Dalle grida del sensazionalismo
pubblicitario della “Particella di Dio”, ai silenzi delle
mancate risposte dei sostenitori del darwinismo, nella recensione
della puntata del 22 settembre.
Cosa fanno un biologo,un
fisico e un sociologo verso mezzogiorno di sabato? Vanno in onda con
la nuova puntata di “Evoluzionismo:un ipotesi al
tramonto?”
Questo sabato si dispone di una mezz’oretta
in più per dare la possibilità ad ognuno degli ospiti
di avere il giusto spazio, e, aspettando l’arrivo del prof.
Pennetta, ancora in orario di lavoro, Fratus parte mettendo a proprio
agio la “guest entry” della puntata: Il prof. Ferdinando
Catalano autore del saggio “La vita e il
respiro e ogni cosa..”,che invito a leggere,dove,da
fisico,affronta l’argomento della vita dal punto
di vista della termodinamica e della teoria dell’informazione.
Ma,
appunto per far “scaldare” il prof. Catalano, non si
entra direttamente e subito in argomento evoluzione e neodarwinismo ,
ma si parte dando una corretta informazione su un argomento che di
recente è stato (fortunatamente non così
massicciamente,ma forse solo perché sono arrivati diversi
chiarimenti da sedi disparate ed abbastanza rapidamente, tuttavia
tornando talvolta a rimbalzare in magazines e quotidiani o siti web )
utilizzato per una “scialba” operazione di
“merchandising”; sto parlando della scoperta
del bosone di Higgs, ovvero del fatto che essa sia stata fatta
passare,senza motivo, come la “particella di Dio”.
Ricordo a tal proposito ,ed è stato fatto anche in
trasmissione,gli interventi di altri fisici, A. Lucarelli G.Masiero
nonché l’ articolo apparso sulle stesse pagine di CS
.
Il prof. Catalano, con parole semplici e chiare, liquidando
velocemente l’argomento maledetta-divina (benedetta,santa etc.)
particella,chiarito quindi che nulla c’entri con la teologia,
spiega in cosa consista realmente questa importante scoperta. Ossia,
di aver quindi fondati motivi di aver trovato risposta alla domanda
del perché esista la massa- spiega Catalano-“quella
proprietà dei corpi che li fa resistere alle variazioni di
velocità (aumento,riduzione,arresto),associata all’
inerzia del corpo”. Grazie all’acceleratore di particelle
a Ginevra,sono state create energie quasi associabili,con
alcuni ordini di grandezze inferiori, a quelle del Big Bang, ed è
stato possibile scoprire la natura di questa
proprietà.
Catalano introduce così il concetto
di campo (c.elettrico,c.gravitazionale,c.magnetico, etc…),una
particolare proprietà che assume lo spazio,
concetto strettamente correlato a quello di interazione a
distanza. Così come la Terra crea il campo gravitazionale, e,
così come, brutalmente, si può dire che cariche
elettriche generano un campo elettrico, così avviene per il
campo di Higgs. Per esempio, strofinando con una pezza di lana un
pezzo di plastica, questo diviene capace di attirare ,per esempio,
dei pezzettini di carta, ovvero di esercitare delle forze, forze
elettriche. In questa regione dello spazio avverrà che cariche
dello stesso segno si respingeranno, mentre cariche opposte si
attrarranno. Ma perché elettroni, neutroni, elettroni etc..
hanno una certa massa e non una differente? La risposta sta proprio
dietro al bosone di Higgs.
L’idea di Higgs era che
l’intero spazio contenesse questo campo (il campo di
Higgs),questo spazio permea il vuoto ed è identico dappertutto
(così osservando le stelle in una notte d’Agosto,per
esempio,si sta guardando attraverso il campo di Higgs) e che le
particelle (muone,elettrone etc..), influenzate da questo campo,
acquisissero massa, a seconda proprio
dell’interazione fra queste ed il bosone di Higgs. La fisica
teorica, nel modello standard, sostiene che le masse delle particelle
siano una misura di quanto intensamente esse vengono accoppiate con
il campo di Higgs. Ovviamente quindi il bosone di Higgs non risponde
alle domande ultime, non dice nulla sul perché essa esista,sul
perché il vuoto fisico,quantistico, pieno di proprietà
sia tale e non certo paragonabile al nulla
metafisico,filosofico o biblico o teologico in generale..quindi con
certi argomenti non c’entra nulla.
