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LE CONTRADDIZIONI NELLA BIBBIA!?!
Feedback da Marcello - 10/05/11 -
 


Domanda posta da un lettore di AISO

Date le molte contraddizzioni che vi sono nella Bibbia, sto cercando di "scremare" per non perdere quel poco di "credo in DIO" che mi rimane, ho alcune domande da fare:ma abramo; non si è comportato da vigliacco, dicendo agli egiziani che sara sua moglie era sua sorella? e acconsentendo che il faraone la "possedesse" e avendone in cambio tante ricompense, non si è comportato come,....? altra domanda; un certo re di israele, promise a DIO che se l'havesse fatto vincere la guerra contro i suoi nemici, avrebbe sacrificato sua figlia( mi pare si chiamasse yeep?) a DIO. ma il DIO che conosciamo noi esigeva anche sacrifici umani??? e perchè non intervenne quando il re UCCISE sua figlia in suo "onore" GRAZIE



Risponde AISO

Il signor Quintino ha ragione: nella Bibbia ci sono molte contraddizioni. Le due evidenziate fanno parte di una serie lunghissima che attraversa tutta la storia biblica, la storia della cristianità e del mondo, e giunge fino alla nostra vita comunitaria e personale. Queste contraddizioni cominciano quando il peccato allontana la creatura dal Creatore e cesseranno solo quando la creazione ritornerà ad essere in assoluta armonia con il Creatore, così come lo era da principio.

Perché è qui che risiedono le contraddizioni notate: nell’abbandono di Dio da parte della creatura (peccato) con conseguente perdita della sua capacità originaria di riflettere in sé l’immagine di Dio. La contraddizione si trova anche nelle persone migliori, come Pietro che, pur amando il suo amico Gesù, lo rinnega tre volte in una sola notte; come il re Davide che, pur essendo un uomo “secondo il cuore di Dio” (1 Samuele 13:14) non esita a macchiarsi di adulterio e di assassinio; come Abramo che pur essendo stato capace di abbandonare tutto per seguire la voce del suo Dio, in preda alla paura e alla tensione suscitatagli dal ritrovarsi in un mondo non suo, non esita ad assumere un atteggiamento ipocrita mettendo a repentaglio l’”onore” di sua moglie e suo personale, oltre che la realizzazione della promessa del suo stesso Dio di trarre da lui e da sua moglie Sara un popolo destinato a diventare una benedizione per l’umanità intera.

Sono contraddizioni enormi e tragiche ma non è in Dio che hanno la loro origine. Sono invece prodotte dal rapporto sbagliato che abbiamo con Dio, sono il risultato dell’abisso che spesso c’è tra la nostra dichiarazione di fede e l’atteggiamento concreto che abbiamo nella vita. E tutto ciò non riguarda solo Abramo ma tutti noi.

La Bibbia non è un trattato teologico sull’ideale di Dio. È invece soprattutto la storia del nostro rapporto con lui, piena quindi di tutte le contraddizioni che costellano questa storia a causa della nostra debolezza e della nostra infedeltà. In questa storia Dio si inserisce con la sua benevolenza, il suo perdono, il suo insegnamento; a volte anche con la disciplina e il suo giudizio. La parola dei profeti si eleva spesso contro le contraddizioni spirituali del popolo di Dio. Lo stesso fanno gli Apostoli con la chiesa cristiana. Solo in un luogo della Bibbia e della storia umana non c’è contraddizione ed è la persona di Cristo in cui la divinità e l’umanità si fondono perfettamente e dal quale nasce la speranza di una umanità e di un mondo nuovo.

Nella storia di cui parlo, Dio scende a volte dal cielo per camminare col suo popolo su questa terra, e anche i suoi piedi si sporcano con la polvere del nostro cammino. Il Dio perfetto, dà allora al suo popolo leggi imperfette (Ezechiele 20:25) ma che li aiutano a crescere conquistando a poco a poco un livello etico e spirituale superiore, li aiutano a trasformare il loro cuore indurito e incapace in un cuore sensibile e rigenerato (Geremia 31:33; Ezechiele 11:19; Matteo 19:8). Dio sostiene, entro certi limiti, il suo popolo anche in situazioni che non corrispondono al Suo cuore, aspettando che il loro cuore si purifichi e si renda disponibile per una vita migliore. C’è in Dio un atteggiamento pedagogico per cui, senza avvalorare mai il male, lo tollera parzialmente creando allo stesso tempo le condizioni per il suo totale superamento. Senza questa benevolente pazienza non sarebbe mai esistito alcun popolo di Dio, e non esisteremmo neppure noi.

Qualche anno fa, in un dibattito tra un pastore evangelico americano e un esponente dell’Islam, il musulmano criticava la Bibbia perché, a suo parere, e a differenza del Corano, non corrispondeva alla santità di Dio: non poteva essere quindi la sua Parola. Ma io pensavo proprio il contrario: “Proprio per questo la Bibbia è la Parola di Dio: perché Dio è verità e la Bibbia è la testimonianza della verità su Dio e su di noi. Non è un libro costruito a tavolino da qualche pensatore illuminato o fantasioso. È la testimonianza vera di ciò che siamo e di ciò che Dio ci chiama ad essere.”

