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EVOLUZIONE: IL ROMPICAPO DELLA MENOPAUSA
di E. Pennetta - 26/07/13-
 

 

La menopausa è una caratteristica per definizione non selezionabile.

 

Com’è possibile allora che sia il prodotto di un’evoluzione darwiniana?

 

 La menopausa è il momento in cui nella specie Homo sapiens e in poche altre si interrompe il periodo fertile femminile, dal punto di vista dell’evoluzione per mutazione e selezione questo è un vero e proprio problema. Secondo la teoria neodarwiniana infatti l’evoluzione avviene per mezzo della selezione naturale dei caratteri vantaggiosi, per mezzo della selezione sessuale e in definitiva per successo riproduttivo. 

Un evento che per sua stessa natura si può solamente verificare dopo la fine della capacità riproduttiva non può dunque essere evoluto secondo nessuno dei meccanismi elencati.  La prima donna in cui si fosse manifestato il carattere “menopausa” non avrebbe infatti potuto trasmetterlo alla discendenza, se infatti avesse potuto trasmettere i suoi caratteri non sarebbe ancora stata in menopausa e quindi il “vantaggio” di tale carattere non avrebbe avuto modo di manifestarsi.

Siamo dunque in presenza di un vero paradosso evoluzionista. Un tentativo di soluzione è venuto dall’ipotesi che i figli delle giovani madri possano aver ricevuto anche le cure delle nonne una volta che queste fossero state liberate dalla cura dei propri figli. Tale ipotesi ha avuto tra i suoi sostenitoriRichard Dawkins il quale nel suo sito ha dato notizia del fatto che essa sembra aver trovato infine conferma in un articolo dal titolo “In-law infighting boosted evolution of menopause” pubblicato suNature nell’agosto 2012. Dal sito di Dawkins si può ricavare una sintesi del lavoro pubblicato su Nature:

Mirkka Lahdenperä, un ecologo presso l’Università di Turku, in Finlandia, ed i suoi colleghi hanno usato i dati degli atti di nascita, morte e matrimonio meticolosamente tenuti dalla chiesa luterana nel paese tra il 1702 e il 1908. Scavando nei dati, i ricercatori hanno scoperto che le probabilità che i bambini morissero erano aumentate quando le suocere e le nuore avevano partorito circa allo stesso tempo. Per i bambini delle donne più anziane, la sopravvivenza era scesa del 50%. Per i bambini delle nuore era scesa del 66%. Tuttavia, se madri e figlie avevano figli al tempo stesso, la sopravvivenza di quei bambini non veniva influenzata.

I valori della famiglia

I risultati suggeriscono che sarebbe utile smettere di avere figli una volta che la nuora è entrato nella mischia. “Siamo rimasti sorpresi che il risultato sia stato così forte”, spiega Andrew Russell, un ecologo presso l’Università di Exeter, nel Regno Unito, che faceva parte del gruppo di ricerca. Egli suggerisce che forse i suoceri hanno combattuto per il cibo per i propri figli, invece di cooperare come madri e figlie potrebbero.

 A parte il fatto che come per tutte le spiegazioni darwiniane non è possibile averne una conferma sperimentale ma bisogna accontentarsi di una delle “storie proprio così“, di cui si lamentava S.J. Gould, la spiegazione appare in realtà molto debole, infatti se la cooperazione delle nonne materne è comunque garantita anche nel caso di gravidanze contemporanee, questo fatto costituirebbe un vantaggio riproduttivo per quelle famiglie che hanno madre e figlia incinte. Un vantaggio in grado di neutralizzare quantomeno lo svantaggio di avere incinte contemporaneamente suocere e nuore.

Ma poiché non è affatto detto che le gravidanze siano più o meno contemporanee, resterebbe un vantaggio riproduttivo per le portatrici di geni per la fertilità illimitata nei confronti delle portatrici di geni per la menopausa.

La spiegazione che potremmo definire di Dawkins – Nature, non ha convinto neanche i ricercatori della McMaster University, a Hamilton, in Canada – Richard A. MortonJonathan R. StoneRama S. Singh.

Questi ultimi hanno infatti pubblicato lo scorso 13 giugno su PLoS Computational Biology un articolo intitolato “Mate Choice and the Origin of Menopause” nel quale propongono una soluzione alternativa. I dubbi dei ricercatori riguardo alla ipotesi di Dawkins sono stati riportati su Le Scienzenell’articolo intitolato “E’ dei maschi la colpa (evolutiva) della menopausa“, nel quale leggiamo infatti:

Una delle teorie finora più accreditate per spiegare questa singolarità era quella “della nonna”, che prende spunto dalla straordinaria lunghezza del periodo di cura necessario ai nostri piccoli: le donne si sarebbero evolute per diventare sterili dopo una certa età per poter collaborare all’accudimento dei nipoti e aumentare così la sopravvivenza della stirpe.

Questa teoria però – osservano Morton e colleghi, che firmano un articolo sulla rivista “PLoS Computational Biology” – presuppone un’anomala azione della selezione a favore della sterilità invece che della fitness individuale e della riproduzione.

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La proposta di questo nuovo studio è quella di individuare nella preferenza dei maschi umani verso le giovani donne la causa dell’affermazione del carattere legato alla menopausa. Non scegliendo infatti le donne più anziane i maschi avrebbero reso non selezionabile la mutazione negativa legata all’infertilità. Il che rientrerebbe in definitiva nel caso darwiniano della selezione sessuale. Ovviamente non dimostrabile.

Ma quello che non si capisce è perché mai solo la mutazione legata alla sterilità avrebbe danneggiato il genoma femminile che per il resto se la cava benissimo dato che la speranza di vita delle donne è più alta di quella degli uomini.

E non si capisce perché mai la selezione sessuale debba aver avuto modo di operare a svantaggio delle ultra quarantenni in una preistoria in cui sembra che l’aspettativa di vita fosse inferiore a tale limite.

E infine, si dovrebbe spiegare come mai la mutazione che ha portato la menopausa si sia diffusa all’intera popolazione e non sia presente solo in un certo numero di individui, come l’ipotesi di una deriva genetica dovrebbe far pensare.

Quel che in definitiva emerge è che gli sforzi di spiegare la menopausa con meccanismi darwiniani sembrano ottenere il risultato opposto giungendo a mettere in evidenza il fatto che la menopausa rappresenta per la teoria neodarwiniana un vero “rompicapo“.

Termine che va inteso in senso kuhniano di premessa alla crisi della teoria.

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Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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