Proprio mentre da noi si moltiplicano gli esempi di
negazione del confronto, dall’Università di
Manchester il paleontologo Russell Garwood, pubblica su Nature
un articolo che dichiara “rischiosi” i confronto con gli
antidarwinisti: rischiosi perché?
Come pubblicizzato anche qui sulle pagine di CS,
sabato scorso è stata messa in onda dalla radio libera Radio
Globe One, la trasmissione sul darwinismo intitolata
Evoluzionismo, un’ipotesi al tramonto? Il
fatto non è sfuggito ai sostenitori della teoria e nei giorni
scorsi abbiamo assistito ad una reazione “da manuale” che
mostra quali siano le tattiche usate per poter contrastare le
critiche alla teoria stessa evitando accuratamente di rispondere alle
domande scomode. Come sappiamo esiste una specie di intesa per la
quale a livello universitario si devono ignorare le voci critiche,
queste devono quindi essere in qualche modo demonizzate facendole
passare per “provocazioni” (vedi
l’articolo pubblicato lo scorso dicembre su Pikaia: Perché
non rispondiamo alle provocazioni). Le
obiezioni al darwinismo devono essere dunque classificate come
provocazioni e al massimo se ne può parlare solo deridendole,
a tal fine sono particolarmente adatti dei blog specifici nei quali
si trovano solo articoli di ridicolizzazione dell’avversario,
come quello tenuto dall’attivista politica prestata alla
scienza “ocasapiens” che infatti si
trova molto più a suo agio con le armi della delegittimazione
e della satira che con quelle dell’argomentazione scientifica,
come dimostrato dal recente articolo Creazionisti
in pasticceria dedicato alla trasmissione su Radio Globe
One. Se però qualcuno del mondo accademico volesse
occuparsi di quegli stessi argomenti, lo dovrà fare
senza mai citare espressamente i nomi di coloro che muovono la
critica alla teoria darwiniana. Si tratta di quella tattica
denunciata lo scorso novembre su CS-“Damnatio
memoriae” evoluzionista, una tattica della quale
in occasione della trasmissione su Radio Globe One si è avuta
una conferma con l’articolo
pubblicato sul sito del prof. Daniele Formenti che
riferendosi al sottoscritto e a Fabrizio
Fratus riesce a parlare di noi senza scrivere una sola volta il
nostro nome! Della cosa si è occupato lo stesso
Fabrizio Fratus che ha risposto in modo diretto ed
esauriente (cosa che i nostri critici non fanno mai) alle
considerazioni del prof. Formenti in un articolo
intitolato: La
manipolazione dei fatti; arte della nomenclatura
evoluzionista, pubblicato ieri sul sito del
Comitato antievoluzionista Anti-Darwin. Che
quella appena descritta sia la tattica utilizzata dai darwinisti
viene inaspettatamente confermato anche in un articolo del
paleontologo Russell Garwood della University
of Manchester, pubblicato il 16 maggio 2012
su Nature e intitolato Reach
out to defend evolution, nel quale si dichiara
apertamente che “i dibattiti diretti con i
creazionisti sono rischiosi”:
I dibattiti diretti con i creazionisti sono
rischiosi. Le discussioni organizzate supportano solo la lobby della
‘evoluzione in crisi’.
Si tratta di una dichiarazione che rivela la
tattica adottata anche da noi: i confronti con i critici della
teoria sono rischiosi e devono essere evitati. (N. B. i
critici il darwinismo vengono definiti tutti creazionisti, secondo
una comoda quanto fuorviante terminologia da propaganda di parte
darwinista). Ma perché ad un certo punto Garwood parla di
“lobby“? Non è che
proietta sul versante opposto una realtà che appartiene invece
al suo? Una risposta alla domanda sul perché
i dibattiti con i critici della teoria siano da evitare, era stata
comunque fornita da Garwood all’inizio dell’articolo:
Il mese scorso, questo giornale ha pubblicato
uno studio su un fossile descritto come una nuova specie di grande
dinosauro tyrannosauroide coperto di piume. Una settimana più
tardi, lo stato americano del Tennessee ha approvato una legge
creazionista che incoraggia gli insegnanti a discutere le “debolezze”
dell’evoluzione.
Ecco cosa temono i sostenitori del neo-darwinismo, che si
possa solo ipotizzare che la teoria abbia dei punti deboli! Si
tratta di una clamorosa quanto ingenua confessione, si tratta
dell’ammissione che il darwinismo è un dogma, o meglio
un’ideologia, e che in quanto tale non tollera di essere messa
in dubbio. Ma il paleontologo Russell Garwood
finisce col sorprenderci con una proposta coraggiosa, forse un
incosciente frutto della sua giovane età, egli infatti esorta
i colleghi a non tirarsi indietro, ad affrontare comunque la sfida
del confronto, concludendo l’articolo su Nature nel seguente
modo:
Ignorare la minaccia creazionista non la farà
allontanare. Come scienziati lo dobbiamo agli scolari del Tennessee e
di qualsiasi altro luogo, di trovare un altro modo di batterli.
Ma non illudiamoci, l’articolo è stato
prontamente ripreso anche da Pikaia “Ignorare
il creazionismo“, sul portale dell’evoluzione si
sottolinea come Garwood non intenda esortare al
dibattito, ma a potenziare e migliorare la qualità e la
diffusione degli argomenti darwiniani in rete:
La proposta di Garwood è
quella di rendere disponibili online più informazioni gratuite
sugli articoli scientifici che vengono pubblicate, per esempio
riassunti e spiegazioni in gergo meno tecnico ma scritte dagli stessi
ricercatori. L’informazione dunque, ma di qualità,
invece che di quantità.
Ma il sospetto è che tali riassunti e spiegazioni
altro non saranno che le solite “storie proprio
così”. Fortunati quegli studenti che
vengono educati allo spirito critico, a discutere le “debolezze”
delle teorie scientifiche e non a nasconderle, come avviene nell’
“oscurantista” Tennessee… Enzo
Pennetta
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