La posizione dell’AISO sul
creazionismo e la scienza
di Mihael Georgiev
Scienza e
“creazionismo”
Forse
deluderò qualcuno dei nostri sostenitori dichiarandomi
disposto a dar ragione a Telmo Pievani, che sul sito Pikaia scive:“in
tutte le accezioni note del termine, il ‘creazionismo’
non può avere nulla a che vedere con la scienza e con la
storia naturale”, vedi
http://www.pikaia.eu/easyne2/LYT.aspx?IDLYT=283&Code=Pikaia&ST=SQL&SQL=ID_Documento=4836).
Condivido,
ovviamente, solo la parte della sua dichiarazione evidenziata in
neretto, dato che sono abituato ad essere preciso e parlare di
“scienza” e di “storia naturale”
separatamente. Del resto, Pievani stesso le considera due cose
diverse, altrimenti non le avrebbe separate.
La
scienza
Per
quanto riguarda la scienza, contestare la dichiarazione di
Pievani sarebbe tanto inutile quanto il discutere se il giocatore di
calcio dichiarato dall’arbitro “fuori gioco” fa
parte o meno del gioco. Infatti, vi è un largo consenso sulla
necessità che la scienza per definizione, cioè a
priori, fornisca solo spiegazioni in termini di processi naturali. Ma
c’è di più. Dal punto di vista pratico lo
scienziato – credente o ateo che sia – deve accettare
che, parafrasando Pievani – la scienza è materialistica
“in tutte le accezioni note del termine”. Cercare
di creare una nuova scienza, la “creation science” (o
“scientific creationism”), da contrapporre alla
“materialistic” (o “evolutionary” o
“atheistic”) science, come si è fatto creando una
seconda federazione mondiale di pugilato, non ha senso. Purtroppo –
o per fortuna – il precedente c’è, nell’ex
Unione Sovietica, tra il 1938 e 1963. E bene ricordarlo perché
purtroppo non è solo un ricordo del passato, ma riguarda anche
il presente.
Scienziati
“creazionisti” e scienziati atei
Per noi dell’AISO
essere scienziati non ha nulla a che vedere col essere “creazionisti”
o atei, Significa semplicemente che, oltre ad essere uomini di
scienza, si è anche uomini di fede se creazionisti, oppure
anche atei se ateisti. Ma la scelta del campo – quello della
fede o quello ateo – non dipende in alcun modo dalla scienza o
da prove scientifiche. E non influisce assolutamente sulla qualità
del lavoro scientifico. Gli scienziati creazionisti non sono per
nulla inferiori nella qualità del lavoro di ricerca,
professionale e didattico, rispetto agli scienziati atei. Svolgono, o
hanno svolto il loro lavoro con benefici per i loro colleghi, datori
di lavoro, studenti e pubblico, nella massima correttezza e rispetto
delle idee altrui. Hanno scoperto leggi fondamentali della natura,
inventato, progettato e realizzato apparecchiature di alta tecnologia
nel sono tra i massimi esponenti dell’ingegneria genetica,
hanno fatto scoperte nel campo aerospaziale e della medicina,
l’ingegneria genetica, per non parlare dell’astronomia,
la fisica, la matematica la medicina. L’ostilità nei
loro confronti non è motivata da considerazioni inerenti alla
loro attività di scienziati, ma alla loro scelta di campo
della fede.
La
storia naturale
La
storia naturale è qualcosa di diverso dalla scienza
nel senso galileiano del termine. La differenza tra le due c’è
in tutte le accezioni note del termine ed è qualitativa
piuttosto che di grado. Se guardiamo il mondo che conosciamo,
costatiamo che ad una serie di domande sulla storia naturale la
scienza – “in tutte le accezioni note del termine”
– non è in grado di rispondere. Prendiamo ad esempio
l’origine dell’universo. Da cosa e come è
iniziato? La scienza non da una risposta soddisfacente a nessuna
delle due domande, e a dirlo non sono solo i creazionisti. Identico
il problema dell’origine e lo sviluppo della vita sulla Terra.
