A fine luglio avevamo parlato della complessità
irriducibile come criterio di falsificabilità della teoria
neodarwiniana.
Pochi giorni dopo nientemeno che M.Piattelli Palmarini
affermava esattamente le stesse cose.
Contrariamente a quanto si vuol far credere la teoria è
sempre più debole.
Il 27 luglio scorso su CS appariva l’articolo
intitolato Darwin’s
Black Beast, una riflessione che a sua volta prendeva
spunto dall’articolo Complessita’
irriducibile, la sconfitta dell’evoluzionismo di
Fabrizio Fratus sul quotidiano online La Voce,
in cui si affrontava l’argomento della “complessità
irriducibile“.
Fratus nel suo articolo riproponeva la
definizione data da Behe:
La
definizione di M. Behe relativa alla complessità irriducibile
è questa: «Un singolo sistema composto da diverse parti
interagenti che contribuiscono alla funzione di base, e per il quale
la rimozione di una qualunque delle parti causerebbe la cessazione
del funzionamento del sistema».
Nell’intervento su CS veniva
poi ricordata un’affermazione dello stesso Darwin che
poneva proprio gli argomenti della complessità
irriducibile come “criterio di falsificabilità”
della teoria:
Se
potesse dimostrarsi che esista un organo complesso, il quale non
possa essere stato prodotto con molte modificazioni successive e
piccole, la mia teoria sarebbe completamente rovesciata. Ma io
non posso trovarne un solo caso. [...] Per
scoprire i gradi transitori pei quali questo organo è passato,
noi dovremmo riportarci alle più antiche forme primitive, che
da lungo tempo rimasero estinte.
C.
Darwin – L’origine delle specie, Zanichelli 1864 –
pag. 149-150
Questo è l’unico vero criterio
di falsificabilità della teoria neo-darwiniana,
purtroppo il suo limite è che non è facile giungere ad
una dimostrazione definitiva che un determinato sistema sia
impossibile da realizzare gradualmente, come dimostra il noto esempio
della trappola per topi (che può funzionare solo se
sono presenti tutti i pezzi) proposto proprio dai sostenitori della
complessità irriducibile.
Ed è altrettanto noto che da parte dei
sostenitori della teoria neodarwiniana si è ritenuto di poter
dimostrare che neanche la trappola per topi è un esempio di
complessità irriducibile (vedi CS-Amici
del CICAP: che ne direste di proporre il darwinismo nell’ora di
religione?).
Solo tre settimane dopo, il 18 agosto,
su Il Foglio veniva pubblicato l’articolo
intitolato
Il totem darwinista: Piattelli Palmarini replica a nuove, vecchie
accuse, un articolo che a sua volta era la replica a
quello pubblicato la domenica precedente su il Sole 24ORE
a firma di Armando Massarenti e nel quale in
occasione della ripubblicazione del saggio “Gli errori
di Darwin” di J. Fodor e M.
Piattelli Palmarini, veniva duramente criticato l’autore
definendo la pubblicazione “un aggiornamento grottesco”
e dichiarando che quello sollevato è solo un “falso
dibattito” inscenato da M.Piattelli Palmarini accusato
di schivare le critiche di Telmo Pievani.
Ma a quanto pare sono Massarenti e Pievani a
schivare le repliche che a sua volta M. P. Palmarini ha pubblicato su
testate come il Corriere della Sera, il Sole 24ORE e Scienza in rete.
Ma perché tanta acredine nei confronti di
questo libro e dei suoi autori? La spiegazione la fornisce lo stesso
P. Palamarini nell’intervista al Foglio:
Il vero torto è stato dunque quello
di aver infranto il paradigma e la cappa di conformismo
culturale che lo sorregge, che poi è lo stesso
“torto” di chiunque che, a partire dal livello di
P.Palmarini per finire agli autori e ai commentatori di blog come
questo, osa dire le stesse cose.
Ma particolarmente importante è anche quanto
viene detto riguardo al criterio di falsificabilità della
teoria:
Massimo Piattelli Palmarini riporta dunque
lo stesso passaggio di Darwin sulla “complessità
irriducibile” di cui avevamo parlato a Luglio, sostenendo
che non solo esistono casi di organi impossibili da
spiegare con la selezione naturale, ma che ne “esistono a
iosa”.
La teoria neo-darwiniana dovrebbe quindi
ritenersi scientificamente confutata, ma la paura del “creazionismo”
impedisce che questo accada:
L’articolo finisce con un’ultima
affermazione di Piattelli Palmarini, il darwinismo dei Pigliucci e
Pievani vincerà “sociologicamente, non
scientificamente“. Una situazione che da sempre andiamo
dichiarando.
E’ vero, questo sta avvenendo perché
le forze in campo sono estremamente impari, ma abbiamo la presunzione
di sostenere che andrà a finire diversamente di come immagina
P. Palmarini: il darwinismo perderà sia scientificamente che
sociologicamente.
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