Dove finisce la scienza empirica e dove iniziano le
interpretazioni soggettive; questa è la domanda a cui noi
tutti dobbiamo rispondere quando parliamo della teoria di Darwin.
Albert Einstein dichiarò, con una frase celebre, “è
la teoria che determina ciò che osserviamo”.
Ma quale è il senso dell’affermazione di Albert
Einstein?
Il Senso è che se si ha una teoria, teoria che viene
accolta positivamente, piace, soddisfa il pensiero dominante, che
sembra buona e soprattutto dà risposte soddisfacenti alla
propria impostazione intellettuale, si tenderà ad esaminare i
fatti attraverso la stessa teoria. Piuttosto che osservare
obbiettivamente e senza pregiudizio tutti i dati disponibili, si
cercheranno solo quelli che confermano la teoria stessa. La stessa
percezione dello studioso è fortemente influenzata ed è
altamente determinata dalla teoria che abbiamo scelto.
Come sosteneva Alberte Einstein, tra i massimi scienziati mai
esistiti, è la teoria che determina ciò che
riusciamo ad osservare.
Specificatamente: quando si ha “scelto” una teoria
diventa "normale" vedere, sentire, percepire solamente
tutto ciò che conferma la teoria scelta e semplicemente si
tralascia tutto il resto senza che venga preso in considerazione.
Come tutti noi sappiamo è la nostra mente a “costruire”
la nostra realtà e a dargli senso.
Un detto cinese spiega bene quanto esposto sopra: due terzi di
quello che vediamo, è dietro i nostri occhi.
Tutti noi, indistintamente, abbiamo esperienza di come le nostre
percezioni siano determinate da ciò, che per differenti
ragioni, vogliamo credere, è tutto già nella nostra
testa, noi diamo senso a qualcosa per confermare ciò in cui
crediamo evitando automaticamente tutto quello che può
confutare la nostra certezza soggettiva.
Notiamo solo quello che serve a dare conferma e sicurezza alla
nostra teoria, alle nostre convinzioni, alle nostre certezze.
Una semplice esempio per comprendere il meccanismo della mente è
il seguente; provate a pensare a quando avete acquistato un’auto
e potrete ricordare che nello stesso momento in cui vi siete messi
alla guida vi siete accorti di notare, per le strade della città,
decine di auto simili alla vostra, dove erano prima?
Questo meccanismo della mente è documentato e dimostrabile
con semplicissimi esperimenti e riproducibile all’infinito, è
un meccanismo mentale automatico.
La mente funziona per filtri percettivi, ecco come li
chiamano gli psicologi.
Quindi, quello che sostenne Albert Einstein è vero, siamo
noi stessi, in molti casi, a determinare validità all’ipotesi
che sosteniamo.
Queste mie considerazioni sono da collocare nell’ambito del
dibattito sulla teoria di Darwin. Infatti, non sono i dati
scientifici a determinare la veridicità della teoria ma alcune
convinzioni che precedono la stessa teoria.
Tra queste convinzioni troviamo quella per cui la scienza dovrebbe
essere in grado di dare risposte su tutto, una convinzione errata che
si è sviluppata anche grazie allo sviluppo della tecnologia;
un'altra convinzione è il fatto che la teoria di C. Darwin sia
l’unica ipotesi accettabile per la scienza e quindi tutto i
dati debbano necessariamente confermarla.
Il celebre naturalista nato nelle vicinanze di Londra è
celebrato come icona della scienza più per la sua capacità
di negare validità ad una visione trascendentale della vita
grazie alla sua ipotesi materialista che per la teoria stessa. Le
ipotesi neodarwiniane non sono sostenute dai fatti ma dalla volontà
di “avere” una ipotesi scientifico-materialista
che possa spiegare l’esistenza della vita, degli esseri
viventi, della natura, di tutto l’esistente.
È una teoria voluta non una teoria scientifica, è
un dogma e non verità, la teoria di Darwin non è
supportata da fatti riproducibili in laboratorio e da osservazioni in
natura.
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