Il
prof. Pievani chiude la vicenda della lettera aperta ad “un
insegnante antidarwiniano”, con una replica su CS.
Nessuna
sorpresa da una parte e dall’altra.
Di seguito è riportato il testo dell’intervento
del prof. Pievani in seguito alla replica alla sua lettera a me
indirizzata:
Telmo Pievani scrive:
Gentile Pennetta, la ringrazio per il
tono costruttivo e per questa grande attenzione verso il mio umile
lavoro. Vedo tuttavia che, come previsto, le considerazioni contenute
nella mia lettera non hanno sortito alcun effetto e non hanno
modificato di una virgola i suoi convincimenti. Mi duole dunque
ripeterle che i suoi dubbi, le sue affermazioni e le sue ulteriori
“domande” derivano da un totale travisamento delle
ricerche evoluzionistiche attuali e sono del tutto infondate. Prendo
atto delle precisazioni qui esposte (sulla Mostra “Homo
sapiens” lei aveva scritto tutt’altro, basta rileggersi
il blog), che sono in aperta contraddizione con tesi precedentemente
avanzate nel suo blog. Dal modo in cui lei interpreta la frase
riportata di Tattersall e riferisce termini come “salto
ontologico” arguisco che abbiamo davvero un’incompatibilità
anche nella comprensione dei termini di base, pazienza. Quanto da lei
sostenuto su microevoluzione e macroevoluzione è del tutto
errato, mi dispiace ribadirlo. E’ così sbagliato e
disperatamente tendenzioso che bisognerebbe ricominciare dalle
fondamenta per riuscire a capirsi. Nel merito, in ogni caso, le
risposte erano già contenute nelle mie 12 pagine e nei
riferimenti bibliografici e tecnici che le ho suggerito. Se non
bastano, aggiungo due miei libri che trattano proprio di quelle
questioni: “Introduzione alla filosofia della biologia”
(Laterza) e “La teoria dell’evoluzione” (Il
Mulino). Non è ipse dixit, è quello che ho imparato
studiando ogni giorno, da vent’anni, la biologia
evoluzionistica, e pubblicando nelle sedi opportune. Non ho davvero
altro da aggiungere, mi creda, se non invitarla serenamente a
rivedersi i testi di riferimento in materia. Mi preme però
ringraziarla per varie ragioni. Grazie per avermi dato lo spunto per
sollevare la questione di come si insegna l’evoluzione nelle
scuole private parificate italiane: stiamo raccogliendo al proposito
segnalazioni numerose e molto interessanti, di cui discuteremo presto
in varie occasioni pubbliche a livello nazionale. Grazie per aver
dato spazio all’esilarante articolo di “Libero” e
ad altri rigurgiti creazionisti: proprio una bella compagnia.
Ricevere gli attacchi di certa stampa è per me un fiore
all’occhiello, lo metto nel curriculum come motivo di orgoglio.
Era del tutto prevedibile anche lo starnazzare del finto vittimismo.
E’ una tecnica ben nota: si attacca insultando e manipolando le
idee altrui, poi si grida alla censura se l’interessato
reagisce. Chi mi ha dato per mesi del “buffone”, del
fanfarone e del dogmatico ignorante, improvvisamente non ricorda e
scrive che le sue critiche erano “epistemologiche” e non
personali, salvo poi ancora darmi del “villano”,
dell’intollerante e del meritevole di “compassione”:
davvero una strana idea di epistemologia. Il tutto in grande evidenza
nel suo blog. Grazie dunque per questi suoi toni garbati, che
stridono perfettamente con la violenza verbale dei commenti. Chi ha
recensito il mio libro stravolgendone il significato sostiene ora di
non averlo letto e di essersi basato sulla copertina (!) e su
un’intervista, bell’esempio di “critica
scientifica”: terrò quella risposta nei miei annali
perché è strepitosa. Grazie per i continui riferimenti
personali su chi sono e chi non sono (un filosofo? un biologo? Faccio
ricerca e insegno Filosofia delle Scienze Biologiche, Antropologia,
Evoluzione e Filogenesi nel Dipartimento di Biologia dell’Università
degli studi di Padova): quello che sono e non sono sta scritto nel
mio curriculum, che è a disposizione di tutti online. Grazie
infine per il solito prevedibile invito a confronti pubblici.