Mi permetto qualche breve osservazione sui due episodi evidenziati dal signor Quintino.

Per quanto riguarda l’episodio di Abramo, narrato in Genesi 12:10ss, la situazione è effettivamente imbarazzante. È vero che Sara poteva legittimamente dire di essere sua sorella da parte di padre (Genesi 20:12) ma non era legittimo nascondere che fosse anche moglie del patriarca. La mezza verità non smette di essere anche mezza menzogna. L’intento truffaldino è evidente e la Bibbia non lo nasconde affatto, rivelandone però, e così giudicandolo, la pericolosità. Il testo non dice però che il faraone “possedette” Sara ed è invece da capire che non riuscì a farlo proprio perché Dio intervenne per proteggere Sara nonostante. I regali fatti dal faraone non sono necessariamente la ricompensa per una relazione sessuale già avvenuta ma come la dote versata al maschio della famiglia per un futuro matrimonio, un concubinaggio o, comunque come una ricompensa per avere ceduto la sorella. Che Dio sia intervenuto prima che il peccato potesse consumarsi, lo si vede da come Dio si comportò nell’episodio simile avvenuto con Abimelec re di Gherar (Genesi 20), e anche dalla storia del figlio Isacco che rischia di mettersi nei guai con una bugia simile detta mentre soggiornava nel paese dei filistei (Genesi 26:1-11). Queste storie hanno uno scopo: mostrare come la promessa di Dio di formare un popolo che lo rappresentasse si scontrava continuamente con insidie derivanti dalla mancanza di fede dei suoi figli e dalla malvagità degli altri popoli. E tuttavia, il progetto di Dio andrà avanti perché Egli proteggerà il suo popolo evitando contaminazioni etniche e spirituali.

Il secondo caso, se ben comprendo, non riguarda un re ma Jefte, uno dei giudici di Israele. Fu costui, infatti, a promettere che se Dio lo avesse aiutato a vincere i nemici che opprimevano il suo popologli avrebbe offerto “chiunque” fosse uscito per primo da casa sua per venirgli incontro alla fine della guerra (Giudici 11:30-40). La storia è shoccante ed è segno della profonda contaminazione avvenuta tra le fede di Israele e la religiosità immorale ed idolatra dei Cananei. Il libro dei Giudici descrive drammaticamente come la storia di Israele fosse continuamente a rischio a causa dell’idolatria imperversante, dell’immoralità, dell’ignoranza della legge di Dio. Solo per la continua misericordia di Dio il popolo sopravvisse alle vergogne di questo periodo e alla mano dei suoi nemici. I giudici che guidavano il popolo erano delle guide non istituzionali suscitate da Dio ma non erano necessariamente persone altamente spirituali e dotte. Credevano e spesso confidavano in Dio ma in un quadro di relativismo spirituale alquanto notevole. Alcuni si elevarono al di sopra della folla, altri ne subirono essi stessi l’influsso. Jefte, con il suo voto a Dio, mostra la sua religiosità ma anche la sua sconsideratezza (non si aspettava che il tutto potesse ricadere su sua figlia) e la sua ignoranza della legge di Dio che vieta chiaramente i sacrifici umani (Levitico 18:21; Deuteronomio 12:31). Quando degli ebrei si abbassarono al livello dei pagani offrendo degli esseri umani in sacrificio, ciò avvenne con la maledizione di Dio (2 Cronache 28:3; 33:6) e il luogo che vide tale abominazione venne ridotto in un immondezzaio, la famosa geenna, simbolo di quell’immondezzaio cosmico dove alla fine dei tempi saranno gettati tutti gli operatori del male.

È vero, Dio non ha impedito questo crimine e la pazzia che sottintende, così come non ha impedito gli stermini nazisti. Ma non ha neppure impedito l’uccisione del Suo proprio figlio da parte di alcuni dirigenti del suo stesso popolo e dell’italiano Ponzio Pilato. Questo nostro tempo, non è il tempo del regno di Dio ma, in attesa che esso si manifesti nella totalità della potenza e della gloria del Creatore, accogliamolo nella nostra vita e produciamo opere tali che non costituiscano più motivo di vergogna per il Padre celeste ma possano invece rendergli gloria (Romani 2:4; Matteo 5:16). Non si scoraggi per le contraddizioni della storia e non le attribuisca a Dio. Se vuole scoprire chi Dio sia veramente lo cerchi nella storia della creazione e della nuova creazione (la prima e le ultime pagine della Bibbia). Lì Dio si rivela nell’assoluta libertà del suo cuore, senza essere limitato dalla durezza del nostro cuore. E tra queste due storie metta quella di Cristo, per capire quanta sofferenza le nostre contraddizioni hanno creato in Dio.

Giovanni Leonardi

Pastore e teologo.

 

Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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