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Ritrovata l'arca di Noé?
di Fernando De Angelis
 

1.  Angelo Palego afferma che l'Arca è sulla cima dell'Ararat

Quando l'ingegner Angelo Palego mostra in televisione un pezzo di legno che dichiara appartenuto all'Arca di Noè, suscita attenzione e rispetto. Perché è persona seria, che ha dedicato la sua vita e le sue sostanze per recarsi una quindicina di volte sul Monte Ararat (coinvolgendo nelle sue spedizioni altre qualificate persone) al fine di toccare e far toccare con mano la realtà di una nave che segnò la storia del passato e che oggi potrebbe annunciare con vigore la storia del futuro («Come fu ai giorni di Noè», è detto in Matteo 24:36, «così sarà alla venuta del Figlio dell'uomo»).

Non c'è solo Maurizio Costanzo ad offrire a Palego l'opportunità di esporre le sue convinzioni, ma nel 2001 gli hanno dato spazio anche la RAI e la stampa, stimolati dall'invito che Palego ha ricevuto per esporre a Parigi le sue tesi (su invito dell'associazione creazionista cattolica CESHE). Perfino un quotidiano di tendenza laica come "La Repubblica" riportava la notizia delle conferenze parigine di Palego, presentandole come credibili ("La Repubblica", 25/9/2001, p. 31).

Un motivo in più per credere nella serietà di queste ricerche ci viene dal conoscere personalmente Roberto Tiso, un giovane che ha accompagnato Palego nelle ultime due spedizioni (estati 2000 e 2001) e che ci mette sempre al corrente sugli sviluppi dell'impresa.

 

2.  Per Luigi Caratelli l'Arca è da un'altra parte

Un problema, per noi, è che conosciamo personalmente ed abbiamo grande stima anche di Luigi Caratelli il quale, in un articolo segnalatoci da David Ferraro, contesta le argomentazioni di Palego e dà invece pieno credito a Ron Wyatt, che invece ritiene di aver trovato l'Arca 35 chilometri più a sud!

 

3.  Utilità e limiti di un eventuale ritrovamento

I nemici dei Gesù non negavano in genere la realtà dei suoi miracoli, ma ne stravolgevano l'interpretazione, così quelle manifestazioni della potenza e dell'amore di Gesù non li cambiavano. Il grande miracolo della resurrezione di Lazzaro, per esempio (Giovanni 11), rafforzò la fede dei credenti, ma fu proprio subito dopo che i Farisei presero la decisione definitiva di uccidere Gesù (v. 53).

Gesù sapeva che, chi non aveva saputo cogliere il miracolo della Parola di Dio scritta, non avrebbe potuto comprendere nemmeno i miracoli di chi, come lui, era Parola di Dio incarnata (Luca 16:31). Credere è un'opera dello Spirito sul nostro spirito ed i miracoli sono di aiuto per lo più a chi è già "sulla via della salvezza". Se bastassero i miracoli a trasformare il cuore umano, sarebbe stato sufficiente che Gesù risorto si fosse mostrato sulla pubblica piazza di Gerusalemme, cosa che invece non ha fatto, invitandoci a credere attraverso prove indirette («Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!», Giovanni 20:29).

Esulteremo se un giorno si potrà mostrare, in modo incontestabile, che l'arca di Noè non solo è esistita, ma che Dio l'ha conservata per essere un segno agli uomini degli ultimi tempi. Per il momento, però, riteniamo che la prova certa non ci sia ancora e che le ricerche debbano proseguire, insieme al confronto delle opinioni sui dati fin qui trovati.

 

4.  Per documentarsi meglio.

Per avere maggiori informazioni on-line, forniamo i sottostanti indirizzi.

Sito ed e-mail di Palego: www.noahsark.it palego@prismanet.com.

E-mail di Roberto Tiso: robertotiso@libero.it; www.narkas.org

Tre siti filo-Wyatt: www.anchorstone.com;  www.surprisingdiscoveries;  www.pinkosky.com.

E-mail di Luigi Caratelli:  l.caratelli@avventisti.org.

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Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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