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INCHIESTA SUL DARWINISMO
di E.Pennetta - 16/03/12 -
 



Come si costruisce una teoria - Scienza e potere dall’imperialismo britannico alle politiche ONU


La cronaca e l’attualità mostrano che nel mondo contemporaneo la scienza ha assunto la funzione di legittimare il potere, molte delle scelte più importanti non possono infatti essere compiute senza il sostegno di questa autorità, l’unica in grado di generare un consenso unanime.
Questo stato di cose ebbe inizio nel ‘600 quando, in seguito allo scisma anglicano e le vicende dei processi a Giordano Bruno e a Galilei, si fece strada l’idea che il potere statale potesse essere messo in crisi, giungendo anche fino alla delegittimazione, nel caso in cui la sua interpretazione della realtà naturale fosse stata dimostrata erronea.
Venne quindi elaborata l’idea di uno Stato legittimato da una classe di scienziati: fu Francis Bacon a proporlo nella Nuova Atlantide, con Bacon nasceva anche una scienza moderna differente da quella che in Italia stava nascendo con Galilei, per Bacon la scienza doveva essere uno strumento non di semplice conoscenza della natura, né da usare “anche” per fini tecnologici, per Bacon la scienza era concepita come uno strumento per ripristinare la condizione dell’Eden.
La rivoluzione scientifica baconiana fu a tutti gli effetti una proposta basata su una vera e propria gnosi.
Da quell’idea, alcuni decenni più tardi, nacque la Royal Society, la “casta sacerdotale” di scienziati che con la sua autorevolezza, la sua influenza sul modo di pensare e la sua azione contro le scuole di pensiero avversarie, avrebbe supportato l’Impero Britannico legittimandone i fini e l’ideologia agli occhi dei propri cittadini e, possibilmente, davanti al mondo intero.
Tuttavia fu ben presto evidente che quella casta aveva bisogno di un testo di riferimento, di una nuova “Bibbia” capace di offrire una nuova visione del mondo: l’occasione buona sarebbe giunta nel 1859 quando Charles Darwin pubblicò l’Origine delle specie.
Era una teoria che si prestava a divenire una sorta di seducente mito della creazione moderno, un mito basato sulle idee classiste dell’economista Thomas Robert Malthus, idee sulle quali era stata giustificata la più lucida e spietata politica verso le classi povere, il malthusianesimo infatti proponeva che per eliminare la povertà si dovessero eliminare gli aiuti ai poveri, che questi dovessero essere lasciare anche morire senza assistenza per scoraggiarne la riproduzione.
Era nata così l’idea di “selezione naturale”, cioè della selezione del più adatto, che altro non era che la trasposizione delle idee di Malthus nel mondo della Natura, un’idea che avrebbe presto dato origine al concetto di eugenetica e che, nel secolo successivo, avrebbe ispirato quel tipo di politica economica basata sulla riduzione della popolazione da attuare tramite il cosiddetto “Birth control”.
Di questa nuova visione del mondo, in certi aspetti un vero e proprio sostituto della religione, funzionale alla competizione di mercato di tipo liberista e alle politiche coloniali, si sarebbe fatta portatrice la formazione denominata “Fabian Society”, nata alla fine dell’ottocento e tuttora operante ed influente. La Fabian Society si sarebbe proposta come una strana sinistra moderata, un movimento che avrebbe contrastato le spinte rivoluzionarie dell’estrema sinistra marxista proponendo di “temporeggiare”, ma al tempo stesso avrebbe favorito l’applicazione dei principi di Thomas Malthus.
Ma le deboli fondamenta della teoria darwiniana non ressero alla forza delle obiezioni sollevate all’interno dello stesso mondo scientifico e così, tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento, la teoria venne generalmente abbandonata.
Questo “eclissi del darwinismo” è omessa in tutti i testi scolastici che tendono a selezionare solamente i fatti a supporto del paradigma dominante e ad omettere quelli contrari.
Il meccanismo dei paradigmi scientifici proposto da T.S. Kuhn è fondamentale in questa vicenda, è infatti il supporto epistemologico su cui si basa l’intero lavoro.
Dopo questo periodo di crisi si rese necessaria una riformulazione della teoria, nacque così nel 1942 la “sintesi moderna” o “neodarwinismo”.
La seconda guerra mondiale sarebbe presto finita e il pensiero anglosassone si diffuse come non era mai stato possibile in precedenza, questa diffusione venne facilitata anche per mezzo di nuove e più universali istituzioni tra cui l’UNESCO, il cui primo presidente fu proprio il fondatore della “sintesi moderna” Julian Huxley, nipote del “mastino di Darwin” Thomas Huxley.
Da allora ogni tentativo di mettere in discussione l’evoluzione per selezione naturale è stato contrastato con ogni mezzo, giungendo anche al limite della denigrazione e del lecito, come denunciava S. J. Gould, uno dei più grandi protagonisti del mondo scientifico della seconda metà del XX secolo.
Con un percorso irregolare ma continuo, le idee malthusiane nate all’inizio dell’ottocento e sostenute in seguito dall’idea di evoluzione per selezione naturale, si sono quindi affermate come verità di natura e l’evoluzionismo ha assunto il ruolo di un vero e proprio sostituto della religione, giungendo ad orientare il modo di concepire l’uomo stesso, la società e le politiche economiche degli stati occidentali, delle Organizzazioni Internazionali non governative (ONG) e governative, non esclusa l’ONU.
Questa situazione che potremmo definire di paradigma “cristallizzato” è quella attuale, una situazione dominata da una specie di super-paradigma che non può essere colto da un’analisi che non tenga conto del contesto storico e politico in cui la teoria stessa è nata, si è affermata, ed è infine giunta fino al tempo presente.
Una vicenda di cui questo libro vuole essere il puntuale e fedele racconto.


 

Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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