Un
nostro lettore ci ha chiesto di commentare un articolo apparso su
Repubblica 28 novembre 2010
http://www.repubblica.it/scienze/2010/11/28/news/dinosauri_mammiferi-9594550
Ho
trovato interessante questo articolo di natura mediatica, non tanto
per il contenuto ma per l'impostazione dell'articolo che
presenterebbe delle conclusioni certe di un studio scientifico. Dal
linguaggio utilizzato si evince che ogni mistero sulla comparsa degli
mammiferi è stato svelato. Frasi come: "una ricerca
condotta dalla Fondazione Nazionale delle Scienze, ha scoperto...",
"Questa nuova scoperta confermerebbe l'ipotesi ..." ci
fanno capire come la conclusione cui sono arrivati debba considerarsi
indiscutibile, ormai un fatto scientifico!
Analizziamo
quanto scritto.
"Svelato
il mistero... La ricerca della National Science Foundation si basa
soprattutto sui denti fossili": Mi sembrano fare delle
affermazioni un pò azzardate se basano le loro conclusioni
prevalentemente su dei denti. Anche Hesperopithecus (Uomo di
Nebraska), nostro antenato di 1 milione di anni fu ricostruito in
base alle scoperta di un dente! Purtroppo dopo questa ricostruzione
grandiosa hanno scoperto che il dente era quello di una specie di
maiale che si era estinto solo pochi anni prima.
Passiamo
all'affermazione successiva: "La ricerca basata, su un'enorme
quantità di dati raccolti in tutto il pianeta, in particolare
sui denti fossili, i quali, più di ogni altra parte del corpo,
sono legati alle dimensioni dell'animale, ha dimostrato come esista
una stretta relazione tra ambienti ecologici ed evoluzione che
influisce sulle specie indipendentemente dalla loro storia evolutiva
precedente." Io ho sempre pensato che le ossa degli arti fossero
un'indicazione delle dimensioni dell'animale migliore, in particolare
il femore, ma secondo questo articolo dovevo avere le idee confuse!
Perché non prendiamo in considerazione alcuni animali moderni
per capire se questa affermazione abbia delle fondamenta?
Elefante
africano:
Peso
di un dente (zanna): fino a 102,7 kg 1,
Peso di un elefante: fino a 11,000 kg 2
- rapporto 1 : 107
Capodoglio:
Peso
di un dente: fino a 1 kg 3,
Peso
di un capodoglio: fino a 57.000 kg 4
- rapporto 1 : 57000
Mi
sembra che in questo caso le dimensioni dei denti non corrispondano
molto (direi per niente) alle dimensioni degli animali. Prendendo
altri dati come, per esempio, l'andamento del peso medio delle zanne
dell'elefante africano, scopriamo che nel 1970 il peso medio di una
zanna era di 12 kg, nel 1990 solo 3 kg.5
Questo significa che
considerando esclusivamente i denti, e credendo ciecamente alle
conclusioni dell’articolo, le dimensioni dei elefanti africani
siano diminuite del 75% in soli 20 anni! Vi sembra possibile che in
Africa si trovino solo degli elefanti pigmei? Certo che no. Non vi
voglio prendere in giro ma solo mettervi in guardia sul fatto che
nessun aspetto di uno studio di un soggetto complesso come la
paleontologia, dove le prove non sono di natura empirica e i dati
sono molto incerti, va mai preso in considerazione isolatamente. Il
studio della vita passata, la paleontologia, non è una scienza
esatta, né un mondo di assoluti. Si parte da dei presupposti e
si interpretano i dati secondo i presupposti. Purtroppo accade
ripetutamente che questi presupposti ci impediscono di vedere la
realtà a furia di rivendicare a tutti costi la nostra visione
del mondo, come confessato da Richard Lewontin:
“Noi
difendiamo la scienza nonostante l’evidente assurdità di
alcune delle sue affermazioni, nonostante essa non riesca a
realizzare molte delle sue stravaganti promesse sulla salute e sulla
vita, nonostante la tolleranza della comunità scientifica per
delle favole immaginarie prive di verifica, perché abbiamo un
impegno aprioristico, un impegno materialista. Non è che i
metodi e le istituzioni della scienza ci obblighino ad accettare una
spiegazione materialista dei fenomeni, ma al contrario, siamo
costretti dalla nostra adesione aprioristica alle cause materiali a
creare un apparato d’investigazione ed una serie di concetti
che generano spiegazioni materialistiche; non importa quanto contro
intuitive, non importa quanto mistificanti per i non addetti ai
lavori. Non solo, ma tale materialismo è un assoluto, perché
non possiamo aprire la porta al Piede Divino.” 6
Una
qualsiasi ipotesi deve avere delle predizioni. Secondo la visione
evoluzionista, per esempio, le piante erbacee non sono comparse sulla
terra fino a 10 milioni di anni dopo l’era in cui i dinosauri
vagavano sulla terra. Perciò, come previsione, non si
dovrebbero mai trovare dinosauri ed erbe insieme nelle stesse rocce.
