Le
contraddizioni della ricostruzione di uno strano albero genealogico.
Sono
passati quasi due mesi da quando si è parlato dell’incrocio
avvenuto tra i Neanderthal e i Sapiens, dopo l’articolo
pubblicato sul Corriere della Sera il 31
marzo e intitolato “In
Veneto trovato il primo ibrido al mondo tra noi e i
Neandertal“ a
firma di Elisabetta Curzel, se ne era
parlato su CS in Neanderthal,
chi erano e perché si sono estinti. Cosa dicono veramente i
dati.
A rilanciare l’argomento adesso è di nuovo il Corriere
della Sera che
il 26 maggio è uscito con il titolo “Il
misterioso antenato dai capelli rossi“,
firmato stavolta daGiovanni Caprara.
Più
che l’antenato qui, di misterioso, c’è l’articolo
del Corriere che riprende la stessa notizia di due mesi
fa e la presenta come nuova, infatti lo studio a cui fanno
riferimento entrambi gli articoli è il medesimo pubblicato
su Plos One il 27 marzo scoso: Possible
Interbreeding in Late Italian Neanderthals? New Data from the Mezzena
Jaw (Monti Lessini, Verona, Italy).
Possiamo comunque utilizzare quest’occasione per un’ulteriore
riflessione sull’argomento, in particolare sulla seguente
affermazione:
…l’Uomo
di Neanderthal (Homo neanderthaliensis) che visse in Eurasia, e nel
vicino Oriente, tra i 200 mila e 40 mila anni fa. Nelle ultime decine
di migliaia di anni della sua esistenza (tra i 40 e i 30 mila anni
fa), nei territori in cui risiedeva, incontrò l’Homo
sapiens, nostro diretto progenitore, il quale usciva
dall’Africa cominciando la sua conquista del pianeta.
L’idea
che i Sapiens usciti dall’Africa abbiano incontrato i
Neanderthal poteva andare bene prima della scoperta
della loro ibridazione, quando era ancora possibile ipotizzare che
fossero due specie distinte, ma proprio adesso che viene dichiarata
l’ibridazione, come si fa a dire che i Sapiens usciti
dall’Africa incontrarono una loro stessa varietà
residente in Eurasia? La possibilità di incrocio testimonia
infatti che si tratta di una medesima specie, allora si
dovrebbe dire che i Neanderthal sono stati i primi ad uscire
dall’Africa e solo in un secondo momento sono stati raggiunti
dai Sapiens.
Questo
distacco temporale giustificherebbe la differenziazione in varietà
differenti (Neanderthal-Sapiens) che sarebbero dovute
al fenomeno detto “Effetto
del fondatore“, lo stesso che,
fatte le debite differenze, è alla base della produzione di
varietà con differenze morfologiche anche marcate nelle specie
da allevamento, un fenomeno alla cui base c’è
l’impoverimento genetico.
Fatta
questa ipotesi ecco spiegata la “misteriosa”
mandibola appartenete ad un Neanderthal ma dalla forma
più vicina a quella dei Sapiens, si tratterebbe di un ritorno
alla varietà iniziale per arricchimento genetico causato
dall’incrocio con rappresentanti della stessa specie portatori
di una maggiore variabilità genetica. Allora forse non ha più
senso neanche parlare di estinzione dei Neanderthal, essi non si
sarebbero mai estinti, semplicemente il loro patrimonio genetico si è
fuso con quello dei Sapiens tornado all’origine.
Quindi
nel momento in cui i Neanderthal vengono inquadrati
come una varietà dei Sapiens, formatasi per impoverimento
genetico, restano in piedi tre ipotesi:
1-
I Neanderthal si sono estinti per via della loro bassa variabilità
genetica che li ha resi più vulnerabili al deterioramento del
DNA.
2-
I Neanderthal non si sono mai estinti ma sono confluiti nuovamente
nella varietà iniziale perdendo le peculiarità della
varietà dal patrimonio genetico impoverito.
3-
Si sono verificati entrambi i meccanismi dei punti 1 e 2, in tal caso
parte dei Neanderthal si è estinta per deterioramento genetico
mentre i restanti sono confluiti nel Sapiens.
Appaiono
comunque errate entrambe le ipotesi, riportate sul Corriere
della Sera, sulla “estinzione” dei Neanderthal:
Una
delle prime spiegazioni fornite dal paleoantropologi era che il
sapiens, più intelligente, avesse avuto il sopravvento sul
rivale.
Tra
le ultime ipotesi sulla causa c’è pure un clima
ambientale poco favorevole alla sopravvivenza del Neanderthal.
Nessuno
scontro tra Sapiens e Neanderthal avrebbe potuto portare ad un
“genocidio” in un’epoca nella quale
la bassissima densità di popolazione avrebbe consentito a dei
gruppi di Neanderthal di fuggire in zone sicure fino ad epoche
certamente più vicine di 30 mila anni fa.
Nessuna
era glaciale avrebbe costituito un problema per i Neanderthal che
nel corso della loro esistenza si erano già confrontati con
tale fenomeno, come mostrato dalla seguente tabella dell‘osservatorio
geologico dello Utah:
Il
Neanderthal potrebbe allora essere molto meno misterioso di quanto si
possa pensare.
Sapiens,
Neanderthal, Denisova, sarebbero dunque tutte
varietà di una stessa specie, il vero mistero da chiarire
resta come questa unica specie, dall’enorme ricchezza genetica,
sia comparsa circa 200 mila anni fa.
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