Darwin
disse che l’evoluzione ha bisogno di grandi quantità di
tempo, e per questo motivo non possiamo vederla. Diversamente da
Darwin, i moderni evoluzionisti hanno molte più risorse
tecniche a loro disposizione. Per mezzo di questi strumenti avanzati
essi potrebbero mostrarci l’evoluzione in laboratorio. Con le
moderne tecnologie, essi possono comprimere milioni di anni di
evoluzione in pochi anni di lavoro sperimentale. Siccome
l’evoluzione dipende dal tempo di riproduzione degli organismi,
essi possono allevare popolazioni di organismi che hanno veloci tempi
di riproduzione, ad esempio, i batteri, i moscerini, ecc..
L’evoluzione è basata sulle mutazioni genetiche casuali,
quindi essi possono usare prodotti chimici o mezzi fisici che
aumentano enormemente la frequenza delle mutazioni. Uno di questi
mezzi è la radioattività: le radiazioni ionizzanti
hanno potenti effetti mutazionali sui tessuti biologici e i genomi
(DNA). Gli scienziati affermano che la radioattività
produce con frequenza maggiore le stesse mutazioni che avvengono
continuamente e spontaneamente in natura. Gli effetti genetici della
radioattività sono impossibili da distinguere dalle mutazioni
naturali. Ciò è importante perché abbiamo la
garanzia che la “qualità”, per così dire,
della mutazioni indotte dalla radioattività è identica
a quella delle mutazioni naturali. Gli evoluzionisti quindi possono
essere certi che ciò che cambia è solo la frequenza
(che è molto maggiore nel caso della radioattività).
Questo è esattamente ciò che conta perché,
siccome le mutazioni naturali casuali sono il motore dell’evoluzione,
gli scienziati possono incrementare a piacimento la velocità
di questo motore semplicemente aumentando la frequenza delle
mutazioni per mezzo delle radiazioni. Un esperimento di
“evoluzione veloce” in laboratorio può essere
configurato come segue:
Notare
la freccia di retroazione simbolizzante la possibilità di
riciclare n volte il processo fino ad ottenere come output qualche
interessante nuovo organismo (rappresentato dal grande
“super-insetto” sulla destra). Ovviamente le moderne
tecnologie possono grandemente aiutare l’automazione e la
robotizzazione dell’intero processo. Gli effetti biologici
della radioattività sono conosciuti sin dal 1920. Subito gli
scienziati evoluzionisti iniziarono con entusiasmo questo genere di
esperimenti con la sincera speranza di provare l’evoluzione in
laboratorio. Sfortunatamente, a differenza della figura, i risultati
dei loro numerosi esperimenti di irradiazione dei moscerini non hanno
mostrato in ouput altro che moscerini. Dopo quasi un secolo e milioni
di generazioni di moscerini irradiati con i raggi X, niente di nuovo
è stato prodotto, se non moscerini anomali, danneggiati,
malati. Infatti le mutazioni hanno indotto solo malattie,
mostruosità, malformazioni, tumori e morte. Finora centinaia
di tipi diversi di mutazioni sono stati identificati negli
esperimenti di irradiazione, ma nessuna di queste varianti ha
prodotto un nuovo organismo. La stessa cosa è successa negli
esperimenti sui batteri. Gli evoluzionisti tentano una difesa
dicendo che “alte esposizioni alle radiazioni sono dannose e
anche mortali”. Questa ovviamente non è una difesa,
bensì una chiara ammissione che l’evoluzione Darwiniana
non funziona. Infatti abbiamo chiarito sopra che vale l’equazione
“radiazioni = mutazioni”. Quindi forti radiazioni
significano grandi frequenze di mutazione e questo dovrebbe
incrementare l’evoluzione, per come essa è da loro
stessi definita. Se, invece dell’evoluzione, i risultati
ottenuti sono danni e morte, le mutazioni genetiche casuali non
possono essere la forza trainante della creazione degli organismi,
come il Darwinismo sostiene. In definitiva questi esperimenti,
seppure al prezzo della morte di innumerevoli esseri, hanno
dimostrato sperimentalmente la falsità del Darwinismo. Se
il Darwinismo fosse vero, allora gli esperimenti di “evoluzione
veloce” dovrebbero provarlo in laboratorio, ed essi non lo
fanno. La conclusione è che l’evoluzione, oltre alle
innumerevoli ragioni concettuali che la confutano, è smentita
anche dall’evidenza sperimentale. In un certo senso questo
fallimento atomico dell’idea di Darwin può essere
chiamato la “Chernobyl dell’evoluzione”. Dal
sito progetto
cosmo. http://progettocosmo.altervista.org/index.php?option=content&task=view&id=160
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