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L'ETA' DEI FOSSILI
Feedbackda Salvatore 25/11/11
 



Domanda posta da un lettore di AISO

Salve, sono un cristiano MOLTO ignorante in materia, prima cosa volevo ringraziarvi a nome di tutti i credenti (sopratutto giovani) che si vedono quasi costretti ad accettare l'evoluzione insegnata nelle scuole... seconda cosa vorrei sapere perchè considerate la datazione dei fossili errata e se ci sono delle "prove" che supportano le vostre tesi sulla datazione.. Grazie in anticipo




Redazione AISO

Immaginiamo che lei entri in una stanza e trova un rubinetto che sta gocciolando in un contenitore che misura il volume. Quando entra, il livello è a 300 ml di liquido e il rubinetto sta gocciolando ad un andamento di 50 ml all'ora.

Da quanto tempo sta gocciolando? Sicuramente lei farebbe il calcolo di 300 ml diviso 50 ml/ora e arriverebbe alla conclusione che gocciola da 6 ora, come fanno tutti. Dopotutto è la soluzione di un semplice problema. Ogni metodo di datazione funziona in questo modo.

Ma se io le dicessi che la risposta giusta è di solo 1 ora, e che io lo so perché ho preparato io l'esperimento, come lo spiegherebbe? Probabilmente potrebbe trovare alcune possibili spiegazioni. Ne elenco solo un paio:

  • Il rubinetto gocciolava più velocemente nel passato;

  • Il contenitore non era vuoto all'inizio dell'esperimento, ma conteneva già una quantità di liquido.

Sono certo che ora sarà contento di accettare queste due (e forse altre) possibili spiegazioni.

Cosa avrebbe appena fatto? Ha cambiato i suoi presupposti per cercare di arrivare alla risposta giusta. Era partito con il presupposto che il contenitore fosse vuoto all'inizio e che il rubinetto ha sempre gocciolato in modo costante, poi ha tranquillamente cambiato i suoi presupposti per ottenere quello che ora sembra la risposta giusta.



Perché le ho fatto questo piccolo gioco? Perché è un buon parallelo da applicare ai metodi di datazione. La datazione scientifica è più un modo di pensare che un metodo di misura: viene fortemente influenzata dai nostri presupposti. Posso dire che tutti noi, sia creazionisti che evoluzionisti, abbiamo dei presupposti, e che questi colorano il modo in cui vediamo ed interpretiamo i fatti, a seconda degli occhiali che indossiamo.






I metodi di datazione non sono in grado di misurare l'età di un reperto. Possono solo misurare la concentrazione di alcune sostanze quali isotopi radioattivi, ad es. il radiocarbonio (C-14). Certamente si possono misurare con molta precisione queste concentrazioni, ma rimangono sempre concentrazioni. Per arrivare a delle date bisogna interpretare queste concentrazioni secondo il nostro paradigma e i suoi presupposti.

Quali sarebbero questi presupposti?



1

) Le condizioni iniziali sono conosciute: Presumiamo che all’inizio la quantità di isotopo figlio nel campione fosse zero o altro valore conosciuto. Quale scienziato può determinare che queste erano le condizioni 350 milioni di anni fa per la roccia ignea che stiamo testando? Chiaramente nessuno, perciò questo presupposto non regge.



Nota: l'unità di misura "Ma" significa milioni di anni.





  1. Il sistema è chiuso o isolato: cioè, che nessun quantitativo né dell’isotopo

    padre, né di quello figlio sia stato perduto o aggiunto. Però sappiamo che le rocce sono permeabili e che l'acqua dissolve e trasporta i minerali. Quale scienziato può dire che l'acqua o altro agente non ha agito sulla nostra roccia? Nessuno, e cosi anche questo presupposto crolla.


3) I tassi di decadimento sono costanti: Questo potrebbe essere un presupposto ragionevole, però non possiamo dirlo con certezza e si fonda sul principio dell'attualismo che è alla base dell'ipotesi dell'evoluzione. Infatti, degli studi recenti svolti dal progetto R.A.T.E. (Radioisotopes and the age of the earth) ed altri hanno concluso che i tassi di decadimento non sono sempre costanti1,2. Dunque, anche questo terzo presupposto non regge.

4) Bisogna utilizzare dei ragionamenti a posteriori per escludere le date non coerenti, perché per i reperti datati spesso si ha un'enorme variabilità nella data "calcolata". Sarebbe come dire “che data vorreste?”.

Si possono solo datare le rocce ignee, cioè la lava solidificata. All momento della solidificazione è come se partisse il cronometro della datazione. Misurando le concentrazioni di vari isotopi, si pensa di poter risalire all'età della roccia. La datazione al C-14 funziona solo sui resti di organismi una volta viventi che sono morti meno di 50.000 mila anni fa. Gli oggetti più vecchi (secondo la visione del mondo evoluzionista) devono essere datati con i metodi del decadimento radioattivo.



Diamo qualche esempio.

Misure su delle rocce di età note:

Datazione K-Ar delle rocce dall’eruzione del monte Sant’Elena (1980): date: 0,35 Ma – 2,8 Ma. In realtà la roccia aveva meno di 20 anni!3

Datazione K-Ar di 5 flussi di lava dal monte Ngauruhoe (NZ). Date calcolate: < 0,27 Ma a 3,5 Ma. Le date reali dei flussi: (1) 1949, (3) 1954, (1) 1975.4

Metodi differenti sulla stessa roccia:

Sono state testate rocce basaltiche del Uinkaret Plateau, Grand Canyon, accettate come aventi poche migliaia di anni.

