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L'EVOLUZIONE DEL NULLA - CAP. 9 DI "CARO AMICO MIO"
di P.M. Boria - 07/06/13
 



MAESTRO: Caro amico mio: abbiamo detto che qualunque discussione scientifica per essere conclusiva richiede necessariamente (anche se non sufficientemente) che vengano concordati i fondamentali. Nel caso della teoria dell’evoluzione è necessario e sufficiente il già citato Principio di conservazione delle proprietà naturali. Chi può rigettarlo? E con quali argomentazioni?


ALLIEVO: Possibile? Ho letto diatribe furiose tra biologi, paleontologi, tuttologi, sfaccendati, dottori, infermieri, geologi, operatori ecologici, prosseneti e licenziose pulzelle che spaccavano il capello in quattro, esaminando tutte le minuzie al microscopio…


M: E’ qui la fregatura!... Bisogna essere essenziali, seguire i principi, altrimenti ci si perde in dettagli opinabili e non verificabili (giusta l’applicazione del Rasoio di Occam), ci si perde tra le parole ed ha la meglio chi è oralmente più abile (leggo nei tuoi occhi un cattivo pensiero in riferimento alle citate pulzelle, notoriamente brave nelle prove orali e deficitarie nelle prove scritte!), non chi è più sapiente.

Per mostrare l’assurdità delle teorie evoluzioniste assumiamo come fondamentale il Principio di conservazione delle proprietà naturali. Con l’ausilio di tale principio si arriva con pochi passaggi alla conclusione che l’evoluzione darwiniana non c’è mai stata.

Reperti fossili: in uno stupendo volume (stupendo per la grafica, le foto, i riferimenti accurati, che non sfigurerebbe tra le magistrali edizioni del National Geographic) dal titolo “Atlante della Creazione” l’autore, Harun Yahya (uno che è anche bene “in grana” tanto che si può permettere il lusso di regalare i suoi favolosi volumi, e spesso nel caustico mirino di Richard Dawkins), documenta, con fotografie e commenti adeguati, che i reperti fossili animali e vegetali, risalenti alle più disparate ere geologiche (centinaia di milioni di anni fa), non differiscono da quelli di oggi.

Guarda l’ostrica del giurassico, la vespa dell’eocene, il riccio di mare ed il coccodrillo del cretaceo: tali e quali a quelli odierni… Vedere per credere… E questo rafforza la tesi che animali e vegetali siano stati creati d’emblée. Nei tanti milioni di anni (che, in una scala cosmica, sono comunque un batter di ciglia!) non c’è stato nessunissimo cambiamento.


A: Ricordo di avere letto, in uno dei tanti testi contro, che autentici imbrogli sono stati ampiamente smascherati senza che il dogma evoluzionista ne abbia sofferto quanto meritava! Ho visto che Tommaso Heinze ha prodotto un ponderoso e dettagliato manuale in cui cita una montagna di incongruenze, falsi, scherzi di buontemponi e cose simili affrontando in dettaglio questioni di biologia, paleontologia, termodinamica etc. associabili all’argomento.

M: Vorrei essere originale invitandoti a riflettere partendo dal punto di vista dei principi naturali, che fanno da supporto a ragionamenti semplici ed accessibili a tutti.

In effetti dall’uomo di Piltdown, a Lucy, agli esperimenti di Stanley Miller tutto congiura contro il Pensiero Unico: tuttavia esso gode di uno zoccolo duro formato da puri e duri che, come mi è già capitato, alle volte rinunciano al confronto… in nome della Scienza (quella con la esse maiuscola!) di cui si autonominano alfieri!

Un effetto dannosissimo è prodotto dai libri di testo per l’insegnamento delle Scienze Naturali nelle scuole di ogni ordine e grado: il biologo statunitense Jonathan Wells (sulla rivista American Spectator) riferisce delle proprie esperienze sui testi di scienze adottati nelle scuole americane, prima come studente e poi come professore (Ph.D. in Biologia della Cellula).

Esistono veri falsi (o falsi veri?): da un lato si utilizza la teoria darwiniana per interpretare i fossili, dall’altro si dice che i fossili esaminati confermano la stessa teoria!

Si utilizzano illustrazioni vecchie di oltre un secolo, realizzate già allora in modo tendenzioso, da tempo riconosciute apertamente false (disegni di Haeckel), controllando in modo subliminale lo spirito critico degli studenti (d’altronde lo stesso Wells ha aperto gli occhi dopo il dottorato…).