Allora come spiegano la scoperta di coproliti (letame fossilizzato)
di dinosauro contenenti ben 5 specie di erbe diverse?7
Non solo dinosauri e piante erbacee
erano contemporanei, ma addirittura i dinosauri mangiavano l’erba.8
Come potevano mangiare l’erba se
non si sarebbe evoluta fino a 10 milioni di anni dopo la loro
estinzione? La scoperta di fitoliti (corpi di silice che si trovano
nelle erbe) in coproliti ha messo in crisi la teoria evoluzionista,
costringendo una drammatica revisione dell’evoluzione delle
piante erbacee.9
Per
tanti anni i creazionisti hanno presentato i dinosauri e l’erba
come contemporanei e furono derisi dagli scienziati evoluzionisti. Ma
ancora una volta il modello creazionista delle origini regge
all’indagine scientifica e l’ipotesi evoluzionista sta
bruciando come l’erba secca in un incendio boschivo nella
savana arida.
L’articolo
svela l’altra grande scoperta: Il clima freddo è stato
l’elemento chiave a provocare l’evoluzione dei mammiferi
per quanto riguarda le loro dimensioni. L’ambiente è
sicuramente un fattore importante che influisce sulla selezione
naturale. Non dimentichiamo però che la selezionare naturale
agisce sul fenotipo e non direttamente sul DNA. Selezionando il
fenotipo più adatto a sopravvivere in un certo ambiente,
indirettamente va a selezionare il genotipo che è stato
espresso. Questa selezione risulta sempre una selezione da
informazione genetica pre-esistente e non crea nuove
informazione genetica. L'effetto è quello di una costante e
graduale perdita del patrimonio genetico. 10
Anche Shapiro ha pubblicato che la
selezione naturale non favorisce l’evoluzione:
“È
stata una sorpresa scoprire con quale precisione le cellule si
proteggono proprio contro i cambiamenti genetici accidentali che
sarebbero la fonte della variabilità evolutiva, secondo la
teoria tradizionale... Dedicano molte risorse a sopprimere la
variazione genetica casuale”.11
Il
studio scientifico di Shapiro conclude che la selezione naturale
sarebbe il nemico dell’evoluzione e non il suo meccanismo,
perché tende a mantenere la stasi. Se la Fondazione Nazionale
delle Scienze ha trovato la prova di un aumento nelle dimensioni dei
mammiferi questo è perché l’informazione genetica
per una variazione nella dimensione (entro limiti ben definiti) c'era
già nel genoma e perciò poteva essere selezionata. Il
clima freddo non può in alcun modo provocare le mutazioni che
avrebbero portato a dimensioni maggiori. Se ci limitiamo alle sole
certezze scientifiche, cioè ai dati empirici della biologia
molecolare, ancora una volta la presa di posizione sull’evoluzione
non è sostenibile.
Le
affermazioni mediatiche sull’evoluzione, presentate come in
questo articolo, non sono credibili e servono solo ad ingannare la
gente, facendogli credere che un’ipotesi defunta e screditata,
sia un fatto certo. Non sono le parole ideologiche che creano, da una
mera ipotesi, un assoluto. E’ ora di presentare l’ipotesi
dell’evoluzione in modo onesto, dichiarando le incertezze che
oscurano le conclusioni. Questo sarebbe un giusto approccio
scientifico. Che il giornalista, autore di questo articolo, e tutti
nel mondo mediatico prestassero attenzione! Pesate le prove e
scegliete in base ai fatti (dichiarando quali siano le incertezze dei
dati) e prendendo in considerazione un quadro completo. Non scegliete
una certa immagine del mondo solo perché l’idea rientra
nel paradigma dominante.
1http://www.upali.ch/ivory_en.html
2Fenykovi,
Jose, "The Biggest Elephant Ever Killed By Man", USA: CNN,
p. 7, June 4, 1956.
http://sportsillustrated.cnn.com/vault/article/magazine/MAG1069744/7/index.htm.
3http://en.wikipedia.org/wiki/Sperm_whale
con riferimento a "American Cetacean Society Fact Sheet".
http://www.acsonline.org/factpack/spermwhl.htm. Retrieved 2007-03-19
4http://en.wikipedia.org/wiki/Sperm_whale
con riferimento a Whitehead, H. (2002). "Sperm
whale Physeter macrocephalus". In Perrin, W., Würsig B.
and Thewissen, J.. Encyclopedia of Marine Mammals. Academic Press.
pp. 1165–1172.
5http://www.upali.ch/ivory_en.html
6Richard
Lewontin, “Billions and billions of demons”, The New
York Review, 9 January 1997, p. 31
7Prasad,
V., Strömberg, C., Alimohammadian, H., and Sahni, A., Dinosaur
coprolites and the early evolution of grasses and grazers, Science
310(5751):1177–1180, 18 November 2005.
8Piperno,
D., and Sues, H.-D., Dinosaurs dined on grass, Science
310(5751):1126–1128, 18 November 2005; perspective on
ref. 1.
9Hecht,
J., Dino droppings reveal prehistoric taste for grass, New
Scientist 188(2527):7, 2005.
10Dr.J.C.Sanford
(inventore del ‘gene gun’), Genetic Entropy & The
Mystery of the Genome, FMS Publications, 3rd Ed., 2008, p.27.
11James
A. Shapiro, A Third Way, Boston Review: Is Darwin in the Details? A
Debate, http://www.bostonreview.net/br22.1/shapiro.html
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