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STEFANO BERTOLINI RISPONDE ALLE 22 QUESTIONI DI ALDO PIOMBINO - QUESTIONE 7 DI 22- BALENE E IPPOPOTAMI
di Stefano Bertolini - 18/04/11 -
 

Aldo Piombino ha posto 22 questioni in seguito alla pubblicazione del libro curato dal prof. Roberto de Mattei “Evoluzionismo: il tramonto di una ipotesi”. Queste 22 questioni sono state promosse entusiasticamente in internet fra i vari blog evoluzionisti come un’ottima sfida al creazionismo. Va considerata l’esperienza di Piombino che si è laureato in Scienze Geologiche, ma secondo la sua biografia “non ho fatto il geologo”.

Le questioni vengono riprodotte per intero, corredate delle relative risposte.



Fino a qualche anno fa non era chiara quale fosse l'origine dei cetacei. I dati genetici provano la vicinanza di questi mammiferi agli artiodattili, in particolare agli ippopotami. Recentemente nella valle dell'Indo sono stati trovati tutta una serie di fossili che dimostrano la transizione fra mesonochidi [sic] (ungulati terrestri primitivi) e cetacei.


Forse sarebbe opportuno rivedere questa serie di fossili.  In contrasto con quanto scritto nella premessa, da una tipica rappresentazione dell’evoluzione della balena vediamo che già dal 2001 anche gli evoluzionisti non propongono più una discendenza dei cetacei dai mesonichidi.

Prendiamo il primo della serie, Pakicetus attocki. Dal ritrovamento delle parti in blu del cranio nel 1983, fu ricostruita come forma transizionale di balena.

Nel 2001 fu scoperto uno scheletro più completo di Pakicetus, ed esce una nuova ricostruzione (Thewissen, J.G.M., Williams, E.M., Roe, L.J. and Hussain, S.T., Skeletons of terrestrial cetaceans and the relationship of whales to artiodactyls, Nature 413(6853):277–281, 20 Sep 2001). Pakicetus non è più un mammifero acquatico ma una specie di roditore terrestre. Per rimanere fedeli ai propri pregiudizi, hanno chiamato il nuovo Pakicetus una balena terrestre! Più ossimoro di così non si può. E’ notevole come questa favola dell’evoluzione della balene venga perpetuata ad nauseum in vari siti internet. Inserendo Pakicetus in un qualsiasi motore di ricerca usciranno centinaia di siti esaltando Pakicetus come perfetto esempio di forma di transizione. Peccato che sono ancora rimasti alla scoperta del 1983 dei frammenti di cranio.

 

Passiamo alla seconda della serie, Ambulocetus Natans, ricostruita da uno scheletro parziale. Solo le parti in giallo sono state trovate. Considerando che mancavano pelvi, omero, scapola diventa difficile arrivare ad una conclusione per come si muoveva. Non parliamo neanche delle ossa in rosso che sono state trovate 5m più in alto.

 

 


Saltiamo ora al Basilosaurus. Comodamente, la serie fossile dell’evoluzione della balena viene rappresentata con esemplari di simile dimensioni e viene “dimenticato” che Basilosaurus era 10 volte più grande:

 

Inoltre come mai questi animali sarebbero stati creati da un Essere Supremo con al loro interno moncherini di arti posteriori (che in alcuni rari casi ricompaiono, per un fenomeno detto “atavismo”)?

 

L’idea di moncherini di arti posteriori sembra risalire ad un libro scritto da un esperto di balene (E.J. Slijper, Whales, tradotto dall’olandese da A.J. Pomerans, Cornell University Press, New York; U.K. edition Hutchinson, diventato Routledge, London, UK, 2nd edition, 1979). Come per il gioco del telefono senza fili, sono state fatte delle affermazioni infondate per balene con gambe, riferendosi al libro di Slijper (R. Bakker, The Dinosaur Heresies: A Revolutionary View of Dinosaurs, U.K. edition, Longman Group, Essex, 1986; published in USA as The Dinosaur Heresies: New Theories Unlocking the Mystery of the Dinosaurs and their Extinction, Morrow, New York, 1986).

 


Cosa ha realmente scritto E.J. Slijper? Parla di un osso pelvico (non attaccato alla colonna vertebrale) che serve come ancoraggio dei organi riproduttivi del maschio. Raramente vi è fuso insieme un altro osso, chiamato femore vestigiale (tipicamente 2.5 cm).

 

Se non è sufficiente avere una pelvi non attaccato alla colonna vertebrale e invece il “femore” attaccato alla pelvi (altro che omologia), diventa risibile fare riferimento a questa spuria crescita di osso lungo 2.5 cm come femore in una balena di dimensioni 20,5 m.

 

Come spiegazione per questa crescita anomala di osso si potrebbe considerare che il DNA per controllare le ossa in questa zona è molto complesso. Possibilmente delle mutazioni hanno prodotto la crescita di ossa anomale, come nelle persone con 6 dita.

 

E come mai gli arti anteriori hanno le stesse caratteristiche di quelle tipiche ed esclusive dei mammiferi ungulati a dita pari (artiodattili), a cui i cetacei sono geneticamente molto simili?

 

Un architetto o ingegnere riutilizza gli stessi disegni e schemi provati ed efficaci in diversi progetti.

 

Come mai i dati paleontologi sono così coerenti con quelli genetici [? Ndr]

 

I dati paleontologi, però, non sono coerenti, come evidenziato dalla pseudo-scienza applicata alla ricostruzione di Pakicetus, Ambulocetus, Basilosaurus.

E’ ragionevole pensare che mammiferi progettati per vivere in un ambiente acquatico abbiano delle somiglianze nel loro DNA.

 

 

Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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