LA PANSPERMIA. Radio Globe One – Recensione
– 13 /10/12
Di Leonetto
Il tema della puntata di questa settimana è la
Panspermia,teoria che trova i natali nella filosofia greca
con Anassagora, per rivivere poi “ufficialmente”
come scienza nell’Ottocento con l’ipotesi di un fisiologo
tedesco , Hermann
von Helmholtz che si espresse in questi termini:
« Una volta
che tutti i nostri tentativi di ottenere materia vivente da materia
inanimata risultino vani, a me pare rientri in una procedura
scientifica pienamente corretta il domandarsi se la vita abbia in
realtà mai avuto un’origine, se non sia vecchia quanto
la materia stessa, e se le spore non possano essere state trasportate
da un pianeta all’altro ed abbiano attecchito laddove abbiano
trovato terreno fertile »
Fratus, introducendo l’argomento,
spiega che, esattamente il linea con quanto disse von Helmholtz, non
potendo più sostenere l’idea che la vita nacque
“spontaneamente” sulla Terra,quindi in riferimento alle
ipotesi su cui si sviluppò l’esperimento di Miller
e il seguente esperimento di Fox,si decide di
spostare il problema in un altro contesto, in un’altra regione
dello spazio. Ma ciò che ha fornito l‘argomento del
giorno alla puntata non è la panspermia in sé, ma una
recente notizia del Corriere a
firma di M.P.Palmarini (del quale si consiglia
di leggere Gli errori di Darwin di recente ristampa
(http://www.lafeltrinelli.it/products/9788807104572.html?param_adf=808498)
secondo cui sembrerebbe stata fatta la sensazionale scoperta,
ovviamente gradita agli ufologi
(http://www.ufoonline.it/2012/09/27/la-vita-sulla-terra-e-stata-portata-da-altri-pianeti/
) che la vita sia giunta fin qui dallo spazio remoto.
Su CS questa notizia è stata
occasione per un articolo
(http://www.enzopennetta.it/2012/10/la-panspermia-il-fallimento-di-una-teoria-seconda-parte/)
in cui appunto, spiega Pennetta anche in trasmissione,quella che
viene presentata,in una ormai crescente neolingua, come scoperta
altri non è che la conclusione che dietro tutta una serie di
‘se’ la vita potrebbe essere giunta dallo spazio, tanti
se che hanno una dipendenza fra loro e devono verificarsi in
simbiosi,quindi se quando si è formato
il sole nella stessa nebulosa di cui faceva parte fossero stati
proiettati dei frammenti rocciosi, se questi
frammenti avessero trasportato spore di organismi viventi,
e se questi fossero finiti vicino alla
Terra alla giusta velocità, se le
forme di vita avessero resistito alle terribili condizioni dello
spazio interstellare, se le forme di vita
non fossero state bruciate nell’impatto con la Terra, se sulla
Terra ci fossero state in quel momento le giuste condizioni etc etc
etc..E’, d’altro canto lo stesso Moro-Martín
(Centro de Astrobiología e Princeton University)
che dichiara che :
“Lo studio mostra
che lo scambio di materiale tra differenti sistemi planetari è
probabile, ma per poter essere anche possibile occorre che il sistema
planetario che riceve il materiale possieda un pianeta simile alla
Terra, cone le condizioni iniziali che possano far sviluppare la
vita.Il nostro studio non prova che la litopanspermia ha
effettivamente avuto luogo, ma indica che si tratta di una
possibilità aperta.”
I ricercatori con questa nuova versione
della teoria difendono il loro studio osservando che esso
non si basa sulla velocità media delle rocce, ma bensì,
particolarmente, sulla bassa velocità di alcune di esse,si
basa sul processo di “trasferimento debole“(postulato
già da E.Belbuno(http://en.wikipedia.org/wiki/Edward_Belbruno
) negli anni ‘80-’90). I pianeti extrasolari sarebbero
stati nell’infanzia del sistema solare abbastanza vicini da
riuscire a scambiarsi materiale solido grazie ai meteoriti.