Men che meno spiega
l’origine della vita, sia essa sulla terra che in qualche
regione dell’Universo. Si entra così in tema
evoluzionismo e, casualmente, è anche il momento che vede il
subentrare il prof. Pennetta in trasmissione. Si inizia dicendo un
paio di cose sulla stucchevole e noiosa separazione dei saperi
(sostenuta fra gli altri dalla Coyaud,in arte “ocasapiens”),
molto funzionale a tacitare chi vuol parlare di certi argomenti, in
primis evoluzione e neodarwinismo. Catalano, ricollegandosi al suo
saggio ricordato in apertura, ricorda che “ riavvolgendo la
pellicola all’inizio”, cioè parlando di origine
della vita, si è di fronte a fenomeni caratteristici
dell’indagine fisica, per esempio si devono considerare,e
conoscere,nozioni di termodinamica. L’ evoluzione non è
un terreno in cui possano parlare solo i biologi,le scienze sono
divenute talmente intrecciate,correlate che non si può
parlare di biologia senza parlare di chimica,bio-genetica,matematica,
teoria dell’informazione,fisica etc.. inoltre se si
considera che grandi divulgatori dell’evoluzionismo,del
neodarwinismo sono matematici, filosofi,filosofi della scienza,
astrofisici fra cui ricordiamo lo stesso prof. Telmo Pievani e il
prof. P.Odifreddi,questa cosa appare veramente ridicola.
Il
prof. Pennetta ricorda che il contributo dei fisici nella storia
della biologia è stato molto importante, ad esempio,
Watson e Crick riconoscono il merito di come fosse fatto
il DNA a E. Schrödinger “Cosa è la vita “
-1944-. Questo già fa rimanere perplessi sulla
preparazione base della Coyaud nell’affrontare qualsiasi
argomento, basti pensare che anche laddove parlino dei biologi
l’ocasapiens va a contestare la validità
dell’ateneo nel quale questi si sono formati e laureati. Fra
l’altro, Odifreddi è “legato”al
prof. Catalano per il fatto di essere in debito di una risposta ad
una domanda postagli e ormai persa fra i petali del
tempo... Fratus coglie l’occasione per ricordare che
il “matematico impertinente” (che certamente io
preferisco quando parla di Gödel o discorsi affini)
non è certo l’unico neodarwinista da cui si è in
attesa di risposte.. attesa che in tutti i casi sembra destinata ad
aumentare progressivamente senza speranza d’arresto…anche
considerando il fatto che lo stesso Odifreddi, per esempio, afferma
che un incontro sarebbe (a suo giudizio ) un incontro tra sordi. Che
già è consolante,considerando che l’esimio
professore si considera sordo almeno quanto Catalano (altrimenti si
tratterebbe di un incontro tra un sordo (Catalano) e uno che invece
ci sente bene (Odifreddi).
Catalano termina il discorso
ricordando poi quanto le conoscenze,le idee valide,coerenti
etc..valgano più dei titoli a se stanti, portando attenzione
su due importanti scienziati : Faraday e Marconi, il primo analfabeta
per problemi economici,divenuto membro della Reale Accademia delle
scienze,il secondo che non aveva certo carriera accademica. E’
evidente che questo dell’insinuare il non “diritto”
a parlare di certi argomenti, per alcune figure professionali e non,
rappresenta né più né meno un espediente che
rientra in tutto quel modus operandi col quale si va ad offendere,
cercare di ridicolizzare,etichettare (creazionista,complotti sta,
fondamentalista, matto,dipinge re ad hoc chi fa comodo
così che le masse ne abbiano una certa visione,qualunque cosa
questi vada poi a dire,scrivere etc.. Senonchè
,talvolta, accade che questi “attaccatori”, “agitatori
di folla”, messi alle strette da una pressante replica
argomentata a tutti questi tentativi di scherno, non avendo altra
scelta, fanno ritirata non nominando più quella o quelle
persone che avevano fino a poco prima sempre preso di mira,
dirottandosi su altri argomenti, evitando il sorgere così di
nuove e fastidiose repliche..
Si riprende quindi l’argomento
dell’origine della vita e il prof. Pennetta ricorda
che ,senza tanti problemi,e ne abbiamo parlato diverse volte su CS,i
neodarwinisti tendono a scindere l’argomento abiogenesi,
origine della vita da quello di evoluzione sostenendo che questa e il
neodarwinismo si occupino di come si è sviluppata, come è
cambiata,modificata la vita,dando quindi la sua origine come “assioma
di partenza” e come cosa “ovvia” per il fatto che
la vita c’è. Ma spiega anche che questo è un
altro comportamento molto “di comodo”, per togliere un
aspetto che crea enormi problemi, nonché qualcosa di
profondamente sbagliato. Se si vuole conoscere una certa realtà
non è possibile prescindere da come ci si è arrivati,
poiché, molto probabilmente, il processo che ha
portato ad averla farà o aiuterà notevolmente a
comprendere come essa funzioni. Infatti, i meccanismi che
furono all’origine della vita non possono che essere
fondamentali per capire qualcosa di fondamentale sugli esseri viventi
e che se si ipotizza un salto,compiuto dalla “non vita”
alla “vita”,appare evidente che questo debba
aver implicato dei meccanismi che non possono non aver svolto un
ruolo anche in seguito, nei passaggi molto meno “difficili”
di questo,cioè da una specie all’altra
(macroevoluzione).
