Jerry
Coyne, professore all’Università di Chicago e noto
divulgatore del darwinismo, dichiara di avere dei bruciori di
stomaco.
La
causa è la critica al darwinismo da parte di autorevoli
esponenti della scienza e della cultura.
.La
cosa è più che comprensibile, Jerry
Coyne, uno dei più noti
divulgatori del darwinismo, professore di biologia evoluzionistica
all’Università di Chicago, autore del
best seller “Why evolution is true” e
autore del sito
omonimo, proprio non poteva avere
altra reazione. Il fatto è che la teoria neo-darwiniana
dell’evoluzione è investita da una serie di critiche, ma
questa non sarebbe una novità, il problema è che le
critiche non provengono dai soliti creazionisti della Terra giovane
con i quali si può giocare come il gatto col topo, e neanche
da quei quattro gatti di una CS qualsiasi ai quali basta non
rispondere per indegnità degli interlocutori. Il problema è
che le critiche non possono essere liquidate con sufficienza o
ignorate sperando che nessuno se ne accorga, e così Coyne non
potendone proprio più ha esternato la sua irritazione sul
proprio blog in un articolo intitolato “The
Edge question: two bad answers about evolution”
nel quale se la prende con un lavoro pubblicato sul sito di “Edge“,
un think tank che ambisce ad essere una riedizione del Collegio
Invisibile che fu all’origine della Royal
Society e che comprende alcuni dei più quotati
pensatori del nostro tempo.
Edge
ha posto ai suoi componenti la seguente domanda come tema per il
2014: Quale
idea scientifica è pronta per il pensionamento?
Il
problema, per Coyne, è che alcuni degli interpellati hanno
candidato al pensionamento proprio la teoria neo-darwiniana, e
allora, dopo aver preso un antiacido per la sua gastrite, Coyne si è
messo a spiegare agli autorevoli interlocutori che si sbagliano. Il
primo con cui se la prende è Roger
Highfield, che essendo stato il
responsabile della redazione scientifica del Telegraph,
e ancor di più direttore della rivista New
Scientist, non può essere liquidato facilmente,
Highfield si era già reso responsabile nel 2009 di un articolo
pubblicato proprio su New Scientist dall’inequivocabile titolo
“Why
Darwin was wrong about the tree of life”
(scaricabile gratuitamente al link segnalato).
Nell’articolo
si leggevano infatti affermazioni come le seguenti:
(John
Duprè, filosofo della scienza all’Università
di Exeter) “Se
l’albero della vita esiste è solo una piccola anomala
struttura cresciuta fuori dalla rete della vita“
(Eric
Bapteste, biologo evoluzionista all’Università
Pierre e Marie Curie di Parigi) “Per
lungo tempo il Sacro Gral è stato costruito sull’albero
della vita – Non abbiamo prove comunque che l’albero
della vita sia una realtà“
(Michael
Syvanen, dell’University of California)
“Abbiamo appena annichilito
l’albero della vita. Non è più un albero, è
completamente una diversa topologia. Cosa ne avrebbe fatto Darwin di
Questo?“
Si
trattò di un boccone duro da digerire già all’epoca,
tanto che Coyne ricorda di aver risposto con un articolo dal titolo
che appare più una proclamazione di guerra che una risposta
scientifica “Darwin
proclaimed wrong AGAIN; we fight back!“,
all’articolo seguì una raffica di lettere di protesta
che sostenevano la poco argomentata tesi (testualmente) -“Darwin
si sbagliava” è semplicemente sbagliato-
Ma
l’ammissione di avere avuto attacchi di gastrite Coyne la fa in
riferimento all’intervento di Highfield su Edge, un
intervento nel quale si afferma che:
Se
i biologi evoluzionisti sono davvero dei Cercatori della Verità,
hanno bisogno di concentrarsi maggiormente sulla ricerca di
regolarità matematica della biologia, seguendo le orme dei
giganti, di Sewall Wright , JBS Haldane , Ronald Fisher e così
via .
La
confusione della biologia ha reso relativamente difficile discernere
i fondamenti matematici dell’evoluzione. Forse le leggi della
biologia sono conseguenze deduttive delle leggi della fisica e della
chimica. Forse la selezione naturale non è una conseguenza
statistica della fisica ma una nuova e fondamentale legge
fisica . Qualunque sia il caso, quelle verità –
“Leggi universali” – su cui si basano i fisici e i
chimici appaiono relativamente assenti dalla biologia .
Poco
sembra essere cambiato da una decina di anni fa, quando il compianto
e grande John Maynard Smith ha scritto un capitolo sulla teoria dei
giochi evolutiva per un libro sulle più potenti equazioni
della scienza: il suo contributo non ha incluso una singola
equazione.