Ovviamente però con a valle tutti quei se che ricorda il
prof.Pennetta. Ci si domanda in trasmissione inoltre, a quel punto,
anche quanto fosse il tempo di vita degli organismi viaggiatori dello
spazio, assumendo per le meteoriti una velocità di circa 350
km/h (più o meno quanto riferisce lo studio) ed
assumendo i pianeti distanti ½ anno luce (la stella più
vicina alla terra dista oggi 4 anni luce circa), si può
calcolare che tale distanza sarebbe coperta in quasi 3600
anni… quanto sarebbero stati longevi quegli
organismi in quelle condizioni? (Ad ogni modo,si ricorda che valgono
e devono verificarsi comunque tutti quei se,la velocità del
trasporto è solo un parametro dell’equazione)
Si spiega dunque in radio che si tratta
dell’applicazione di un modello matematico, si tratta
di una simulazione al computer. Come ,ricorda Pennetta, si parlò
di questo su Cs qualche tempo fa
(http://www.enzopennetta.it/2012/06/i-modelli-matematici-come-strumenti-di-propaganda/
). In tale occasione un intervento
(http://www.enzopennetta.it/2012/06/i-modelli-matematici-come-strumenti-di-propaganda/#comment-5879)
del dott. Alessandro Giuliani
(http://www.iss.it/site/attivita/ISSWEB_istituto/RicercaPersonale/dettaglio.asp?idAna=1613&lang=1)
(primo ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità)
spiega molto bene quello che vine detto in quell’occasione
ossia che un modello è solo una possibile
rappresentazione della realtà, non è la realtà,
e quelli di questo tipo presentano sempre in realtà più
parametri, oltre quelli qui indicati, più variabili che vanno
assunte “in qualche modo “ liberamete, arbitrariamente e
quindi possono presentarsi differenti scenari a seconda di come
si sono andati a valutare certi valori. Pertanto il risultato va
preso per quello che è, come ricorda il dott.Giuliani, si
rivela utile per generare ipotesi e non certo per
provarle, rivelandosi quindi utile e profittevole se
viene usato senza forzature o peggio ancora per eventuali fini
propagandistici..
E non è la prima volta che previsioni
azzardate basate su modelli matematici sono state anche
utilizzate per propagandare l’idea della presenza di vita
extraterrestre
(http://www.enzopennetta.it/2012/01/scienza-al-limite-della-cialtroneria-kepler-16-b-ha-una-luna-forse-abitabile-ma-e-ancora-da-scoprire/
). Fratus allarga quindi il discorso scostandosi per un po’ dal
tema della puntata per parlare anche delle simulazioni, meglio
sarebbe dire ricostruzioni però,di computer grafica che
vengono presentate al pubblico nei documentari del National
Geographic, della BBC, di Focus, di Quark etc etc.. Si ricordano le
ben differenti ricostruzioni dei vari ominidi, per esempio si
ricordano le molteplici di Lucy o dei Neanderthal, degli
Erectus,delle Habilis etc…. rappresentate da alcuni
paleontologi in un modo e da altri in uno sensibilmente
differente.
Ma si sa che le ricostruzioni
basate sulle ossa rimaste, spesso solo crani fossili, più
o meno completi, possono rendere possibile una rappresentazione delle
caratteristiche più generiche della creatura, mentre invece i
tratti morfologici distintivi di un animale che sono poi tessuti
molli, svaniscono molto più velocemente dopo la morte. E
quindi, le interpretazioni speculative dei tessuti molli dipendono
totalmente dalla “fantasia “degli autori delle
ricostruzioni e di fatto si fa riferimento al dare delle
rappresentazioni dipendenti dal paradigma neodarwinista. Non è
in alcun modo possibile effettuare una prova non essendoci nulla con
cui fare un raffronto. Per esempio, per avere un’idea di
ciò si potrebbe guardare questa prima immagine
(http://i40.tinypic.com/14sd3o.jp)
e poi dopo la seconda(http://i44.tinypic.com/169j9c9.jpg).
Così anche tutte le rappresentazioni
delle fantomatiche forme transitorie
(http://www.enzopennetta.it/2012/07/darwins-black-beast/#comment-6639
) di cui i fossili non danno però traccia. Si affronta
così questo argomento allargandosi fino al miracoloso magico
saltazionismo di Otto Schindewolf e alla teoria degli
equilibri punteggiati di Gould. Pennetta parlando dei
giovani Gould ed Eldredge ricorda come essi fossero molto più
rivoluzionari e che in seguito, dove risultano invece approdati
a più miti consigli forse per due motivi; il primo aver legato
l’evoluzione alla teoria di Darwin ed il secondo l’avere
almeno qualche possibilità di non essere emarginati e poter
comunque avere qualche possibilità di vedere riconosciute le
loro idee (la frase di Dawkins che citi ne sarebbe una conferma).
