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NUOVO ROMPICAPO EVOLUZIONISTA
di E. Pennetta - 03/09/13 -
 

I MECCANISMI QUANTISTICI DELLA FOTOSINTESI

Uno studio rivela un'ottimizzazione della fotosintesi a livello quantistico


Ma il meccanismo per caso e selezione non ottimizza.

 

Quantum Coherent Energy Transfer over Varying Pathways in Single Light-Harvesting Complexesè il titolo con il quale è stato pubblicato un articolo su Science il 21 giugno scorso. Si tratta di uno studio che ha rivelato meccanismi sinora inimmaginabili nella fotosintesi:

I nostri dati suggeriscono che una longeva coerenza quantistica rende robusti i sistemi fotosintetici in presenza di disordine, che è un prerequisito per un efficace raccolta della luce.

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Che qualcosa di estremamente efficiente accadesse nella fotosintesi era immaginabile a partire dalla constatazione dell’incredibile rendimento energetico del processo fotosintetico rispetto a quello ottenuto con i più moderni pannelli fotovoltaici, come riportato su Le Scienze online in un articolo intitolato “I segreti quantistici della fotosintesiche fa riferimento allo stesso studio:

 Per la prima volta sono stati osservati nel dettaglio i processi fotochimici che permettono alla fotosintesi di convertire l’energia in modo altamente efficiente – pari a circa il 95 per cento contro il 20 per cento circa delle attuali celle fotovoltaiche…

 .

L’elevatissima efficienza è dovuta a meccanismi che evitano il verificarsi di fenomeni di decoerenza quantistica che farebbero perdere energia al sistema, come ha spiegato il coordinatore dello studio Niek van Hulst, sempre su Le Scienze:

Questi risultati – ha detto Niek van Hulst, che ha coordinato lo studio – dimostrano che la coerenza, il fenomeno quantistico di sovrapposizione di stati, è responsabile del mantenimento degli elevati livelli di efficienza del trasporto energetico nei sistemi biologici, anche quando adattano i percorsi del trasporto dell’energia sotto l’influsso di fattori ambientali.”

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Non sappiamo se questo sistema sia il migliore pensabile, ma un’efficienza del 95% (contro il 20% reso possibile dalla pur elevata tecnologia attuale) rappresenta indubbiamente un altissimo livello di ottimizzazione del processo fotosintetico. Ma come fatto notare da J. Fodor M.P. Palmarini, i meccanismi neodarwiniani non sono tali da portare all’ottimizzazione dei sistemi.

Infatti, nel loro noto lavoro  “Gli errori di Darwin, i due autori riportano l’esempio del sistema nervoso di un macaco e di un nematode. Al riguardo fanno notare che le connessioni nel macaco sono progettate “meglio dei migliori microchip industriali(pag.98), infatti meno di una configurazione su un milione si conforma meglio di quella del macaco, e nel caso del nematode gli 11 gangli hanno un’ottimizzazione delle connessioni che risulta la migliore tra le 40.000.000 di combinazioni possibili. Questo significa che i circuiti neuronali presi in esame sono “ottimizzati,che cioè i collegamenti tra i neuroni sono i più efficienti possibili. Ma l’evoluzione che avviene secondo i principi del caso e della necessità può solo migliorare progressivamente, non ottimizzare.

Ed ecco adesso un nuovo caso di ottimizzazione, l’efficienza della fotosintesi clorofilliana con il suo 95% non lascia molto margine di miglioramento. 

E come abbia fatto il meccanismo per caso e selezione ad “indovinare” in tempi ristretti (dal punto di vista evoluzionistico) proprio quelle proteine che messe insieme compiono un lavoro coordinato a livello quantistico ovviamente non è dato saperlo.

L’unica risposta che ci è data recita “caso e pressione selettiva”, nessuna legge di natura, nessun esperimento corroborante e nessuna possibile confutazione, solamente due fattori che si potrebbero applicare a qualunque fenomeno. Ma non ne spiegano nessuno.

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Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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