Lo stesso CICAP (Comitato Italiano per il
Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) riporta un articolo
sull’abiogenesi, ma analizzando le conclusioni del CICAP si
potrebbe mostrare che, come in questo caso, le teorie proposte (e
insegnate) non sono soddisfacenti e che andrebbero presentate come
mere speculazioni non molto lontane da certi fenomeni “paranormali”
dal CICAP severamente giudicati. CICAP che fa incontri su
creazionismo, ID, anti-neodarwinisti come questo, rigorosamente senza
la presenza di creazionisti, neodarwinisti etc. .ma con soli
neodarwinisti, presentando un “minestrone” di, per lo
più, miti, frequenti momenti di scherno, inesattezze e in
generale di cose presentate per quel che non sono. Catalano ricorda
quindi un incontro con N. Cabibbo (fisico, residente della
Pontificia Accademia delle Scienze) avvenuto in occasione del Darwin
Day 2009, in cui il fisico esordì dicendo che non aveva
cognizione di causa per parlare di evoluzione, che non era un
biologo, specificando quindi di non poterne parlare insomma, ma che
si tratta comunque di qualcosa di certo, di un fatto come dire che
piove quando sta piovendo. Catalano rispose che eppure si
può formulare un’unica teoria, un’unica legge
spiegabile attraverso un solo meccanismo, fra l’altro composita
della proprietà di predittività, per cui in base alla
legge posso prevedere il fenomeno, per spiegare la pioggia.. per dire
perché e come piove; ma nel caso del neodarwinismo esistono
praticamente tante teorie quanti biologi, quanti scienziati
neodarwinisti esistono.
Ferraguti rispose per Cabibbo
spiegando che i meccanismi dell’evoluzione non sono meccanismi
come quelli riproducibili in un laboratorio di fisica, si avvalgono
di procedimenti ed indagini che non sono propri delle teorie fisiche,
pertanto non si può pretendere che la teoria dell’evoluzione
obbedisca criteri di scientificità delle teorie fisiche.. con
sorpresa incredibile Ferraguti andò praticamente
sostenendo che il neodarwinismo non è scienza!! Interviene
quindi il prof. Pennetta questa teoria dell’evoluzione non è
scienza in senso tradizionale perché è inverificabile,
qualsiasi futuro, storica mi vuole spiegare il passato però
con la storia caso contingenza anche qualunque passato fosse stato
diverso lo spiegherebbe lo stesso. Ci si domanda così a cosa
mai serva una teoria così,che non
è neanche cattiva scienza.. è cattiva
filosofia. Fratus e Pennetta ricordano che spesso si assiste a
conferme di neodarwinisti che difendono a spada tratta il
neodarwinismo, ma che in verità non conoscono poi ben la
teoria di cui parlano
Si verificano così vere e proprie
filippiche, lunghe disquisizioni,tutta una serie interminabile di
botta e risposta dove si è costretti, purtroppo, a riproporre
argomenti già detti alla controparte che svia e devia il
discorso altrove non toccando mai quello che è il nodo
centrale del discorso,non entrando mai veramente nello
specifico, anche perché come si arriva in sua vicinanza, di
fronte all’evidenza di solito sviano e si rifugiano, se possono
in un “no comment”. Perchè certamente, osservando,
studiando e discutendo di tutti gli accadimenti che hanno interessato
i viventi, quindi tutti i fattori non-biologici (cambiamenti
atmosferici, impatti di meteoriti, inondazioni,
glaciazioni, siccità, eruzioni vulcaniche, deriva dei
continenti, catastrofismi vari etc etc.. ), tutti i
fattori biologici esterni (invasioni di specie in
ecosistemi,estinzioni etc..), tutti i fattori genetici e/o biologici
interni (ossia quanto concerne tutta la “micro-evoluzione,
quindi ibridazioni, speciazioni, incroci, chimere, mutazioni
intra-specie (robertsonian fusion, tandem fusion etc..),
trasposizioni,adattamenti all’ambiente propri di certe specie
(metaprogrammazione, borrowed information), endogenizzazione,
simbiosi etc…) si può spiegare una certa biodiversità,
un certo cambiamento che interessa le specie nel tempo, come si
verifica, dove etc..
