Aldo
Piombino ha posto 22 questioni in seguito alla pubblicazione del
libro curato dal prof. Roberto de Mattei “Evoluzionismo: il
tramonto di una ipotesi”. Queste 22 questioni sono state
promosse entusiasticamente in internet fra i vari blog evoluzionisti
come un’ottima sfida al creazionismo. Va considerata
l’esperienza di Piombino che si è laureato in Scienze
Geologiche, ma secondo la sua biografia “non ho fatto il
geologo”.
Le
questioni vengono riprodotte per intero, corredate delle relative
risposte.
Fino a
qualche anno fa non era chiara quale fosse l'origine dei cetacei. I dati
genetici provano la vicinanza di questi mammiferi agli artiodattili, in
particolare agli ippopotami. Recentemente nella valle dell'Indo sono stati
trovati tutta una serie di fossili che dimostrano la transizione fra
mesonochidi [sic] (ungulati terrestri primitivi) e cetacei.
Forse
sarebbe opportuno rivedere questa serie di fossili. In contrasto con quanto
scritto nella premessa, da una tipica rappresentazione dell’evoluzione della
balena vediamo che già dal 2001 anche gli evoluzionisti non propongono più una
discendenza dei cetacei dai mesonichidi.
Prendiamo
il primo della serie, Pakicetus attocki. Dal ritrovamento delle parti in
blu del cranio nel 1983, fu ricostruita come forma transizionale di balena.
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Nel
2001 fu scoperto uno scheletro più completo di Pakicetus, ed esce una
nuova ricostruzione (Thewissen, J.G.M., Williams, E.M., Roe, L.J. and Hussain,
S.T., Skeletons of terrestrial cetaceans and the relationship of whales to
artiodactyls, Nature 413(6853):277–281, 20 Sep 2001). Pakicetus
non è più un mammifero acquatico ma una specie di roditore terrestre. Per
rimanere fedeli ai propri pregiudizi, hanno chiamato il nuovo Pakicetus
una balena terrestre! Più ossimoro di così non si può. E’ notevole come questa
favola dell’evoluzione della balene venga perpetuata ad nauseum in vari siti
internet. Inserendo Pakicetus in un qualsiasi motore di ricerca usciranno centinaia
di siti esaltando Pakicetus come perfetto esempio di forma di
transizione. Peccato che sono ancora rimasti alla scoperta del 1983 dei frammenti di
cranio.
Passiamo
alla seconda della serie, Ambulocetus Natans, ricostruita da uno
scheletro parziale. Solo le parti in giallo sono state trovate. Considerando
che mancavano pelvi, omero, scapola diventa difficile arrivare ad una
conclusione per come si muoveva. Non parliamo neanche delle ossa in rosso che
sono state trovate 5m più in alto.
Saltiamo ora al Basilosaurus.
Comodamente, la serie fossile dell’evoluzione della balena viene rappresentata
con esemplari di simile dimensioni e viene “dimenticato” che Basilosaurus
era 10 volte più grande:
Inoltre
come mai questi animali sarebbero stati creati da un Essere Supremo con al loro
interno moncherini di arti posteriori (che in alcuni rari casi ricompaiono, per
un fenomeno detto “atavismo”)?
L’idea
di moncherini di arti posteriori sembra risalire ad un libro scritto da un
esperto di balene (E.J. Slijper, Whales, tradotto dall’olandese da A.J.
Pomerans, Cornell University Press, New York; U.K. edition Hutchinson,
diventato Routledge, London, UK, 2nd edition, 1979). Come per il gioco del
telefono senza fili, sono state fatte delle affermazioni infondate per balene
con gambe, riferendosi al libro di Slijper (R. Bakker, The Dinosaur
Heresies: A Revolutionary View of Dinosaurs, U.K. edition, Longman Group,
Essex, 1986; published in USA as The Dinosaur Heresies: New Theories Unlocking
the Mystery of the Dinosaurs and their Extinction, Morrow, New York, 1986).
Cosa ha realmente
scritto E.J. Slijper? Parla di un osso pelvico (non attaccato alla colonna
vertebrale) che serve come ancoraggio dei organi riproduttivi del maschio. Raramente
vi è fuso insieme un altro osso, chiamato femore vestigiale (tipicamente 2.5
cm).
Se
non è sufficiente avere una pelvi non attaccato alla colonna vertebrale e
invece il “femore” attaccato alla pelvi (altro che omologia), diventa risibile
fare riferimento a questa spuria crescita di osso lungo 2.5 cm come femore in
una balena di dimensioni 20,5 m.
Come
spiegazione per questa crescita anomala di osso si potrebbe considerare che il
DNA per controllare le ossa in questa zona è molto complesso. Possibilmente
delle mutazioni hanno prodotto la crescita di ossa anomale, come nelle persone
con 6 dita.
E come mai
gli arti anteriori hanno le stesse caratteristiche di quelle tipiche ed
esclusive dei mammiferi ungulati a dita pari (artiodattili), a cui i cetacei
sono geneticamente molto simili?
Un
architetto o ingegnere riutilizza gli stessi disegni e schemi provati ed
efficaci in diversi progetti.
Come mai i
dati paleontologi sono così coerenti con quelli genetici [? Ndr]
I
dati paleontologi, però, non sono coerenti, come evidenziato dalla
pseudo-scienza applicata alla ricostruzione di Pakicetus, Ambulocetus,
Basilosaurus.
E’
ragionevole pensare che mammiferi progettati per vivere in un ambiente
acquatico abbiano delle somiglianze nel loro DNA.