Certo, sono possibili delle estrapolazioni che fissano l’età
dell’universo e della Terra rispettivamente a 13,8 e 4,3
miliardi di anni, ma utilizzando altri dati, le stesse estrapolazioni
danno età diverse. Per non parlare che, partendo da un numero
elevato di altri dati ancora, è certamente possibile che la
Terra sia addirittura giovane. Semplicemente non abbiamo una risposta
scientifica univoca, tutto qui. Il fatto poi che vi sia ampio
consenso per una teoria non equivale ad una prova dimostrativa, ma è
semplicemente il risultato del conteggio delle opinioni degli
scienziati.
Lo
scontro tra creazionismo ed evoluzione
Lo scontro tra
“creazionismo” ed “evoluzionismo” avviene
interamente nel campo della storia naturale, non in quello della
scienza galileiana. La storia del mondo non può essere
dimostrata, al massimo costruita su degli “indizi” che
lasciano aperta la strada a diverse interpretazioni. Gli
evoluzionisti materialisti pretendono che la spiegazione sia
esclusivamente materialistica, altrimenti non sarebbe “scientifica”.
Noi crediamo che in tal caso semplicemente non sarebbe materialistica
e punto. Gli scienziati membri, simpatizzanti o collaboratori
dell’AISO, e molti altri che condividono la nostra
impostazione, hanno in comune la mente aperta e non aprioristicamente
preclusa alle interpretazioni non materialistiche dei fatti della
storia naturale. Ma sanno distinguere tra obblighi istituzionali di
insegnamento e convinzioni personali. Nella sua lunga carriera
didattica Giuseppe Sermonti non ha mai usato le ore di lezioni per
propinare agli studenti le proprie idee, in contrasto con il
curriculum d’insegnamento. Non le ha nemmeno tenute nascoste,
ma le ha rese pubbliche solo in seminari, conferenze, libri e
risposte agli studenti. L’abuso di potere per proporre le
proprie idee impedendone ogni critica oggi è praticato da
altri. Il fatto che sono la quasi totalità dei docenti non
dimostra la validità di ciò che insegnano, ma dipende
dalla scelta della cultura dominante quale visione del mondo
sponsorizzare.
Per
quanto riguarda la storia naturale, semplificando possiamo dire che
la differenza tra lo scienziato credente e quello ateo è che
per il primo la storia del mondo non è dovuta al caso,
mentre per il secondo è dovuta al caso. Fin qui il
discorso è sul piano, per così dire, filosofico. In
questa accezione del termine, il “creazionismo” è
una posizione filosofica rappresentata dal noto movimento Progetto
Intelligente (Intelligent Design). Ma non finisce qui.
In
conclusione siamo d’accordo che il “creazionismo”
“in tutte le accezioni note del termine non può avere
nulla a che vedere con la scienza” nel senso galileiano del
termine. Il creazionismo non è scienza ma fede, però
fede ammessa e non contraddetta dalla scienza. Per quanto riguarda la
“storia naturale”, il discorso è un po’
diverso. In questo campo la scienza galileiana non da risposte
migliori delle interpretazioni non materialistiche. I fatti
conosciuti sono interpretabili in modi diversi. Ed i scienziati
“creazionisti” si distinguono per la loro mente aperta,
dato che non precludono – per preconcetto o pregiudizio –
lo studio delle interpretazioni non materialistiche. E noi dell’AISO
teniamo la mente ancora più aperta fino ad includere come
ipotesi passibile di verifica anche la storia del mondo narrata nella
Bibbia.
La scelta di campo
creazionista o ateo non impedisce di essere buoni scienziati. E non
lo impedisce nemmeno l’interpretare la storia del mondo in
chiave creazionista oppure atea. Lo impedirebbe solo il non rispetto
delle leggi naturali. Per essere buoni scienziati e naturalisti non è
necessario essere materialisti o atei o sostenere una particolare
visione della storia. Almeno fino a quando gli esami di ammissione
alle università non vengano sostituiti con giuramento di
fedeltà al materialismo
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