Risolvendo il problema del gradualismo confutato in qualche modo dai
fossili, o comunque non sostenuto per nulla da questi, Gould va
infatti mostrando come il gradualismo in principio non sarebbe
totalmente contrario al saltazionismo, riuscendo a far concordare le
due cose ipotizzò lunghi periodi stabili, o di
equilibrio, che rappresentavano il fenomeno denominato “stasi”,
interrotti da rapidi cambiamenti (di gradualismo neodarwiniano) .
Questo avrebbe spiegato perché non ci
sono fossili di forme transitorie. A tal proposito si
potrebbe leggere un interessante articolo apparso su Cs qualche tempo
fa
(http://www.enzopennetta.it/2012/07/evoluzione-esiste-un-principio-di-indeterminazione/)
Resta il fatto che è comunque una bella forzatura
chiamare “graduale” l’evoluzione degli equilibri
punteggiati, e che i limitati tempi in cui la
macroevoluzione dovrebbe verificarsi rende ancora più
problematico accettare il meccanismo per “caso e necessità”.
Questo come la litopanspermia dunque piuttosto che rappresentare
qualcosa che rende più chiara la teoria, vanno in realtà a
complicarla ulteriormente e a renderla ancor più difficile da
verificarsi. Si finisce così anche per ricordare la famosa
simulazione di Dawkins
(http://www.uccronline.it/2012/06/15/dove-neodarwinismo-coincide-con-creazionismo-il-bluff-della-selezione-naturale/
) in cui uno il biologo per simulare il processo
stocastico di produzione di un piccolo segmento di DNA, una tastiera
semplificata di 27 caratteri fa battere alla figlia
undicenne una stringa di 28 caratteri andando poi a vedere
se e dopo quanto tempo (quindi per estensione dopo quante
generazioni) si sarebbe raggiunta la frase :Methinks it is
like a weasel.. Ora come fosse un’esercitazione
da prime lezioni di un corso di programmazione informatica per
ottenere il risultato si va a programmare facendo si che partendo
dalla frase originaria si cambino uno ad uno casualmente i caratteri
ma se ne esce uno nella posizione corretta si va a bloccarlo, non
cambiandolo più. Quando tutti e i 28 caratteri saranno
bloccati il processo si arresterà ottenendo la frase
desiderata e riportando i passi,memorizzati da un contatore,impiegati
per raggiungerla. Simulazione che rivela da un lato che senza un
finalismo l’evoluzione è impossibile,
oppure dall’altro che si possono anche raggiungere
risultati procedendo con gradualismo però senza dire come si
verifichino questi passi, cosa li giustifichi, se e perché
rappresentino vantaggi selezionabili, se non rappresentino vantaggi
selezionabili ma siano legati a vantaggi selezionabili, insomma
dicendo praticamente che il gradualismo se fosse potuto
avvenire in qualche modo avrebbe portato ai risultati
ipotizzati..che però era l’ipotesi da dimostrare e
dimostrare l’ipotesi con la stessa ipotesi non so neanche come
si possa definire..
L’argomento ‘Dawkins’
permette di ritornare in argomento della puntata,infatti il
prof.Pennetta si riaggancia ad un altro articolo apparso su CS
(http://www.enzopennetta.it/2012/10/la-panspermia-il-fallimento-di-una-teoria/
) su argomento panspermia in cui si riportava un’intervista
fatta da Ben Stein a Dawkins in cui il celebre biologo ammetteva,
riguardo all’origine della vita, che poteva anche non essere
spiegabile la sua origine sulla Terra e che poteva anche essere stata
portata da extraterrestri che poi avrebbero permesso a questa di
evolversi, extraterrestri che però Dawkins afferma sarebbero
sicuramente comparsi in qualche regione per meccanismi neodarwiniani!
Due circostanze sicuramente che permettono
di vedere Dawkins fare grandi regali ancor più che alla
critica al neodarwinismo all’ID. Pennetta allora ricorda che va
respinta con decisione l’artificiosa distinzione tra teorie
sull’origine della vita e teoria sull’evoluzione, infatti
certamente, il poderoso e ancora sconosciuto meccanismo che ha
portato al sorgere della vita a partire dalla materia inorganica
potrebbe sicuramente essere coinvolto ed essere importante nelle
successive eventuali trasformazioni della vita stessa ed
inoltre se cade e rimane senza spiegazione l’ipotesi che è
alla base, all’origine molto probabilmente viene a mancare,
forse non vale più nemmeno tutto quanto segue.. Ed per questo
che il prof.Pennetta riflette sul fatto che servirebbe l’umiltà
di ammettere lo stato dei fatti e con umiltà di ripensare
dalle fondamenta il tutto invece di spingersi in cunicoli sempre più
tortuosi e bui..
