Ricapitolando il mio precedente articolo, la glicosi aerobica si
può schematizzare nella seguente formula: C6h12O6
(glucosio)+6O2(ossigeno)=6H2O+6HO2 (anidride carbonica).
L'anidride carbonica è il prodotto di scarto della
respirazione glicotica e viene eliminata nei polmoni attraverso la
respirazione. A questo punto ci si potrebbe chiedere come mai sono
necessarie così tante reazioni chimiche catalizzate da enzimi,
non si sarebbe potuta prendere tutta l'energia contenuta nel glucosio
in una sola volta, in un solo passaggio, evitando tanti sprechi?
In realtà se fosse accaduto questo sarebbe stato devastante
per la cellula per due motivi: si sarebbe prodotta in una sola volta
una tale quantità di energia che la cellula sarebbe bruciata
come una candela, inoltre il rendimento della reazione sarebbe stato
molto basso. Si pensi che nelle macchine costruite dall'uomo
l'energia utile che produce lavoro sul 10-20% del totale, il resto si
disperde in calore; nelle cellule invece l'energia utile che produce
lavoro è di oltre il 50% del totale e questo perchéi
piccoli passi successivi che impacchettano l'energia catalizzati
dagli enzimi specifici producono una notevole quantità di
energia utile che è necessaria per tutte le funzioni della
cellula e ciò senza produrre danni.
Ma ora è giunto il momento di considerare l'altra struttura
deputata negli organismo superiori pluricellulari a captare
l'ossigeno e trasportarlo in ogni cellula consentendo la respirazione
aerobica. Nei mammiferi e quindi anche nell'uomo l'aria contenente
ossigeno viene introdotta attraverso la cavità orale e nasale
in laringe e poi nella trachea che si dirama poi bilateralmente nei
bronchi, poi nei bronchioli, poi nei lobuli polmonari ed infine negli
alveoli polmonari. . Gli alveoli sono il vero organo degli scambi
respiratori ossigeno-anidride carbonica: l'alveolo è rivestito
da due tipi cellule, i pneumociti di tipo 1 e i pneumociti di tipo 2.
I pneumociti di tipo 1 sono le cellule dello scambio respiratorio e
sono il 90% di tutte le cellule alveolari. Sono in forma piatta col
solo nucleo e con pochissimi altri corpuscoli interni in modo da
creare ampi spazi per la diffusione dell'ossigeno in entrata e
dell'anidride carbonica in uscita. Sono inoltre attaccati
lateralmente ai capillari polmonari in modo da facilitare al massimo
la penetrazione dell'ossigeno ai capillari, ossigeno che ha una
altissima affinità con l'emoglobina, una molecola proteica
molto complessa che ha un gruppo chimico contenente ferro e che è
presente nei globuli rossi, cellule modificate senza nucleo che
contengono solo emoglobina che trasporta l'ossigeno nella
circolazione generale portandolo a tutte le cellule. I pneumotici di
tipo due (10% del totale) sono invece delle cellule secretive ,
ricche d ribosomi, di apparato del Golgi e mitocondri e sono deputati
alla secrezione del surfactante che è una sostanza di cui
mescolati insieme fosfolipidi complessi e proteine la quale, una
volta secreta si attacca come una pellicola ai pneumatici respiratori
e ha lo scopo di di abbassare la tensione superficiale aria-acqua
degli alveoli in modo da evitare il collasso degli alveoli durante
l'espirazione e determinare il loro rigonfiamento durante
l'inspirazione. Senza il surfactante si ha una gravissima sindrome
neonatale , il distress respiratorio, che può condurre a morte
il neonato prematuro che ha ancora un deficit di secrezione di
surfactan. Il surfactante possiede inoltre tre tipi di proteine: la
PAD B, la PAD C e la PAD AB; mutazioni di queste proteine provocano
grave distress respiratorio congenito del neonato a termine, con
grave insufficienza respiratoria. Il surfactante è quindi una
sostanza di capitale importanza per una respirazione normale. Infine
la respirazione è anche determinata dai muscoli intercostali,
dal diaframma e dai muscoli del cingolo scapolare. La paralisi di
questi muscoli determina, nelle distrofie muscolari progressive e
altre analoghe malattie genetiche neuromuscolari, la morte per
insufficienza respiratoria. I muscoli respiratori, contraendosi
dilatano la cavità toracica creando una pressione negativa in
cavità pleurica tra il polmone e la parete toracica, pressione
che fa dilatare gli alveoli polmonari. Il movimento dei muscoli
respiratori è in parte volontario e in parte involontario,
avviene infatti anche durante il sonno ed è comandato in modo
automatico dal centro bulbare della respirazione. In conclusione di
questa esposizione si può dire che i meccanismi macroscopici e
molecolari sono straordinariamente integrati e irriducibilmente
complessi, l'uno non può fare a meno dell'altro e anche in
ogni singolo comparto ci sono strutture altamente integrate. tutto
ciò grida progetto da tutte le parti e mette in crisi grave la
teoria del caso e della necessità. La conoscenza scientifica
attuale rimanda ad un progettista intelligente che deve aver fatto
tutte queste meraviglie in tempi rapidi pena l'assenza di
funzionalità di queste strutture.
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