L’evoluzione umana continua, no è
ferma, è solo culturale… Boh!
Il prof. Enzo
Pennetta ha commentato un articolo a firma di Giorgio
Tarditi Spagnoli pubblicato sul portale dell’evoluzione Pikaia
(http://www.enzopennetta.it/wordpress/2012/05/su-pikaia-una-replica-a-cs-che-sia-un-dibattito-questa-si-che-sarebbe-evoluzione/).
Senza stare a commentare la solita e nota presunzione degli
evoluzionisti e del tentativo di fare passare la microevoluzione come
processo della macroevoluzione mi congratulo per la risposta di Enzo
Pennetta data a Giorgio Tarditi Spagnolo. Anche il comitato
antievoluzionista si è occupato all’equazione di Hardy
Weinberg e qui di seguito riporto il botta e risposta con il
prof. Piergiorgio Odifreddi e i calcoli del prof. Boria
(http://antidarwin.wordpress.com/2011/06/07/botta-e-risposta-con-piergiorgio-odifreddi/). Il
titolo dell’articolo di Giorgio Tarditi Spagnoli dichiara che
L’evoluzione
umana continua, ma questa affermazione è
condivisa? È un’affermazione interessante e mi chiedo
dove sono le prove di questa continuità. John Sanford, tra i
massimi esperti di ingegneria genetica inventore di tre tra i più
importanti metodi di manipolazione genetica , nel suo importantissimo
testo Entropia genetica e il
mistero del genoma, non ancora tradotto in lingua
italiana, spiega molto chiaramente che il genoma attualmente non
evolve, ma degenera, specie negli organismi più complessi. Il
messaggio è piuttosto inquietante, perché indica come
la specie umana, proprio perché molto complessa, rischia
l’estinzione. J. Sanford, nel suo importantissimo libro spiega
che le mutazioni sono solo errori di copiatura del DNA, che la
maggior parte di esse sono neutrali senza pregiudicare la vita
dell’organismo. Una piccola parte delle mutazioni, invece, è
molto dannosa per l’organismo e sarebbe in questo caso che
entrerebbe in funzione la selezione naturale. La funzione della
selezione naturale, quindi, per uno dei maggiori genetisti al mondo,
è quella di un processo eliminativo e non sicuramente di tipo
evolutivo. Ma c’è di più, nel 2008 Steve
Jones, professore di biologia evoluzionistica dell’UCL,
University College of London, riconoscendo la validità del
lavoro di J. Sanford, ha sostenuto che la degenerazione non fa paura.
Il perché? Semplice, per S. Jones l’evoluzione si è
“fermata”. Nel dibattito subentra anche il professore
Associato di Antropologia John Hawks che insieme ai suoi
collaboratori è arrivato a sostenere il fatto che l’evoluzione
umana degli ultimmi 5000/10.000 anni ha accelerato di 100
volte Cavalli Sforza, invece, ci spiega l’evoluzione
umana ora è soprattutto culturale come ci raccontava Miahel
Georgiev:
…a
vedere così le cose è Luigi Luca Cavalli Sforza,
medico, genetista di fama internazionale. In un recente e illuminante
articolo sul Corriere della Sera
(sabato 29 agosto 2009, pagina 36), utilizzando la tecnica della
mamma che cerca di distrarre il bimbo che piange, Cavalli Sforza si
sforza a spiegare che l’evoluzione ora è rallentata e
non ha più l’importanza di una volta, perché è
sostituita dalla più veloce evoluzione culturale, che è
“l’accumulo di nuove conoscenze”. Invece io da
ignorante (cioè poco evoluto) pensavo che l’umanità
accumulasse sì conoscenze, ma per acquisirle, la prole,
dovesse – a partire da quello che i latini chiamavano “tabula
rasa” – imparare lo scibile accumulato. Invece no!
Cavalli Sforza, da buon genetista avrebbe scoperto che la tabula rasa
è una balla. La verità è che noi evolviamo
culturalmente.
Insomma,
il punto è semplice: quando ci sono di mezzo gli
evoluzionisti, tutto diventa oscuro e nulla è più
comprensibile.
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