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L'EVOLUZIONE ALLA PROVA DELLA MATEMATICA
di Leonetto - 04/10/13 -
 



Fratus (http://antidarwin.wordpress.com/2011/06/07/botta-e-risposta-con-piergiorgio-odifreddi/) al microfono del buon Salvatore “modera” il quartetto dove, oltre al rodato compagno di trasmissione Pennetta, si inseriscono due  fisici, il prof.Ferdinando Catalano, di cui alcuni ricorderanno questo intevento su RadioGlobeOne ed il prof. PierMaria Boria,che alcuni ricorderanno per il suo intervento nel “dibattito” ospitato su “La Voce d’Italia”,aperto proprio, fortuna volit, dal prof.Piergiorgio Odifreddi (http://www.enzopennetta.it/2012/04/su-la-voce-dibattito-sul-darwinismo/), il matematico impertinente, l’anfitrione del Non senso della vita.

La puntata infatti si apre introducendo come argomento la abbastanza popolare lettera con cuiJoseph Aloisius Ratzinger, già romano pontefice, ha risposto appunto al Piergiorgione Nazionale. Catalano va a spiegare e commentare subito quello che è uno degli argomenti più importanti per comprendere non solo la vicenda, non solo gli argomenti della puntata, ma diverse cose che interessano l’argomento evoluzione e neodarwinismo: la legge di Hardy e Weinberg , che la proposero indipendentemente (

http://antidarwin.files.wordpress.com/2011/06/verbapgo.pdf

http://it.wikipedia.org/wiki/Equilibrio_di_Hardy-Weinberg ).

Tutto iniziò, racconta Catalano, quando nel 2009, l’anno caldo per il bicentenario della nascita diDarwin e per il centocinquantenario della pubblicazione de “L’Origine delle specie”, quindi dove anche  per leggi di marketing era fruttuoso pubblicare su Darwin, Odifreddi pubblicò “In principio era Darwin”. Quì il matematico muove un attacco al fisico Antonio Zichichi (di chiara fede cattolica) perché in un suo saggio “Perché io credo in colui che ha fatto il mondo” afferma che l’evoluzionismo non è una valida teoria scientifica perché manca di carattere predittivo. Infatti spiega che ogni teoria ,degna di tal nome, debba essere in grado di descrivere sì un fenomeno,ma di avere anche predittività, ovvero avere una legge temporale che dica come il sistema  “evolverà” nel tempo, cosa che l’evoluzionismo evidentemente non fa. Ed è quindi così che Odifreddi  afferma che questa legge invece esista e sia proprio l’equilibrio di di Hardy e Weinberg.

Beh,così non è,ma è stata un’affermazione tanto grossolana da fare vincere ad Odifreddi l’ “Equus asinus  aureum. Ora,il professor Catalano svela subito l’arcano,in pochissime parole, se l’evoluzione avviene quando non si verifica il teorema di H&W, in quei casi in cui il teorema fa per così dire “cilecca”, esso non può essere la formula per spiegare questi momenti di eccezione, questi casi in cui fa cilecca. In buona sostanza,e ripropongo anche di leggere questo approfondimento (http://www.enzopennetta.it/2013/04/chi-erano-veramente-i-neanderthal/ ),l’equilibrio di  Hardy & Weinberg  è vero per popolazioni ideali, dove con ideali si intende che siano verificate queste condizioni:

1)La mutazione può essere ignorata
2)Si hanno generazioni discrete, non sovrapposte
3)Gli individui si accoppiano in maniera casuale
4)La dimensione della popolazione è molto grande
5)La popolazione è chiusa
6)La selezione non influenza le frequenze alleliche

Fintanto che non si “spezza” questo equilibrio non si può parlare di “evoluzione”, e esso si spezza appunto lapalissianamente, in presenza di forze evolutive. E quali sono? Sono selezione naturale, incroci non casuali, deriva genetica, migrazioni, selezione artificiale, tutta una serie di contingenze… ibridazioni, speciazioni, formazione di chimere, mutazioni intra-specie (robertsonian fusion, tandem fusion etc..), trasposizioni, adattamenti all’ambiente propri di certe specie (metaprogrammazione, borrowed information), endogenizzazione, simbiosi, processi Innovazione – Amplificazione – Divergenza, processi Potenziamento – Attualizzazione – Perfezionamento e molti altri…

Tutte  queste forze però, benché importanti nel campo della biologia evoluzionista,della genetica delle popolazioni non portano, questo riferiscono i dati, ad una vera evoluzione, dove con essa intendiamo la comparsa nella biosfera di nuove funzioni, organi e gruppi tassonomici,mentre tutto il resto che lo si chiami adattamento, involuzione, microevoluzione o altro è irrilevante ma se lo si chiama evoluzione poi occorre non mescolare le cose. Altrimenti si corre il rischio nel cadere nell’errore per cui in presenza di due fenomeni A e B, riuniti in un unico macro-fenomeno, dimostro, spiego, osservo che avvenga e in buona misura come avvenga B e poi vado ad estendere tutte le conclusioni anche ad A. Ma se A è un fenomeno distinto da B, che richiede il verificarsi di cose che non interessano B, anche se i due siano collegati,questo procedimento logico risulta profondamente errato.

Le mutazioni (errori di copiatura del DNA) si verificano continuamente (anche senza la selezione), ma la maggior parte di esse sono “neutrali”, cioè rendono il genoma di pochissimo “difettoso” rispetto all’originale e senza che ciò pregiudichi la vitalità dell’organismo. Una piccola parte delle mutazioni sono non neutrali (anche più mutazioni a catena nel tempo) e possono causare incompatibilità o favorire un’adattamento. Poi secondo l’ipotesi neodarwiniana dovrebbero anche portare delle novità, cosa che però manca… e fra l’altro fintanto che non influenzano il fenotipo la selezione non interviene,per definizione.

Bisogna anche fare una precisazione, ovviamente in quanto scritto si tiene anche conto dell’impatto che l’ambiente ha anche a livello di genotipo. Lo stress ambientale che interviene per esempio su alcune popolazioni può avere ricadute sulla prole influenzando più o meno drasticamente l’espressione di tratti e quindi conseguentemente “dare vita” a  fenotipi che sono un risultato adattativo allo stress che l’ha indotto.

Ma tutti gli impatti ecologici, tutti questi meccanismi (comprensivi anche di attivazioni/disattivazioni di geni o blocchi di geni) che fanno parte di tutto quell’elenco di cui sopra sono fenomeni propri dell’adattamento di una popolazione, e sono cose che, per estensione, si ritrovano concettualmente per esempio nel caso della Drosophyla  ma non possiamo parlare di evoluzione. Non è possibile farlo. Abbiamo più volte rimarcato, spiegato ed argomentato il perché evoluzione non debba intendersi in alcuni modi (http://www.enzopennetta.it/2013/04/il-rischio-del-ridicolo/ ) e perché ciò porti ad errori e a fare confusione.

L'intero articolo:

http://antidarwin.wordpress.com/2013/10/03/levoluzione-alla-prova-della-matematica-lapprofondimento-di-leonetto/



 

Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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