Sabato 12 gennaio sul sito
Pikaia è stata pubblicata una “lettera
aperta” del prof. Telmo Pievani al prof. Enzo
Pennetta.
Questa è la seconda parte della
risposta.
Gentile prof. Telmo Pievani,
dopo aver affrontato nella prima
parte della
mia risposta gli aspetti generali riguardanti la lettera aperta
da lei inviatami, procedo adesso con l’affrontare agli
argomenti di tipo più tecnico indicati nella stessa.
Per maggiore semplicità, nel rispondere
seguirò il medesimo ordine nel quale sono state poste le
questioni da lei sollevate.
1) Riguardo alla
domanda
posta a Richard Dawkins in una nota intervista
televisiva, e da me inoltrata a lei, faccio notare che la domanda da
lei riportata nella lettera aperta non è quella da me posta.
Ecco infatti qui di seguito il confronto tra
la domanda originale e quella da lei riportata:
a- (domanda originale) “Ci
può fare un esempio di mutazione genetica o di un processo
evolutivo in cui si possa vedere un incremento delle
informazioni nel genoma?“
b- (domanda riportata nella
lettera aperta) “E’ possibile conoscere un esempio
di mutazione genetica “positiva” o di processo
evolutivo in cui si possa vedere un incremento d’informazioni
nel genoma o la nascita di una nuova specie?“
Com’è possibile
constatare, nella mia domanda non c’è il
riferimento ad una mutazione “positiva” o alla nascita di
una “nuova specie” come invece erroneamente riportato
nella lettera aperta.
Ciò premesso, nella lettera lei
afferma che si tratta di una domanda “priva di senso”, di
un “quesito assurdo”, sarà quindi mia
cura procedere col confutare questa obiezione.
Siamo tutti perfettamente d’accordo
che per avere un caso di evoluzione si debba avere un cambiamento
di informazioni nel genoma (mutazioni), il fatto che esistano specie
differenti tra loro e che si siano succedute nel tempo è la
prova che questo cambiamento è avvenuto. Al riguardo lei
riporta l’esempio dell’alpinista a cui si chiede di
dimostrare l’esistenza della montagna. Le dico subito che su
questo punto siamo d’accordo… ma non era infatti questa
la domanda che avevo posto.
L’oggetto della domanda riguardava il
caso verificato di una mutazione con “incremento
d’informazione” nel genoma, intendendo riferirsi
ad un caso nel quale sia stata monitorata questa variazione e le
modalità con le quali essa sia avvenuta per verificare se
siano proprio quelle proposte dalla Sintesi Moderna. Niente a che
fare quindi con il passaggio tra pesci e rettili o cose del genere.
Basterebbe indicare l’avvenuta produzione di una nuova proteina
in un batterio in seguito al verificarsi di un meccanismo
neodarwiniano (dove nuova significa che non basta che sia solo
leggermente modificata una già esistente).
Quindi nessun riferimento ad eventuali
“mutazioni positive” di cui lei parla nella
sua risposta, creando così la
singolare situazione di di una replica ad una domanda che non ho
formulato (e per la quale lei ha proposto l’esempio di chi
chiede ad un figlio unico come stia sua sorella) .
Un accenno di risposta alla domanda che ho
realmente formulato si ha solo quando, dopo
diverse righe, afferma: il concetto di “informazione”
in biologia è tutt’altro che assodato.
Bene, ne prendo atto. Ma se sono proprio le informazioni contenute
nel DNA, e le loro mutazioni, ad essere alla base della Sintesi
moderna, non le sembra che il non aver ancora chiarito il
concetto di informazione sia una grave lacuna?
La domanda che ho posto dunque mi
sembra tutt’altro che insensata o assurda, assurdo è
semmai il fatto che si proponga con grande sicurezza una teoria che
riguarda il cambiamento delle informazioni nel genoma, e al tempo
stesso si dichiari che non esiste ancora una soddisfacente
definizione del concetto di informazione in biologia.
.
2) A seguire lei
parla dell’origine delle specie e dell’evoluzione,
affermando che non è
un processo tutto-o-niente; che non è
un lancio di dadi dove tutto accade per puro caso; che non
è neppure una sommatoria di combinazioni improbabili.
Infine, dopo aver detto cosa l’evoluzione non è,
l’unica affermazione in positivo è che l’evoluzione
è: “un intreccio di regolarità naturali e
di contingenze storiche“. Eccoci al cuore della
questione: ci sono delle regolarità naturali. Su questo punto
siamo d’accordo. Anche lei dunque ritiene che debbano esserci
delle leggi che rendono l’evoluzione un processo con delle
regolarità. Ma più precisamente, queste regolarità
di cui lei parla quali sono?
.
3) Certamente uno dei punti più
interessanti tra quelli da lei affrontati è quello relativo al
noto esperimento di Lenski, esperimento al quale ho
dedicato più di un articolo. Si tratta di un esperimento che
viene in genere riportato come un chiaro esempio di
evoluzione verificata in laboratorio
e avvenuta e con i meccanismi neodarwiniani. La sua
obiezione prof. Pievani è la seguente:
“Persino i lunghi e ripetuti
esperimenti di Richard E. Lenski su E. coli non sono considerati, nel
suo blog “scientifico”, come esempi di variazione e
selezione in atto.“.
Anche in questo caso sembra che lei in
realtà non faccia riferimento agli articoli da me scritti,
quando mai ho contestato il fatto che con l’esperimento di
Lenski si sia davanti ad un caso di “variazione e
selezione“? La variazione verificatasi nei batteri
dell’esperimento di Lenski e selezionata dai ricercatori,
costituisce un caso di microevoluzione avvenuta con meccanismi
neodarwiniani, su questo siamo d’accordo. Ma il fatto è
che si tratta di un caso che niente ha a che vedere con la
macroevoluzione (la nascita di nuove specie) che, ripeto, la cui
spiegazione con i meccanismi neodarwiniani è ancora da
dimostrare.
Leggi l'articolo per intero su:
.http://antidarwin.wordpress.com/2013/01/23/enzo-pennetta-mette-alle-corde-telmo-pievani/
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