6 misure potassio-argon 10.000 anni – 117 Ma

5 misure rubidio-stronzio 1.270 Ma – 1.390 Ma

Isocrona rubidio-stronzio 1.340 Ma

Isocrona piombo-piombo 2.600 Ma

Come può la stessa roccia avere un'età che varia da 10.000 anni a 2,6 miliardi di anni?5



Esistono molte altre prove che ci fanno capire che i fossili non hanno tutti quei milioni di anni.

  • Se accettiamo che i fossili hanno milioni di anni, dobbiamo anche accettare il paradigma evoluzionista. Perché allora non troviamo fossili di transizione? Perché troviamo migliaia di “fossili viventi” invariati durante centinaia di milioni di anni, come il famoso celacanto (Latimeria)?

  • Sempre più scoperte paleontologiche ci fanno capire che i fossili di ere diverse non si trovano in strati singoli separate da milioni di anni di sedimentazione. Invece si trovano sempre più sovrapposizioni che mettono in dubbio sia la datazione che il meccanismo dell’evoluzione.

  • La datazione di vari reperti va continuamente modificata a seguito di nuove scoperte fossili che scombussolano la supposta sequenza evolutiva, in particolare per quello che concerne la storia antropologica. Cosa dovrebbe prevalere nella datazione di un reperto? Il metodo di misura radiometrica, o un preconcetto quando essa non ricade comodamente nell’età aspettata secondo la desiderata scala antropologica?

  • La genetica (nessuna mutazione ha mai creato nuove informazioni genetiche), le mancanza di fossili di transizione, le incongruenze nella omologia e nell’embriologia negano l’ipotesi dell’evoluzione (con i suoi milioni di anni) come modello della vita, perciò anche i fossili vanno spiegate e datate diversamente.

  • Considerando che i fossili, non essendo rocce ignee, non si possono datare direttamente, si datano le rocce intorno a loro. Cosi la stratigrafia, sviluppata secondo il pensiero evoluzionista, diventa la guida per datare i fossili. D’altra parte i fossili guida vengono usati per datare le rocce e cosi entriamo in un ragionamento circolare senza alcun punto di riferimento assoluto. “Non esistono testimonianze relative allo sviluppo della vita, esso viene supposto... Le rocce datano i fossili, ma i fossili datano le rocce più accuratamente.” 6 Nonostante la stratigrafia sia considerata “abbastanza regolare”, non si trova una scala completa in alcun luogo della terra e addiritura esistono molte anomalie dove la scala è ribaltata: strati contenenti fossili “primitivi” al di sopra di strati più recenti contenenti fossili “avanzati”.



Il modello della creazione come meccanismo per spiegare le forme di vita sulla terra e l’esistenza dei fossili ha più peso dopo un’attenta analisi di tutti i dati forniti dai vari campi della scienza. Il modello creazionista spiega l’esistenza dei fossili con un seppellimento repentino causato da una grande catastrofe globale come il Diluvio noachico. Questo modello ha una scala temporale di migliaia di anni per i fossili, come sostenuto dalla datazione al C-14. Ogni campione di carbone testato contiene C-147, necessitando a priori un’età inferiore ai 50.000 anni. La datazione al C-14 di ossa di dinosauro parzialmente fossilizzate è di poche decine di migliaia di anni. “L’esecuzione di test su diverse ossa di dinosauro dal 1990 ad oggi ha dimostrato la presenza di significative quantità di C-14 sia per il collagene osseo, sia per la bio-apatite ossea, con una variabilità da 22.000 a 33.000 anni radiocarbonio.”8 Se questo non fosse sufficiente, il colpo di grazie può essere considerato il ritrovamento di parti molli all’interno del femore solo parzialmente fossilizzato di T-Rex, ancora con globuli rossi visibili al microscopio!9, 10 Gli evoluzionisti hanno veramente capito il significato di parti molli all’interno di un osso di T-Rex, completo di globuli rossi?

Per i fossili parliamo al massimo di qualche migliaio di anni; ai milioni non ci pensiamo nemmeno.

11.Humphreys, D. et al., Helium diffusion rates support accelerated nuclear decay, www.icr.org/pdf/research/Helium_ICC_7-22-03.pdf.

2Huh, C.-A., Dependence of the decay rate of 7Be on chemical forms, Earth and Planetary Science Letters 171:325–328, 1999.

3Austin, S.A., Excess argon within mineral concentrates from the new dacite lava dome at Mount St Helens volcano, TJ 10(3):335–343, 1996.

4Andrew A. Snelling, Andesite Flows at Mt Ngauruhoe, New Zealand, and the Implications for Potassium-Argon "Dating”, Presented at the Fourth International Conference on Creationism, Pittsburgh, PA, August 3-8, 1998.

5Austin, S.A. (ed.) 1994. Grand Canyon: Monument to Catastrophe. Institute for Creation Research, Santee, California, pp. 120–131.

6J. E. O’Rourke, “Pragmatism versus materialism in stratigraphy”, American Journal of Science, vol 276, January 1976, p. 53.

7Baumgardner, J. et al., Measurable 14C in fossilized organic materials: confirming the young earth creation-flood model, <www.icr.org/research/icc03/pdf/RATE_ICC_Baumgardner.pdf>, 16 October 2003.

8J.Holzschuh et al., Datazioni recenti al C-14 di fossili includenti collagene proveniente da ossa di dinosauro, Evoluzionismo: Il tramonto di una ipotesi, Cantagalli, p.125 – 150, febbraio 2009.

9M.Schweitzer and I. Staedter, The Real Jurassic Park, Earth, pp. 55–57, June 1997.

10M.Schweitzer et al., Soft-tissue and cellular preservation in Tyrannosaurus rex, Science, 307, 2005, pp. 1952-1955).

 

Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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