MAESTRO: Caro
amico mio: abbiamo detto che qualunque discussione scientifica per
essere conclusiva richiede necessariamente (anche se non
sufficientemente) che vengano concordati i fondamentali. Nel caso
della teoria dell’evoluzione è necessario e sufficiente
il già citato Principio di conservazione delle proprietà
naturali. Chi può rigettarlo? E con quali argomentazioni?
ALLIEVO: Possibile?
Ho letto diatribe furiose tra biologi, paleontologi, tuttologi,
sfaccendati, dottori, infermieri, geologi, operatori ecologici,
prosseneti e licenziose pulzelle che spaccavano il capello in
quattro, esaminando tutte le minuzie al microscopio…
M: E’
qui la fregatura!... Bisogna essere essenziali, seguire i principi,
altrimenti ci si perde in dettagli opinabili e non verificabili
(giusta l’applicazione del Rasoio di Occam), ci si perde tra le
parole ed ha la meglio chi è oralmente più abile (leggo
nei tuoi occhi un cattivo pensiero in riferimento alle citate
pulzelle, notoriamente brave nelle prove orali e deficitarie nelle
prove scritte!), non chi è più sapiente.
Per
mostrare l’assurdità delle teorie evoluzioniste
assumiamo come fondamentale il Principio di conservazione delle
proprietà naturali. Con l’ausilio di tale principio
si arriva con pochi passaggi alla conclusione che l’evoluzione
darwiniana non c’è mai stata.
Reperti
fossili: in uno stupendo volume (stupendo per la grafica, le foto, i
riferimenti accurati, che non sfigurerebbe tra le magistrali edizioni
del National Geographic) dal titolo “Atlante della
Creazione” l’autore, Harun Yahya (uno che è
anche bene “in grana” tanto che si può permettere
il lusso di regalare i suoi favolosi volumi, e spesso nel caustico
mirino di Richard Dawkins), documenta, con fotografie e commenti
adeguati, che i reperti fossili animali e vegetali, risalenti alle
più disparate ere geologiche (centinaia di milioni di anni
fa), non differiscono da quelli di oggi.
Guarda
l’ostrica del giurassico, la vespa dell’eocene, il riccio
di mare ed il coccodrillo del cretaceo: tali e quali a quelli
odierni… Vedere per credere… E questo rafforza la tesi
che animali e vegetali siano stati creati d’emblée. Nei
tanti milioni di anni (che, in una scala cosmica, sono comunque un
batter di ciglia!) non c’è stato nessunissimo
cambiamento.
A: Ricordo
di avere letto, in uno dei tanti testi contro, che autentici imbrogli
sono stati ampiamente smascherati senza che il dogma evoluzionista ne
abbia sofferto quanto meritava! Ho visto che Tommaso Heinze ha
prodotto un ponderoso e dettagliato manuale in cui cita una montagna
di incongruenze, falsi, scherzi di buontemponi e cose simili
affrontando in dettaglio questioni di biologia, paleontologia,
termodinamica etc. associabili all’argomento.
M: Vorrei
essere originale invitandoti a riflettere partendo dal punto di vista
dei principi naturali, che fanno da supporto a ragionamenti semplici
ed accessibili a tutti.
In
effetti dall’uomo di Piltdown, a Lucy, agli esperimenti di
Stanley Miller tutto congiura contro il Pensiero Unico: tuttavia esso
gode di uno zoccolo duro formato da puri e duri che, come mi è
già capitato, alle volte rinunciano al confronto… in
nome della Scienza (quella con la esse maiuscola!) di cui si
autonominano alfieri!
Un
effetto dannosissimo è prodotto dai libri di testo per
l’insegnamento delle Scienze Naturali nelle scuole di ogni
ordine e grado: il biologo statunitense Jonathan Wells (sulla rivista
American Spectator) riferisce delle proprie esperienze sui
testi di scienze adottati nelle scuole americane, prima come studente
e poi come professore (Ph.D. in Biologia della Cellula).
Esistono
veri falsi (o falsi veri?): da un lato si utilizza la teoria
darwiniana per interpretare i fossili, dall’altro si dice che i
fossili esaminati confermano la stessa teoria!
