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SELEZIONE NATURALE/1 - UN' IDEA PRESA IN PRESTITO" DA DARWIN
di S. Bertolini e G. Allen - 11/01/12 -
 


Molti considerano il libro di Darwin “Sull’origine delle specie” come un suo capolavoro originale. Da quest’opera, e dal concetto della selezione naturale che in essa viene presentato, nasce quello che poi si svilupperà nel neo-darwinismo, meglio conosciuto come “teoria dell’evoluzione”. Pochi però conoscono la vera storia che ha fatto nascere la teoria della selezione naturale come meccanismo della diversità delle specie, e ancora meno conoscono i veri autori di questa teoria. Per questo motivo rimarranno sorpresi a scoprire che non era un lavoro originale di Darwin, perché altri ci erano già arrivati prima di lui. Si evince dalle lettere agli amici che Darwin si riferiva al “suo” concetto dell’evoluzione per selezione naturale come suo “figlio”, ma in realtà l’avrebbe dovuto chiamare un suo “figlio illegittimo”.


Una dei primi accenni alla teoria della selezione naturale si trova fra le pagine del libro scritto dal nonno di Charles Darwin, Erasmus Darwin, che nel 1794 pubblicò Zoonomia. Charles Darwin prese quasi ogni argomento ed esempio presentato in questo libro e li usò in Sull’origine delle specie pubblicato nel 1859. Erasmus Darwin era un libero pensatore ed umanista.


Di recente il Prof. Paul Pearson dell’Università di Cardiff ha trovato nella Biblioteca Nazionale della Scozia tre volumi del geologo scozzese James Hutton (1726 - 1797), scritte nel 1794, che non sono mai stati pubblicati, intitolati Una indagine sui principi della sapienza e del progresso della ragione, dal senso alla scienza e alla filosofia (An Investigation of the Principles of Knowledge and of Progress of Reason, from Sense to Science and Philosophy)1. Hutton ha dedicato un capitolo intero alla sua teoria chiamata “variazione seminale”2. Oggi Hutton rimane più noto per i suoi concetti di una terra vecchia che hanno fatto nascere il concetto dell’attualismo.


Altri autori avevano pubblicato articoli sulla selezione naturale molti anni prima di Darwin, come il medico William Wells (1757–1817, figlio di genitori scozzese ed americano) che scrisse nel 1813 (pubblicato solo nel 1818 dopo la sua morte)3. Nel 1831 il frutticoltore scozzese Patrick Matthew (1790–1874) scrisse Sul legname navale e sull’arboricoltura (On Naval Timber and Arboriculture), menzionando la selezione naturale nell’appendice. Egli dichiarò pubblicamente di avere preceduto Charles Darwin e si autodefinì nei suoi libri come colui che ha scoperto il principio della selezione naturale. Non sembra casuale che Wells, Matthew e successivamente Charles Darwin si siano formati nella città universitaria di Edimburgo, nota per le sue società scientifiche. Era anche la città di residenza di Hutton. Il Prof. Pearson insinua che dei concetti parzialmente dimenticate dai suoi giorni da studente sono tornati alla mente di Darwin mentre tentava di spiegare quello che osservava nelle varie specie durante il suo viaggio a bordo del Beagle3.


Probabilmente chi ha maggiormente influenzato Darwin è stato il chimico e zoologo inglese Edward Blyth (1810 – 1873), autore di tre importanti articoli sulla selezione naturale pubblicati ne La Rivista di Storia Naturale dal 1835 al 18374, prima che Darwin pubblicò L’origine delle specie nel 1859. Non esiste dubbio che Darwin conosceva bene questi lavori, perché l’Università di Cambridge possiede le copie personali di Darwin di questi articoli con gli appunti scritti di suo pugno nei margini!5