Fratus riporta allora una recente iniziativa
di un’Università Americana che ha indetto un sondaggio,
di recente, per sondare l’esser favorevoli all’insegnamento di
tutte le problematiche che stanno dietro al neodarwinismo ed
affiancare a questo insegnamento anche quanto concerne l’ID e
discutere anche sulle problematiche di questo. Il prof.Pennetta
ricorda il suo pensiero espresso più volte, secondo il quale
non va negato lo studio del neodarwinismo, ma va insegnato in modo
corretto, uscendo da tutta quella superficialità che lo fa
funzionare come in realtà però non fa. Andare insomma a
spolverare sotto al tappeto dove si mettono tutte quelle obiezioni
che i neodarwinisti spesso identificano con “pretesti”
per attaccare la teoria, ma che come ricordato più volte
rappresentano un vero e proprio “elefante nella stanza”.
Metafora usata anche di recente da
Faggin,che per altre vie rispetto a Tattersall, o a Wallace,come
affrontato in un recente articolo su CS
(http://www.enzopennetta.it/2012/10/homo-sapiens-quello-che-faggin-ha-capito/
), mostra che esiste qualcosa chiamato
consapevolezza, che chi studia il cervello umano finge di non vedere
(appunto l’“elefante nella stanza). Infatti esiste
collegamento stretto tra la capacità di elaborazione
simbolica di cui parla Tattersall, e la capacità di costruire
un modello della realtà, di cui parla Faggin.. Ma non molti
riescono a fare quello che ha A.R.Wallace che,
constatato che esistono altre facoltà umane che non
riguardano i rapporti con i nostri similib(le capacità di
formare i concetti astratti di spazio e tempo, di eterno e di
infinito -la capacità di provare un’intensa emozione artistica
per la forma, il colore e la composizione etc..), e che non possono,
pertanto, essere spiegate tramite il neodarwinismo, concluse che la
teoria non potesse funzionare,e certamente a spiegare un’eventuale
evoluzione umana, e che lo fece riporre in soffitta per molto tempo.
Risulta essere nel modo più evidente fra le specie proprio
l’uomo la pietra dello scandalo della teoria neodarwiniana, è
proprio la sua origine che fra tutte balza maggiormente all’occhio
come prodotto impossibile per meccanismoi neodarwiniani. Fratus,a tal
proposito, riporta che perfino alcuni come F.Facchini
(http://it.wikipedia.org/wiki/Fiorenzo_Facchini
) antropologo,
paleontologo,
oltre che sacerdote della Chiesa Cattolica, che, in una sorta di
concordismo, sostiene la creazione divina della vita e la
enorme diversità fra scimmie ed homo però poi va
concordando su eventuali antenati a comune dai quali si sarebbero
separate le attuali scimmie e l’uomo, dal quale si sarebbero
sviluppati entrambi, ma il confronto tra il genere Homo ed un
“antenato comune” risulta impossibile dal punto di vista
empirico, come riporta il professor Fasol in un suo
recente articolo
(http://www.enzopennetta.it/2012/10/sullorigine-delluomo/
) poiché di questo antenato non v’è traccia.
Insomma per cercare un concordismo con la teoria neodarwiniana lascia
un vuoto ed un problema su come la materia abbia potuto
produrre l’informazione necessaria per farle assumere l’aspetto
umano atto a ospitare lo spirito divino,da quanto afferma è
concorde che questo possa essere avvenuto per meccanismi
neodarwiniani,ma questo non è corroborato da nulla e il
dott.Fratus pertanto si stupisce di questa uscita del sacerdote.. Chi
per proprio vantaggio,chi per timore di venire etichettato in modi
poco garbati o spedito nel dimenticatoio,chi perché è
immerso nel paradigma,ma anche chi perché ,molto
probabilmente, vedrebbe con la messa in discussione di quello la
messa in discussione della sua visione del mondo guarda bene dal
mettere in discussione il neodarwinismo ma anzi lo difende anche con
veemenza seppur i fatti gli diano contro. Quando va bene si limita ad
un forzato concordismo. Pennetta infatti riconosce nel “vero
credente” non il credente tradizionale ma il
neodarwinista,perché sulla base dei fatto lo sforzo di fede è
fatto dal neodarwinista.
NB: la registrazione della trasmissione è
disponibile al seguente http://www.filebox.com/users/Leonetto
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