A: …Circolano lunghi elenchi di bufale...


M: Non apriamo altri intermezzi diamo il nostro modesto contributo alla discussione: ora applichiamo semplicemente il Principio di conservazione delle proprietà evolutive: tale principio dice che se le proprietà evolutive naturali esistevano in passato, in virtù del Principio generale di conservazione delle proprietà naturali, esse proprietà devono esistere tutt’ora.


A: Un tale principio mi sembra irrinunciabile!


M: Facciamo dunque quel che si chiama un esperimento pensato: armiamoci di macchina fotografica, risaliamo all’origine della vita e scattiamo di tanto in tanto un’istantanea in grado di testimoniare l’evoluzione degli esseri viventi:


  • Prima istantanea: da qualche parte troveremo i primi organismi viventi, supponiamo unicellulari; li fissiamo sulla pellicola.


  • Seconda istantanea: i primi organismi viventi si evolvono, mentre, da qualche altra parte se ne originano degli altri (ne esistono tuttora!); fissiamo il tutto sulla pellicola.


  • Terza istantanea: nel mare fotografiamo un pesce (o quel che gli evoluzionisti preferiscono), mentre all’intorno potremo ammirare tutte le forme di vita che hanno un grado di evoluzione inferiore al pesce, dall’organismo elementare in avanti; fissiamo il panorama nella pellicola.


In ogni istantanea troveremo, in successione, tutte le forme, precedenti assieme alle contingenti, ma proprio tutte. E non sarà possibile distinguere tra forme furbescamente dette di transizione e forme “definitive” (ma definitive non ne dovrebbero esistere dato che non è dimostrato che l’homo sapiens sia un punto d’arrivo!). Qualche forma sarà soggetta ad estinzione, d’accordo, qualche altra si adatterà meglio ad un ambiente più caldo, qualche altra ad un ambiente più freddo, qualcuna tirerà le cuoia etc. etc.


A: Però mi sembrerebbe che, con l’andare dei milioni di anni, se ci fosse evoluzione non ci dovrebbe essere nemmeno estinzione visto che la natura dovrebbe sfornare continuamente specie intermedie (a parte che il concetto di specie intermedia mi sembra molto discutibile…).


M: Se arriva il meteorite (o l’eruzione del vulcano) che, combinando grossi guai potrebbe provocare, tra l’altro, l’estinzione dei dinosauri, e se chi si estingue rimane estinto, e l’evoluzione non lo rimpiazza (e qui mi sembra che la tua obiezione sia fondata), la teoria comincia a scricchiolare (la congruenza dell’osservazione c’è: è troppo facile emettere qualche grugnesco bla bla campato in aria, non verificabile, per contraddire).

Facendo tante istantanee, fino ai nostri giorni, dovremmo trovare, viventi, anche tutte le forme intermedie, a cominciare dagli organismi unicellulari che abbiamo fotografato al primo scatto (e che, effettivamente, troviamo e che troveremo anche nell’ultimo fatto ai nostri giorni) e che proseguirebbero nella loro evoluzione mentre dei nuovi organismi semplici nascerebbero ancora etc. etc.

Domanda: sai perché le scimmie hanno assunto la posizione eretta?


A: Maestro mio, no!


M: Trattieni le risate: la risposta ufficiale degli evoluzionisti (Piero Angelo docet) è “perché l’erba era alta”.

Continuiamo, dunque, con le nostre fotografie: abbiamo ancora delle scimmie?


A: Direi di si…


M: Abbiamo ancora erba alta?


A: Ridirei di si…


M: Ti pare che abbiamo ancora scimmie che stanno assumendo la posizione eretta? Oppure sono diventate così astute da circuitare il campo d’erba alta per comunicare tra loro oppure hanno imparato ad usare la falce (il martello)…


A: …maestro mio basta così… Mettiamo via la macchina fotografica. La faccenda dell’erba alta è veramente assurda!


M: Eppure questo si insegna ai giovani d’oggi. Tale e quale! Ed i (rari) genitori che fanno le loro rimostranze perché non accettano che ai propri figli vengano ammannite queste balle vengono trattati come imbecilli fondamentalisti, magari religiosi, anche se la creazione, come si sa (stiracchiando di qua e stiracchiando di là…) è data per compatibile con l’evoluzione (ma la religione, in quel che abbiamo detto qui, non c’entra proprio per nulla!).

 

Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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