Gentile
redazione,
mi hanno segnalato
questi esempi di SPECIAZIONE:
1) uno e proprio qui
in Italia Passer italiae (passero italiano) Questo esempio di
speciazione è importante perche è un vertebrato non un
batterio inoltre il processo e in fase di sviluppo sotto gli occhi di
tutti. JO S.HERMANSEN, STEIN A. SÆTHER, TORE
O. ELGVIN, THOMAS BORGE, ELIN HJELLE, GLENN-PETER SÆTRE,
Molecular Ecology, Volume 20, Issue 18, pages 3812–3822,
September 2011
2)
Oenothera gigas una pianta de Vries (1905), e anche Duplicate genes
increase expression diversity in closely related species and
allopolyploids" Misook Haa, Eun-Deok Kima and Z. Jeffrey Chen,
PNAS February 17, 2009 vol.106 no. 7 2295-2300
3) Primula kewensis
un altra pianta...Newton and Pellew (1929)
4) Tragopogon naltra
pianta Owenby (1950)
5) Drosophila
paulistorum (Dobzhansky 1972) un insetto.
6) Il topo di casa
delle isole farao (giusto nel caso che non pensate che la speciazione
sia limitato ad uccelli piante ed insetti. Stanley,
S., 1979. Macroevolution: Pattern and Process, San Francisco,
W.H.Freeman and Company. p. 41
7) Nei pesci con la
specie ciclidi del lago Nagubago Reference: Mayr, E., 1970.
Populations, Species, and Evolution, Massachusetts, Harvard
University Press. p. 348
Quanto sopra
rappresentano reali casi di speciazione? E sono prova specifica del
passaggio da microevoluzione a macroevoluzione?
Grazie di una vostra
risposta! Leonardo
Risponde AISO
Esempi
di speciazione equivalgono alla dimostrazione del passaggio da micro
a macro evoluzione?
Un’ottima
domanda e molto pertinente al dibattito. La risposta è molto
semplice. Se consideriamo la definizione di specie più
comunemente accettata, che sarebbe quella secondo E.Mayr (1940)1
(la specie biologica: quando due organismi non riescono ad
accoppiarsi sono considerate specie diverse), allora assolutamente,
esistono numerosi esempi di speciazione. Per il creazionista non c’è
niente di strano o sconvolgente in questo, che spesso sorprende gli
evoluzionisti solo perché sono poco informati. I creazionisti
accettano pienamente la speciazione che risulta dalla selezione
naturale, cioè variazione all’interno di un genere. La
speciazione è osservabile, e si possono condurre esperimenti
empirici: in questo consiste la scienza operativa, cioè quella
sperimentale. La presentazione della speciazione da parte degli
evoluzionisti come strumento per abbattere il creazionismo è
un esempio di un avversario di comodo, costruito con il preciso
obiettivo di abbatterlo facilmente. I creazionisti esperti in materia
non propongono la fissità della specie biologica.
Il fatto della
speciazione non è assolutamente utile a sostegno
dell’evoluzione, perché il passero produce altre specie
di passeri, la primula produce altre specie di primule, il moscerino
della frutta altre specie di moscerini, il topo, indovina: altre
specie di topo, e cosi via ad nauseam. Possiamo anche prendere altri
esempi più noti, come la speciazione dei fringuelli, resi
famosi da Darwin.
Uno
studio di 18 anni da parte del zoologo Peter Grant ha mostrato che
una nuova specie di fringuello può svilupparsi in solo 200
anni.2
Questo fatto addirittura sostiene il modello creazionista della
speciazione rapida.3
Spesso gli evoluzionisti rimangono stupiti dalla celerità di
cambiamenti biologici (fino ad arrivare a nuove specie) in organismi
perché sono cosi prevenuti dai loro concetti di lunghe ere
d’evoluzione, ma dal punto di vista creazionista non c’è
da stupirsi. Tornando ai fringuelli… La difficoltà che
trovano i discepoli dell’evoluzione nell’usare i
fringuelli (ed altri esempi come il melanismo industriale delle
falene Peppered) per la loro causa è che la variazione è
ciclica. Mentre un periodo di siccità risultava in un
incremento delle dimensioni, il cambiamento si invertì quando
tornarono le piogge. Mi sono forse perso qualcosa, ma dove sta
l’evoluzione? E’ semplicemente un adattamento alle
condizioni climatiche (permissibile dalla potenzialità di
variazione dall’informazione genetica a disposizione per le
dimensioni del becco), e non ha niente a che fare con la teoria
generale dell’evoluzione (GTE).
