dotato dal Signore dell'intelligenza, della cultura e dell'umiltà necessarie a comunicare per scritto non solo la conoscenza degli interventi di Dio avvenuti nel passato, ma anche a ricevere ulteriori rivelazioni rendendone testimonianza. Negare che sia stato lui l'autore di quegli scritti, o negare l'esistenza stessa di Mosè, significa distruggere le fondamenta del grandioso edificio della fede. Mettere in dubbio la verità delle solenni parole: «In principio Dio creò i cieli e la terra» (Genesi 1,1), oppure che Dio abbia effettivamente parlato sul Monte Sinai, significa voler eliminare dalla mente degli uomini l'idea stessa di Dio e la loro responsabilità nei suoi confronti.
Portare, come fa Terino, argomenti inconfutabili riguardo all'autenticità dei primi cinque libri della Bibbia è opera tanto preziosa quanto meritoria; essa mira a ridare un solido fondamento alla fede di molte anime disorientate e frastornate da quelle false dottrine che stanno dilagando in modo impressionante in tutta la cristianità.
Terino cita i più importanti passi dell'Antico e del Nuovo Testamento «che indicano Mosè come responsabile umano della Torah»; documentandosi rigorosamente, confuta l'interpretazione di Wellhausen e seguaci sui vari nomi di Dio presenti nel Pentateuco; nega che l'uso di diversi nomi di Dio sia da attribuire a più autori; confuta anche le ipotesi fatte dagli esegeti moderni sul diluvio, nel quale essi vedono ripetizioni che attribuiscono poi a due diverse fonti. L'autore però non si limita a contrastare le tesi razionaliste, ma fornisce anche alternative più convincenti e documentate, mettendo fra l'altro in risalto il vero contesto storico dell'opera e la concatenazione fra i primi cinque libri della Bibbia. La vasta documentazione tratta dalla letteratura civile e religiosa dei popoli coevi a quello ebraico, infine, gli consente di dimostrare la plausibilità dell'origine mosaica della rivelazione biblica rappresentata dal Pentateuco.
Coraggiosamente, Terino dichiara che la vera ragione per la quale si è voluta negare la paternità mosaica ai primi cinque libri della Bibbia, sta nel non voler riconoscere gli interventi di Dio per il suo popolo, cioè nel non credere nei miracoli, quali il prodigioso passaggio del Mar dei Giunchi (Mar Rosso), l'acqua scaturita dalla roccia, il dono della manna nel deserto: per chi non crede, tutto ciò che non rientra nel razionalismo non può nemmeno essere accettato come storia, mentre il credente non ha difficoltà a vedere l'azione di Dio nel mondo.
In conclusione, siamo molto grati ad Alfredo Terino per aver riaffermato, attraverso uno studio rigoroso e sapiente, la verità della rivelazione biblica, così che essa possa essere con più vigore definita "Parola di Dio".
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