La pupilla
dell'occhio, il foro da cui passa la luce per poi andare a colpire i
fotoricettori della retina è circondato dall'iride, un tessuto
di colore variabile in cui sono presenti dei muscoli e precisamene il
muscolo dilatatore della pupilla, disposto a raggera e il muscolo
costrittore della pupilla disposto circolarmente.Questi muscoli fanno
parte di un sistema altamente integrato di adattamento della pupilla
alla luce. Quando cè scarsa luce un numero limitato di fotoni
può entrare nell'occhio e colpire la retina; scatta quindi un
meccanismo neuro-muscolare per cui , attraverso il terzo paio dei
nervi cranici, il ganglio parasimpatico ed il nervo cigliare post
gangliare, vengono stimolati i muscoli dilatatori della pupilla e la
pupilla così si dilata facendo passare più fotoni
possibile in modo da poter vedere anche nell'oscurità.
Viceversa quando l'occhio è a contatto di una forte sorgente
luminosa e una quantità molto elevata di fotoni possono
colpire i fotoricettori della retina col rischio di un danno grave
per la loro funzione, ecco che scatta nell altro arco riflesso che
con un altro tipo di nervi ciliari, questa volta di tipo simpatico,
eccita il muscolo costrittore della pupilla restringendola e facendo
quindi passare una minor quantità di luce. Questo meccanismo
che ho appena descritto è irriducibilmente complesso, non si è
potuto formare con piccoli passi casuali a poco a poco perchè
essi non avrebbero potuto dare chiaramente alcun vantaggio. Il
vantaggio viene dato solo quando sono presenti e ben funzionanti
tutti i componenti dell'arco riflesso, nervi e muscoli. Inoltre i
muscoli devono essere presenti nel giusto posto e nella giusta forma,
raggiata per i dilatatori, circolare per i costrittori. Ci deve
essere quindi la giusta informazione per la forma e posizione di
questi muscoli. In conclusione, questo sistema altamente adattivo
deve essere stato creato tutto in una volta da una intelligenza.
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