Naturalmente, non ho alcuna intenzione di investire un solo minuto
del mio tempo in queste pantomime, per due ragioni semplicissime. La
prima è che non esiste l’oggetto del contendere: le tesi
di cui dovremmo discutere non hanno alcun fondamento né alcun
rilievo nel dibattito scientifico e filosofico sull’evoluzione.
Per citare la risposta che l’odiato e vituperato Darwin dava in
situazioni simili, “non riesco a ravvisare alcuna prospettiva
di una qualsivoglia utilità derivante dalla conferenza
proposta”. La seconda è che il programma di ricerca
neodarwiniano, in continuo aggiornamento, è lo strumento di
lavoro quotidiano di migliaia di scienziati, in Italia e nel mondo.
Nei loro confronti io non ho alcun ruolo di “rappresentanza”
e vorrei evitare di personalizzare questi insensati dibattiti. Le
rinnovo quindi l’invito, sinceramente e senza alcuna polemica,
a rivolgersi come insegnante alle istituzioni ufficiali che la
comunità scientifica esprime in questo campo: la Società
Italiana di Biologia Evoluzionistica (SIBE) e l’Associazione
Genetica Italiana (AGI). Lì troverà gli interlocutori
adatti per tutti i suoi dubbi, per le obiezioni che vorrà
porre e anche per un utile confronto sulla qualità e
sull’aggiornamento dei manuali scolastici in uso. Torno
nel mio fortino assediato, in tremante attesa del crollo imminente
del neodarwinismo. A lei e agli amici del suo blog – che adesso
daranno inizio al carnevale del “si sottrae al dibattito per
paura del confronto, eccetera” – i saluti più
cordiali.
Telmo Pievani
Quando il prof. Pievani ha scritto la “Lettera
aperta ad un insegnante antidarwiniano“ credo che
non avesse nelle intenzioni e nelle aspettative quella di ottenere un
cambiamento della mia opinione sulla teoria neodarwiniana. Allo
stesso modo neanche io ho mai pensato che esponendo le ragioni della
critica antidarwiniana avrei potuto ottenere un cambiamento di
opinione di Pievani o Boncinelli, o di qualsiasi altro esponente del
darwinismo.
La mia azione di controinformazione scientifica
era sin dall’inizio diretta ai lettori e a tutti coloro che sul
web cercano delle informazioni fuori dal mainstream.
Il mio commentare gli articoli di Pikaia e altre
iniziative legate al neodarwinismo è stato ed è
dunque funzionale a questa opera di controinformazione e
mai è stato rivolto contro qualcuno, che si tratti di
associazioni o singoli individui.
Non c’è niente da stupirsi dunque
che nello scambio di considerazioni, iniziato con la lettera aperta
del 12 gennaio e concluso con questo mio ultimo intervento, sia
emerso il più assoluto nulla di fatto, e che anche le mie
ultime domande non abbiano ricevuto alcuna risposta specifica.
Ciascuno resta sulle proprie posizioni.
Un nulla di fatto che si riferisce però
alle personali idee del sottoscritto e di Pievani, che come ho
detto prima non erano il vero oggetto del contendere, il vero
confronto è infatti sulle idee dei lettori, ed è per
loro che tutto questo avviene. Questo scambio di lettere segna quindi
più che altro l’emergere di un confronto che proseguiva
ormai da tempo senza essere riconosciuto.
Le parole di Pievani danno la conferma del fatto
che il confronto proseguirà a distanza, quindi nessun
chiarimento diretto che possa andare a beneficio delle persone che
vogliono farsi un’idea precisa di come stiano le cose.
Solo due ultime considerazioni: per
prima cosa mi permetto di dubitare che l’articolo di Marco
Respinti pubblicato su Libero sia stato per il prof.
Pievani così “esilarante” come dice; in secondo
luogo prendo atto del procedere della preannunciata raccolta di
segnalazioni sull’insegnamento dell’evoluzione nelle
scuole paritarie.
Chiedo a questo punto che
i risultati siano resi pubblici e pubblicamente discussi in
presenza di una controparte.
.Riguardo poi al carattere discriminatorio e
intimidatorio di quest’ultima iniziativa, preannuncio al prof.
Pievani, e a chiunque altro fosse interessato, che sarò io il
primo a parlarne da una tribuna pubblica a livello nazionale.
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