Nella pagina 174 del libro
Not by Chance! Shattering the Modern Theory of
Evolution, Lee Spetner riporta la seguente affermazione, tratta da
un libro del più importante scienziato-divulgatore evoluzionista, Richard
Dawkins:
Potrebbero esserci
delle buone ragioni per credere in Dio; l'argomento del progetto
intelligente, però, non è tra di queste.
A questa Spetner
risponde:
Potrebbero esserci
delle buone ragioni per essere atei; la teoria neo-darwiniana
dell'evoluzione, però, non è tra queste.
Si è, infatti, atei (credenti nell'evoluzione) oppure
credenti in Dio (della creazione), non per i calcoli della probabilità della
organizzazione spontanea della vita o quelli dell'accumulo di mutazioni fino
alla trasformazione di una specie in un'altra, ma per una presa di posizione su
temi molto più profondi e problemi molto più importanti: da dove veniamo, chi
siamo, dove andiamo, quale è insomma il nostro destino, ovverosia i "problemi
maledetti" di Dostoevskij. Probabilmente nessun altro scrittore si è occupato di
questi argomenti così in profondità come ha fatto Dostoevskij. E probabilmente
nessun altro saggio su Dostoevskij raggiunge la profondità del libro di
Berdiaev.
Nikolaj Berdjaev (1874-1948) è forse il più importante
filosofo russo del primo Novecento. La lettura di Dostoevskij è stata decisiva
per la formazione intellettuale e spirituale di Berdjaev, uno dei pensatori
liberi che hanno subito prima la deportazione da parte del regime zarista, a
causa delle proprie idee marxiste, e poi l'esilio da parte del regime
bolscevico, a causa delle proprie idee, diventate liberali ed antimarxiste. Il
31 agosto 1922 Berdjaev, insieme ad altri 159 personaggi di primo piano del
mondo intellettuale e scientifico russo, viene mandato in esilio su una nave,
che con triste ironia il popolo russo aveva battezzato "la nave filosofica".
Occorre ricordare che l'elenco di questi 160 personaggi - Index personarum
prohibitarum - è stato elaborato con la partecipazione personale di Lenin, e che
i libri di Berdjaev erano proibiti nei paesi del blocco sovietico.
Il libro del quale stiamo parlando ha nove capitoli
abbastanza autonomi, che sono intitolati: 1) Il volto spirituale di Dostoevskij;
2) L'uomo; 3) La libertà; 4) Il male; 5) L'amore; 6) La rivoluzione - Il
socialismo; 7) La Russia; 8) Il Grande Inquisitore; 9) Dostoevskij e noi. Il
tema centrale è quello del destino dell'uomo quando si ribella all'idea di Dio
Creatore e Redentore. Dostoevskij esplora in profondità le conseguenze di
tale ribellione.
La lettura non lascia spazio alla neutralità, alla
tiepidezza ed al compromesso. Come scrive Berdjaev, gli uomini si possono
dividere in "uomini di Dostoevskij e in uomini estranei al suo spirito"; una
terza categoria non è prevista. È evidente il parallelo fra la visione
creazionista del mondo e quella evoluzionista, divise ed opposte su questi
stessi temi. Un libro che non dovrebbe mancare nella biblioteca di coloro che
sono affascinati alle grandi tematiche della creazione e
dell'evoluzione.
Complimenti all'Editore Einaudi per la ristampa. Una
sola piccola annotazione. Einaudi ha pubblicato per la prima volta il saggio nel
1945, lo ha poi ristampato nel 1977, e nel 2002. Si tratta della stessa
traduzione, che lasciava molto a desiderare nelle precedenti edizioni, ma che è
notevolmente migliorata nell'ultima ristampa. Purtroppo è rimasto un fastidioso
errore che inverte il senso di un'importante frase: a pagina 101, a proposito
dei fondatori del movimento rivoluzionario russo (allora ancora nel
"sottosuolo"), si legge: "Ma creavano il processo [rivoluzionario] e il processo
creava loro". La frase nell'originale (russo) invece è: "Non erano loro a creare
il processo [rivoluzionario], ma era il processo che creava loro".
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