Però, bisogna fare attenzione
perché questo, visto come un macroscopico sistema, presenta in
uscita solo varietà non nuove specie (concetto di per se
difficile da definire in senso generale, ma si potrebbe dire qualcosa
come: comunità di individui aventi lo stesso pool genico,che
incrociandosi tra loro generano potenzialmente una prole
illimitatamente feconda;ben diverso da .”un gruppo di organismi
che condividono un antenato”(che neanche è una
definizione perché viziata dalla teoria stessa così
come dalla definizione di specie biologica,ossia l’esito di una
speciazione biologica(allopatica ad esempio)).Infatti si ricorda che
secondo il neodarwinismo progressivo accumularsi di piccole
modificazioni successive, fino a manifestare, in un arco di tempo
sufficientemente ampio,appunto con un meccanismo di caso e necessità,
significativi cambiamenti negli organismi viventi,tanto da portare
anche all’origine di una nuova “specie”. E che ,per
quanto riguarda micro- e macro-evoluzione, l’unica differenza
fra di loro starebbe nella scala, ma i processi sarebbero gli
stessi.
Ma non è tutto i neodarwinisti (anche i più
stimati e referenziati) sostengono che le uniche verifiche
sperimentali che si possono fare sono quindi quelle basate su batteri
et similia, situazione in cui affermano che le tanto
attese conferme ci sono, che basterebbe guardare
gli esperimenti di Lenski su E. coli.
Ovviamente,repetita
iuvant, il fatto che macro e micro sian la medesima cosa su scala
differente è una mera congettura non corroborata da nulla,e
addirittura presto dovrebbe essere presentato uno studio che ne
dimostra l’impossibilità matematica.. Pennetta precisa
quindi che talvolta quando si sente “l’evoluzione è
un fatto”, in verità bisognerebbe fare quella che nel
Medioevo si chiamava explicatio termino rum. Infatti in quel caso con
evoluzione si dovrebbe intendere la successione di viventi nel tempo
che cambiano, la testimonianza fossile di una successione. Cosa che è
una lettura per così dire storico-scientifica dei dati di cui
si dispone, che è un’ipotesi falsificabile,non
falsificata,che spiega i fossili nella colonna nel modo più
semplice (rispetto a come possono o potrebbero fare altre “letture”)
e senza dover far ricorso a grandi catastrofismi o altro di cui non
si può dimostrare scientificamente l’avvenimento e
ipotesi che può comunque essere considerata soddisfacente
per definire cosa siano quei dati.
Su questi dati
poi il neodarwinismo costruisce una teoria che intenderebbe spiegare
l’origine delle nuove specie da antenati comuni mediante
meccanismo di caso e necessità(ovviamente integrata con tutto
quanto concerne la “Sintesi Estesa”,quindi contingenze
etc etc..) E così ad oggi,quando dalle ricerche è
scaturita un’immagine della cellula basata non più sui
“mattoni fondamentali”, cioè i
geni(egoisti),ma bensì su una rete ricorrente di
relazioni funzionali integrate a vari livelli, relazioni che si
esprimono in processi circolari, spesso delocalizzati e strutturati
in modo gerarchico, continuare sostenendo certe cose appare chiaro
che non è scientifico, assomiglia piuttosto a una presa di
posizione ideologico-fideistica..
Fra l’altro,
laddove,ricorda Pennetta, si verificano le condizioni,al verificarsi
delle quali (isolamento ,somma di mutazioni etc..) dovrebbe
verificarsi evoluzione si assiste in buona sostanza all’opposto.
Una delle cose forse più paradossali è che per far
fronte alle probabilità che muovono così contro il
neodarwinismo viene introdotto un curioso e furbo espediente. Si
introduce il termine infinito, attraverso la teoria del multi verso,
così da ricondurre la probabilità,quantomeno al nostro
universo, “soggetto” a principio antropico a qualcosa di
verificabile. E’ un po’ come se si avessero 300 dadi a 20
facce l’uno e si volesse ottenere una precisa sequenza di 300
caratteri… Appare evidente che non basta il tempo di cui si
dispone non solo in vita ma anche miliardi di anni non diventano così
tanti. Allora si ovvia ipotizzando infinite braccia, con
ognuna delle quali effettuare un tiro con un contenitore contenente i
300 dadi…se questa è scienza….
“La
scienza si costruisce con i fatti come una casa si costruisce con i
mattoni. Ma un mucchio di fatti non è scienza così come
un mucchio di mattoni non è una casa”
-E.
Poincarè-
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