Si
utilizzano illustrazioni vecchie di oltre un secolo, realizzate già
allora in modo tendenzioso, da tempo riconosciute apertamente false
(disegni di Haeckel), controllando in modo subliminale lo spirito
critico degli studenti (d’altronde lo stesso Wells ha aperto
gli occhi dopo il dottorato…).
A: …Circolano lunghi
elenchi di bufale...
M: Non apriamo altri intermezzi
diamo il nostro modesto contributo alla discussione: ora applichiamo
semplicemente il Principio di conservazione delle proprietà
evolutive: tale principio dice che se le proprietà
evolutive naturali esistevano in passato, in virtù del
Principio generale di conservazione delle proprietà naturali,
esse proprietà devono esistere tutt’ora.
Facciamo
dunque quel che si chiama un esperimento pensato: armiamoci di
macchina fotografica, risaliamo all’origine della vita e
scattiamo di tanto in tanto un’istantanea in grado di
testimoniare l’evoluzione degli esseri viventi:
Terza
istantanea: nel mare fotografiamo un pesce (o quel che gli
evoluzionisti preferiscono), mentre all’intorno potremo
ammirare tutte le forme di vita che hanno un grado di evoluzione
inferiore al pesce, dall’organismo elementare in avanti;
fissiamo il panorama nella pellicola.
In
ogni istantanea troveremo, in successione, tutte le forme, precedenti
assieme alle contingenti, ma proprio tutte. E non sarà
possibile distinguere tra forme furbescamente dette di transizione e
forme “definitive” (ma definitive non ne dovrebbero
esistere dato che non è dimostrato che l’homo sapiens
sia un punto d’arrivo!). Qualche forma sarà soggetta
ad estinzione, d’accordo, qualche altra si adatterà
meglio ad un ambiente più caldo, qualche altra ad un ambiente
più freddo, qualcuna tirerà le cuoia etc. etc.
Se
arriva il meteorite (o l’eruzione del vulcano) che, combinando
grossi guai provocherà, tra l’altro, l’estinzione
dei dinosauri, e se chi si estingue rimane estinto, e l’evoluzione
non lo rimpiazza, la teoria comincia a scricchiolare (la congruenza
dell’osservazione c’è: è troppo facile
emettere qualche grugnesco bla bla campato in aria, non verificabile,
per contraddire).
Facendo
tante istantanee, fino ai nostri giorni, dovremmo
trovare, viventi, anche tutte le forme intermedie, a
cominciare dagli organismi unicellulari che abbiamo fotografato al
primo scatto (e che, effettivamente, troviamo e che troveremo anche
nell’ultimo fatto ai nostri giorni) e che proseguiranno nella
loro evoluzione mentre dei nuovi organismi semplici nasceranno ancora
etc. etc.
Domanda:
sai perché le scimmie hanno assunto la posizione eretta?
A: Maestro
mio, no!
M: Trattieni
le risate: la risposta ufficiale degli evoluzionisti (Piero Angelo
docet) è “perché l’erba era alta”.
Continuiamo,
dunque, con le nostre fotografie: abbiamo ancora delle scimmie?
A: Direi
di si…
M: Abbiamo
ancora erba alta?
A: Ridirei
di si…
M: Ti
pare che abbiamo ancora scimmie che assumono la posizione eretta?
Oppure sono diventate così intelligenti da circuitare il campo
d’erba alta per comunicare tra loro oppure hanno imparato ad
usare la falce (il martello)…
A: …maestro
mio basta così… Mettiamo via la macchina fotografica.
La faccenda dell’erba alta è veramente assurda!
M: Eppure
questo si insegna ai giovani d’oggi. Tale e
quale! Ed i (rari) genitori che fanno le loro rimostranze
perché non accettano che ai propri figli vengano ammannite
queste balle vengono trattati come imbecilli fondamentalisti, magari
religiosi, anche se la creazione, come si sa (stiracchiando di qua e
stiracchiando di là…) è data per compatibile con
l’evoluzione (ma la religione, in quel che abbiamo detto qui,
non c’entra proprio per nulla!).
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