Il concetto iniziale più
importante, che ha fatto sì che la realtà della
Creazione sia ben conosciuta da ognuno, è la complessità
della vita, che non poteva neanche essere immaginata ai tempi di
Darwin. Nel suo libro del 1996, Darwin's Black Box [La scatola
nera di Darwin], Michael Behe, professore di biochimica alla
Lehigh University, scrive a proposito della scoperta della
complessità delle cose viventi:
Sin dalla metà degli anni
’50 la biochimica ha spiegato, con estrema accuratezza, i
procedimenti della vita a livello molecolare […] La scienza
del XIX secolo non poteva neanche immaginare i meccanismi della
vista, dell’immunità, o del movimento, ma la moderna
biochimica ha identificato le molecole che permettono queste e altre
funzioni. Una volta ci si aspettava che la base della vita fosse
oltremisura semplice. Questa aspettativa si è incrinata. Si è
constatato che la vista, il moto e le altre funzioni biologiche non
sono meno sofisticate delle telecamere o delle automobili. La scienza
ha fatto enormi progressi nella comprensione del funzionamento della
chimica della vita, ma l’eleganza e la complessità dei
sistemi biologici a livello molecolare hanno paralizzato il tentativo
della scienza di spiegare le loro origini. […] Molti
scienziati hanno temerariamente asserito che le spiegazioni erano già
in loro possesso, o che prima o poi lo sarebbero state , tuttavia non
si può trovare nessun argomento a favore di tale asserzione
nella letteratura scientifica autorevole. Ancora più
importante è il fatto che vi sono ragioni inoppugnabili,
basate sulla struttura dei sistemi stessi, per arrivare alla
conclusione che una spiegazione darwiniana dei meccanismi della vita
sarà sempre evasiva.13
Dunque cosa c’è di
così complesso in una cellula? Behe risponde:
Poco dopo il 1950, la scienza
progredì fino al punto che fu possibile determinare le forme e
le proprietà di alcune molecole che costituiscono gli
organismi viventi. Un po’ alla volta, e con estrema cura,
furono rivelate le strutture di un numero sempre maggiore di molecole
biologiche, e come queste funzionassero, desumendolo da un
incalcolabile numero di esperimenti. I risultati complessivi hanno
poi dimostrato, con assoluta chiarezza, che la vita è basata
su delle macchine – macchine composte da molecole! Macchine
molecolari che trasportano il carico da un posto all’altro
nelle cellule, procedendo in “autostrade” fatte di altre
molecole, mentre altre ancora funzionano da cavi, funi e
pulegge per mantenere la cellula nella giusta forma. Macchine che
spengono e accendono gli interruttori cellulari, a volte uccidendo la
cellula, e altre volte facendola crescere di dimensioni. Macchine
funzionanti a energia solare che catturano l’energia
dei fotoni e la conservano sotto forma di sostanze chimiche. Macchine
elettriche che permettono alla corrente di fluire attraverso i nervi.
Macchine che fabbricano sia sé stesse che altre macchine
molecolari. Le cellule nuotano usando le macchine, si copiano con il
macchinario e con questo ingeriscono il cibo. In breve,
macchine molecolari altamente sofisticate controllano ogni processo
cellulare. Perciò i dettagli della vita vengono finemente
calibrati, e il macchinario della vita è enormemente
complesso.14
Gerald Schroeder, fisico e
biologo molecolare, mette in evidenza questa straordinaria
complessità:
[…] In media, ogni cellula
del vostro corpo, in questo preciso istante ed in ogni secondo, sta
formando duemila proteine. Ogni secondo! In ogni cellula.
Continuamente. E lo fanno con una tale semplicità. Noi,
di tutta questa attività, non ce ne accorgiamo neanche. Una
proteina è una fila di diverse centinaia di aminoacidi, e un
aminoacido è una molecola che ha circa venti atomi. Ognuna di
tutte le cellule del vostro corpo sta selezionando, proprio adesso,
circa cinquecentomila aminoacidi, costituite da circa dieci milioni
di atomi, organizzandoli in stringhe preselezionate, unendoli
insieme, controllando che ogni stringa sia ripiegata in forme
specifiche, e infine inviando ogni proteina verso il luogo giusto,
qualcuna all’interno della cellula, qualcuna fuori, luoghi che
hanno segnalato la necessità di queste proteine
specifiche. Ogni secondo. Ogni cellula. Il tuo corpo, e anche il mio,
è una meraviglia vivente.15
Come scrisse Paul Davies ,
affermare che questo sistema straordinariamente complesso è
un prodotto del caso o di leggi naturali è come asserire che
una casa può essere costruita facendo saltare in aria i
mattoni con della dinamite. Ed è per questa ragione che la
complessità della vita disarma i darwinisti. Secondo
Behe nessuna delle loro pubblicazioni scientifiche dà
una spiegazione evoluzionista delle origini della vita:
Se si cerca nella letteratura
scientifica sull’evoluzione, e si concentra la propria
ricerca sulla questione di come le macchine molecolari - la base
della vita – si sono sviluppate, si troverà un
innaturale e completo silenzio. La complessità della
fondazione della vita ha paralizzato il tentativo della scienza di
darne conto; le macchine molecolari si innalzano come una barriera
finora impenetrabile e irraggiungibile per il darwinismo.16
In breve, le indagini sulle
origini della vita sono state un importante sviluppo che ha
contribuito al crollo della teoria dell’evoluzione.
Allora perché gli evoluzionisti ancora si aggrappano al
darwinismo?
Harold Urey, uno degli autori
dell’esperimento di Miller, ammette:
Tutti noi che studiamo l’origine
della vita troviamo che più vi guardiamo dentro, più
abbiamo l’impressione che la vita sia troppo complessa perché
si sia evoluta da qualche parte. Tutti noi crediamo, come un atto di
fede, nell’evoluzione della vita dalla materia inerte di questo
pianeta. Ma è proprio il fatto che la sua complessità
sia così grande, che ci rende difficile immaginare che
sia stata davvero così.
Urey dichiara che lui e molti dei
suoi colleghi “credono” che l’origine della vita
sia un evento del caso. Pertanto, in effetti, non fu la scienza la
base di questo esperimento, ma la fede. E l’idea che niente
esista oltre alla materia, che tutto debba essere spiegato in termini
di effetti fisici, è filosofia materialista.
Il darwinismo è
scientificamente crollato, solo una fede cieca nella sua filosofia lo
mantiene ancora in vita, ma non potrà mai farlo
rivivere in quanto teoria.
Tratto
da: C’era una volta il darwinismo
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