Gli
evoluzionisti cercano di convincerci che cambiamenti (speciazione) di
varie specie come il fringuello sostengono la GTE. Invece la
variazione nel becco dei fringuelli è semplicemente il
risultato di una selezione da informazione genetica pre-esistente,
mentre la GTE richiede la generazione di nuove informazioni. Dove
sono gli esempi di batteri osservati nella loro evoluzione in rane o
in uomo? O forse il pesce che si osserva mentre si trasforma in
anfibio? Queste sarebbero prova dell’evoluzione. In
un’intervista Richard Dawkins, detto il Bulldog di Darwin, fu
chiesto di nominare un esempio di mutazione genetica o processo
evolutivo che avesse aumentato l’informazione nel genoma. Il
risultato era 17 secondi di totale silenzio. Dawkins appare
perplesso. La registrazione viene interrotta e poi alla ripresa della
registrazione procede a rispondere a tutt’altro argomento.4
Alcuni definiscono
l’evoluzione come “cambiamento nel tempo” che
diventa un cesto che raccoglie tutto. Non è assolutamente
adeguato come definizione. La GTE va meglio definita come “Lo
sviluppo di ogni essere vivente da una singola cellula che ha come
origine sostanze chimiche non-viventi.” In alternativa si
potrebbe consultare la definizione su Wikipedia: “In biologia,
con il termine evoluzione, si intende il progressivo ed ininterrotto
accumularsi di modificazioni successive, fino a manifestare, in un
arco di tempo sufficientemente ampio, significativi cambiamenti negli
organismi viventi.”5
La parola chiave è “significativa”, perché
la GTE richiede cambiamenti che portano non alla speciazione, cioè
una specie che produce un’altra specie (all’interno dello
stesso genere), ma una specie che produce una specie di un ordine, o
addirittura un regno diverso. Come il microbo che si trasforma in
maiale o l’ameba che si trasforma in azalea. Questo sarebbe la
macroevoluzione, un termine che personalmente non condivido e non uso
perché fuorviante. Non si dovrebbe nemmeno utilizzare il
termine microevoluzione per definire la potenzialità di
variazione all’interno della specie che va semplicemente
chiamata con il giusto termine scientifico: selezione naturale. La
microevoluzione non è una forma ridotta della macroevoluzione
perché sono processi e concetti radicalmente diversi.
Ricordiamoci che la
selezione naturale è osservata tramite esperimenti empirici,
rientrando nella scienza operativa. L’evoluzione invece viene
presunta, perché non si possono fare esperimenti empirici nel
passato, e perciò viene chiamata scienza delle origini, o più
semplicemente: storia. L’evoluzione rimane quello che è
sempre stata, una mera infondata ipotesi. Ora passiamo alla prossima
frottola degli evoluzionisti…
Stefano Bertolini
Presidente A.I.S.O.
1de
Queiroz K (2005), "Ernst Mayr and the modern concept of
species". Proc. Natl. Acad. Sci. U.S.A. 102 Suppl 1: 6600–7
2P.R.
Grant, Natural Selection and Darwin’s Finches, Scientific
American 265(4):60–65 (October 1991).
3Carl
Wieland, Darwin’s Finches: Evidence supporting rapid
post-Flood adaptation, Creation 14(3):22–23 (June–August
1992).
4http://www.youtube.com/watch?v=zaKryi3605g.
5http://it.wikipedia.org/wiki/Evoluzione.
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