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LA CHERNOBYL DELL'EVOLUZIONE
tratto da Progetto Cosmo - 27/09/13
 




Darwin disse che l’evoluzione ha bisogno di grandi quantità di tempo, e per questo motivo non possiamo vederla. Diversamente da Darwin, i moderni evoluzionisti hanno molte più risorse tecniche a loro disposizione. Per mezzo di questi strumenti avanzati essi potrebbero mostrarci l’evoluzione in laboratorio. Con le moderne tecnologie, essi possono comprimere milioni di anni di evoluzione in pochi anni di lavoro sperimentale.
Siccome l’evoluzione dipende dal tempo di riproduzione degli organismi, essi possono allevare popolazioni di organismi che hanno veloci tempi di riproduzione, ad esempio, i batteri, i moscerini, ecc.. L’evoluzione è basata sulle mutazioni genetiche casuali, quindi essi possono usare prodotti chimici o mezzi fisici che aumentano enormemente la frequenza delle mutazioni. Uno di questi mezzi è la radioattività: le radiazioni ionizzanti hanno potenti effetti mutazionali sui tessuti biologici e i genomi (DNA).
Gli scienziati affermano che la radioattività produce con frequenza maggiore le stesse mutazioni che avvengono continuamente e spontaneamente in natura. Gli effetti genetici della radioattività sono impossibili da distinguere dalle mutazioni naturali.
Ciò è importante perché abbiamo la garanzia che la “qualità”, per così dire, della mutazioni indotte dalla radioattività è identica a quella delle mutazioni naturali. Gli evoluzionisti quindi possono essere certi che ciò che cambia è solo la frequenza (che è molto maggiore nel caso della radioattività). Questo è esattamente ciò che conta perché, siccome le mutazioni naturali casuali sono il motore dell’evoluzione, gli scienziati possono incrementare a piacimento la velocità di questo motore semplicemente aumentando la frequenza delle mutazioni per mezzo delle radiazioni.
Un esperimento di “evoluzione veloce” in laboratorio può essere configurato come segue:


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Notare la freccia di retroazione simbolizzante la possibilità di riciclare n volte il processo fino ad ottenere come output qualche interessante nuovo organismo (rappresentato dal grande “super-insetto” sulla destra). Ovviamente le moderne tecnologie possono grandemente aiutare l’automazione e la robotizzazione dell’intero processo.
Gli effetti biologici della radioattività sono conosciuti sin dal 1920. Subito gli scienziati evoluzionisti iniziarono con entusiasmo questo genere di esperimenti con la sincera speranza di provare l’evoluzione in laboratorio. Sfortunatamente, a differenza della figura, i risultati dei loro numerosi esperimenti di irradiazione dei moscerini non hanno mostrato in ouput altro che moscerini. Dopo quasi un secolo e milioni di generazioni di moscerini irradiati con i raggi X, niente di nuovo è stato prodotto, se non moscerini anomali, danneggiati, malati. Infatti le mutazioni hanno indotto solo malattie, mostruosità, malformazioni, tumori e morte. Finora centinaia di tipi diversi di mutazioni sono stati identificati negli esperimenti di irradiazione, ma nessuna di queste varianti ha prodotto un nuovo organismo. La stessa cosa è successa negli esperimenti sui batteri.
Gli evoluzionisti tentano una difesa dicendo che “alte esposizioni alle radiazioni sono dannose e anche mortali”. Questa ovviamente non è una difesa, bensì una chiara ammissione che l’evoluzione Darwiniana non funziona. Infatti abbiamo chiarito sopra che vale l’equazione “radiazioni = mutazioni”. Quindi forti radiazioni significano grandi frequenze di mutazione e questo dovrebbe incrementare l’evoluzione, per come essa è da loro stessi definita. Se, invece dell’evoluzione, i risultati ottenuti sono danni e morte, le mutazioni genetiche casuali non possono essere la forza trainante della creazione degli organismi, come il Darwinismo sostiene. In definitiva questi esperimenti, seppure al prezzo della morte di innumerevoli esseri, hanno dimostrato sperimentalmente la falsità del Darwinismo.
Se il Darwinismo fosse vero, allora gli esperimenti di “evoluzione veloce” dovrebbero provarlo in laboratorio, ed essi non lo fanno. La conclusione è che l’evoluzione, oltre alle innumerevoli ragioni concettuali che la confutano, è smentita anche dall’evidenza sperimentale. In un certo senso questo fallimento atomico dell’idea di Darwin può essere chiamato la “Chernobyl dell’evoluzione”.
Dal sito progetto cosmo. http://progettocosmo.altervista.org/index.php?option=content&task=view&id=160



 

Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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