Alfred Russel Wallace (1823–1913), mentre viveva nell’Arcipelago Indo-Malese sviluppò indipendentemente una teoria dell’evoluzione quasi identica a quella di Darwin6. Nel 1858 mandò a Darwin una copia del suo manoscritto Sulla tendenza delle varietà ad allontanarsi indefinitamente dal tipo originario (On the Tendency of Varieties to Depart Indefinitely From the Original Type). Questa tesi sulla selezione naturale descrisse in forma completa quello che ora conosciamo come la teoria dell’evoluzione di Darwin7. La ricezione di questo manoscritto scoraggiò molto Darwin, ma spinto dai suoi amici Charles Lyell e Joseph Hooker, organizzarono una presentazione ‘congiunta’ fra Darwin e Wallace alla prossima convocazione della Società Linneana di Londra, il 1 Luglio 1858. Presentarono il lavoro di Wallace assieme a due articoli non ancora pubblicati da Darwin (un saggio del 1844 e una lettera del 1857 scritta ad Asa Gray). Questa fu una cosa molto scorretta, perché non fu presente Wallace e nemmeno avevano la sua approvazione perché lo fecero completamente alla sua insaputa. L’esistenza del manoscritto di Wallace costrinse Darwin ad affrettarsi a scrivere L’origine delle specie e a pubblicarlo il 24 Novembre 1859 per paura che Wallace facesse colpo nei giornali anticipandolo. Secondo Brackman “Wallace, non Darwin, fu il primo a scrivere la completa teoria dell’origine e della divergenza delle razze per selezione naturale... e fu derubato nel 1858 della sua priorità nel proclamare la teoria”8.


Dopo la pubblicazione de L’Origine delle specie nel 1859, Darwin fu accusato dai suoi contemporanei di non avere riconosciuto il suo debito a loro ed ad altri che avevano scritto sulla selezione naturale. A causa dell’aumento di questa pressione pubblica, nel 1861 si sentì costretto ad aggiungere un Profilo Storico nella terza edizione de L’Origine in cui ha fatto menzione di alcuni degli scrittori precedenti. Tuttavia questo non fu sufficiente a placare le accuse e in ogni successiva edizione il Profilo Storico assunse sempre più importanza, fino ad arrivare nella sesta edizione a menzionare 34 altri autori che avevano scritto precedentemente sull’origine delle specie e sulla loro diversificazione. Tuttavia le informazioni incluse su quanto avevano scritto furono molto vaghe e rimasero isolate dal testo principale. Darlington lo chiama “il racconto meno attendibile che sarà mai scritto”9. Anche il satirico inglese Samuel Butler, nel suo libro Evoluzione nuova e vecchia (Evolution Old and New) del 1879, accusò Darwin di aver disprezzato le congetture evoluzionistiche di Buffon, Lamarck e il nonno Erasmus.


Le accuse contro Darwin si sono perpetuate anche nei tempi moderni. L’eminente evoluzionista Loren Eiseley, Prof. Benjamin Franklin di Antropologia e Storia della Scienza all’Università di Pennsylvania, è d’accordo che Darwin ‘prese in prestito’ (potremmo dire plagiò) il lavoro di altri. Eiseley ha dedicato decenni a rintracciare le origini delle idee attribuite a Darwin. Nel suo libro del 197910 afferma che i principi del lavoro di Darwin, come la lotta per la sopravvivenza, la variazione, la selezione naturale e la selezione sessuale, sono tutte pienamente espresse nell’articolo di Blyth del 183511. Scrive che Darwin usò perfino espressioni tipiche di Blyth, parole insolite (come anastomosi) e frasi simili dopo che queste apparvero nell’articolo di Blyth del 1836, incluso l’uso di elenchi di animali in contesti simili12. L’audace lavoro di Eiseley ha incoraggiato altri evoluzionisti del secolo XX, come Darlington, ad accusare Darwin13. Facendo riferimento alla posizione coraggiosa presa da Eiseley, Hoyle e Wickramasinghe scrissero nel 1981: “Le prove non permettono altra conclusione che quella della voluta omissione [da parte di Darwin ndr] ... un peccato di omissione molto grave che deve ancora essere redento dal mondo professionale della biologia”14.


È vero che nel suo libro Darwin fa riferimento a qualche comunicazione con Blyth riguardo al comportamento di qualche specie specifica15, ma come commenta Eiseley, Blyth viene riconosciuto limitatamente in un ruolo di tassonomo ed osservatore sul campo16. A questo punto viene da domandarsi il motivo per cui Darwin fosse così riluttante a riconoscere Blyth per gli elementi principali della sua teoria e a citare gli articoli di Blyth sulla selezione naturale. Si potrebbero proporre due motivazioni:


  1. Blyth era chiaramente cristiano e creazionista. Es: Blyth tratta il cambiamento stagionale della colorazione di alcuni animali come la lepre di montagna, che diventa bianca d’inverno. Egli dichiara che questi sono “straordinari esempi di progettazione che attestano chiaramente e vividamente l’esistenza di una grande onnisciente Prima Causa”17. Scrive che gli animali “manifestano un senno e una saggezza sovrumani, perché innati, e perciò impartiti da un Creatore onnisapiente18.