Eppure
ci sono già molte formulazioni matematiche dei processi
biologici e la biologia evolutiva sarà veramente arrivata il
giorno in cui gli studenti delle scuole superiori impareranno le
equazioni della vita oltre a leggi del moto di Newton .
Inoltre,
se la fisica è un esempio di ciò che dovrebbe essere
simile ad una disciplina scientifica matura, una disciplina che non
perde tempo ed energie nella lotta contro l’ordine del giorno
di rigetto scientifico dei creazionisti, abbiamo anche
bisogno di abbandonare la cieca adesione all’idea che i
meccanismi dell’evoluzione sono verità che si trovano
fuori discussione.
Si
tratta chiaramente di una vera “mazzata” contro le
posizioni del darwinismo radicale, un brano che avrebbe
potuto benissimo essere stato scritto su Critica Scientifica e che
anzi ne ricalca ampiamente le posizioni, quelle stesse posizioni che
tante volte sono state dichiarate non scientifiche e non degne di
risposta. Evidentemente chi ha sostenuto questo adesso dovrà
farsi consigliare da Coyne gli stessi farmaci contro la gastrite.
Il
secondo bersaglio di Coyne è Kevin
Kelly, cofondatore della
rivista Wired, che ha criticato duramente il
meccanismo delle mutazioni casuali:
Ciò
che viene comunemente chiamato ” mutazione casuale “, in
realtà non si verifica in un modello matematico casuale. Il
processo di mutazione genetica è estremamente complesso, con
molteplici percorsi, che coinvolge più di un sistema . La
ricerca attuale suggerisce che la maggior parte delle mutazioni
spontanee si verificano per errori nel processo di riparazione del
DNA danneggiato. Né il danno né gli errori nella
riparazione hanno dimostrato di essere casuali dove si verificano,
come si verificano, o quando si verificano. Piuttosto l’idea
che le mutazioni sono casuali è semplicemente una supposizione
diffusa da non specialisti e anche da molti insegnanti di biologia.
Non vi è alcuna prova diretta per essa.
Al
contrario ci sono molte prove che la mutazione genetica vari in
modelli. Per esempio è più o meno accettato che il
tasso di mutazione aumenta o diminuisce quando lo stress sulle
cellule aumenta o diminuisce. Questi tassi variabili di mutazione
sono mutazioni indotte da stress da predatori di un organismo e dalla
concorrenza, e così come l’aumento mutazioni è
causato da fattori ambientali ed epigenetici. Le mutazioni hanno
anche dimostrato di avere una maggiore probabilità di
verificarsi nei pressi di un luogo del DNA dove si sono già
verificati mutazioni, creando mutazioni hotspot cluster – un
modello non casuale.
Anche
se non possiamo dire che le mutazioni sono casuali, possiamo dire che
c’è una grande componente caotica, così come vi è
nel lancio di dadi truccati. Ma i dadi truccati non devono essere
confusi con la casualità, perché nel lungo periodo, che
è il lasso di tempo dell’evoluzione polarizzata avrà
conseguenze notevoli. Quindi, per essere chiari: l’evidenza
mostra che il caso gioca un ruolo primario con le mutazioni e che non
ci sarebbe alcuna selezione naturale senza tentativi. Ma non è
casualità. E’ un caso truccato, con molteplici vincoli,
pregiudizi multi- point, numerosi effetti di clustering e
distribuzioni asimmetriche .
Allora
perché l’idea di mutazioni casuali persiste?
L’assunzione di “mutazione casuale” era una
necessità filosofica per lottare contro l’idea
precedente errata dei caratteri acquisiti ereditari, o quello che
viene comunemente chiamato evoluzione lamarckiana. Come un ruvido
primo ordine di approssimazione, la mutazione casuale funziona
abbastanza bene come un quadro intellettuale e sperimentale. Ma
la mancanza di prove dirette per le mutazioni casuali reali ha ora
raggiunto una fase in cui l’idea deve essere dismessa.
Siamo
di fronte ad un altro intervento che sembra riprendere pienamente le
posizioni espresse da sempre su CS.
La
teoria darwiniana ormai sembra soddisfare solo un circolo
autoreferenziale di fondamentalistiche temono di perdere la loro
posizione consolidata, ma la pressione da parte di
altre aree della scienza, e talvolta di nuove leve della biologia,
sembra aumentare.
Noi
ci possiamo rilassare un po’ godendo di questa confortante
compagnia, lasciando Coyne ed altri illustri darwinisti, anche
nazionali, a prendersi un antiacido prima di andare a dormire.
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