  2. Blyth giustamente considerò il concetto della selezione naturale come un meccanismo che eliminava dalla popolazione i malati, i vecchi e gli inadatti, come un fattore di conservazione e mantenimento del status quo. In altre parole, la speciazione non andava oltre la specie biblica. Diversi creazionisti come Blyth e William Paley ritenevano la selezione come un processo che sceglieva fra diverse caratteristiche, ognuna delle quali doveva già esistere prima di poter essere selezionata.


I libri di storia danno tutto il merito equivoco per l’idea dell’evoluzione tramite la selezione naturale a Charles Darwin. Uno studio più attento della storia ci porta presto alla conclusione che Darwin non fu né originale, né il primo a pubblicare un trattato sulla selezione naturale. Non si può neanche dire che sia stato più bravo degli altri a fare un buon marketing del suo lavoro, perché dalle volute omissioni di riferimenti ai precursori della sua teoria si rimane colpiti da un senso di malafede. Il fatto che fu proprio un creazionista ad essere il primo a documentare tutta la teoria della selezione conferma che questa sia in perfetta armonia con la rivelazione speciale della Bibbia nel racconto della Genesi. Va sottolineato che la selezione naturale, seppure un fenomeno vero, rimane impotente a generare le nuove informazione (genetiche) necessarie a produrre nuove caratteristiche. Quello che Blyth, Wallace e Darwin osservarono studiando le specie era che la selezione naturale poteva selezionare unicamente dalle caratteristiche già esistenti nelle specie. Un fatto confermato dal neo-darwinismo, in quanto la biologia molecolare non ha mai osservato la generazione di nuove informazioni genetiche, fondamentali per l’evoluzione di una specie in un’altra avendo caratteristiche completamente diverse. Non solo il “figlio” di Darwin era illegittimo, ma aveva anche molti padri!


Adattato e tradotto da Stefano Bertolini da un articolo di Russell Grigg, CMI. Rivisto da Geoffrey Allen.


1Recensito da Paul Pearson in Nature 425(6959):665, 16 Ottobre 2003.

2Secondo Pearson, Hutton usò il meccanismo della selezione per spiegare l’origine della diversità nella natura, anche se ha precisato di considerare l’evoluzione tra specie come una “fantasia romantica”.

3Citato da Stephen Jay Gould in Gould, S., Natural selection as a creative force, The Structure of Evolutionary Theory, Belknap Press of Harvard University, Massachusetts, USA, p. 138, 2002.

4Blyth, E., The Magazine of Natural History Volumi 8, 9 and 10, 1835–1837. La fonte: Bibliografia 5, Appendici.

5Fonte: Bradbury, A., Charles Darwin—The truth? Part 7—The missing link, <www3.mistral.co.uk/bradburyac/dar7.html>, 30 Ottobre 2003.

6Wallace considerava l’argomento già nel 1845 e pubblicò un articolo generale nell’ Annals and Magazine of Natural History, Settembre 1855. Vedere bibliografia 7, p. 78.

7Fu il concetto non ancora pubblicato di Darwin nei minimi dettagli, indipendentemente duplicato da un uomo che viveva in una capanna agli estremi confini del mondo.” Eiseley, L., Alfred Russel Wallace, Scientific American 200(2):80, Febbraio 1959.

8Brackman, A., A Delicate Arrangement: The Strange Case of Charles Darwin and Alfred Russel Wallace, Times Books, New York, p. xi, 1980.

9Darlington, C.D., The origin of Darwinism, Scientific American 200(5):61, Maggio 1959.

10Eiseley, L., Darwin and the Mysterious Mr X, E.P. Dutton, New York, 1979, pubblicato dopo la morte dagli esecutori testamentari; da Eiseley, L., Charles Darwin, Edward Blyth, and the Theory of Natural selection, Proceedings of the American Philosophical Society 103(1):94–114, Febbraio 1959.

11Bibliografia 10, p. 55.

12Bibliografia 10, pp. 59–62.

13Darlington, C.D., Darwin’s Place in History, Basil Blackwell, Oxford, p. 60, 1959.

14Hoyle, F. and Wickramasinghe, C., Evolution from Space, Paladin, London, pp. 175–179, 1981.

15Darwin, C., The Origin of Species, 6th ed., John Murray, London, 1902, pp. 21, 199, e 374.

16Bibliografia 10, p. 52.

17Bibliografia 4.

18Bibliografia 4.

 

Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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