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L'UOMO HA DAVVERO SINTETIZZATO LA VITA?
di S. Bertolini in collaborazione con Allen Geoffrey - 25/10/10 -
 

L’uomo ha davvero sintetizzato la vita?

A fine maggio 2010, telegiornali e quotidiani riportavano la straordinaria prodezza del dott. Craig Venter che annunciava di aver creato una forma di vita artificiale. Molti antagonisti del creazionismo si sono avvalsi della notizia a sostegno delle loro posizioni e per schernire per l’ennesima volta i creazionisti.

Che cosa ha effettivamente realizzato il dott. Venter, e cosa significa per il dibattito sulle origini?

Le notizie di prima pagina riportavano testi quali: “Costruita prima cellula artificiale” (TGCom, 20/5/2010). Leggendo l’articolo, si viene a scoprire che il dott. Venter ha costruito il genoma di un batterio e lo ha iniettato in una cellula. Prendiamo nota di cosa significa questo. Il DNA è stato costruito partendo da zero e poi è stato inserito in una cellula pre-esistente, confermando chiaramente che per la vita non è sufficiente il solo DNA. Per poter funzionare, esso necessita dell’intero macchinario della cellula, confermando così che l’evoluzione chimica, detta anche abiogenesi (l’origine della vita da sostanze inanimate), rimane un circolo vizioso. Il DNA non serve a nulla senza una macchina per decodificarlo, ma questa macchina stessa è codificata nel DNA.

Il DNA può essere considerato come un software. Il dott Venter spiega che quando il software DNA di una cellula viene sostituita, essa inizia subito a leggere il nuovo software e a produrre delle proteine diverse. “La vita è il risultato di un processo di informatica. Il nostro codice genetico è il software e le nostre cellule leggono costantemente il nostro codice genetico, costruendo nuove proteine, e le proteine costruiscono gli altri componenti della cellula”.1

Questo corrisponde a quanto detto dall’evoluzionista Paul Davies, il quale spiega la cellula vivente come un supercomputer incredibilmente potente. Il segreto della vita non sta negli ingredienti chimici del DNA, ma nel loro ordinamento organizzativo. Davies descrive la cellula vivente come “un sistema incredibilmente complesso che elabora e riproduce informazioni”. Spiega inoltre che “il tentativo di generare la vita mescolando sostanze chimiche in una fiala è come saldare interruttori e cavi nel tentativo di produrre Windows 98. Semplicemente, non funziona perché il concetto è sbagliato prima di partire”.2

Questo fatto fondamentale mette in serie difficoltà gli evoluzionisti che cercano di spiegare come la prima forma di vita sia comparsa come risultato della combinazione di alcune sostanze chimiche contenenti molecole cieche e disordinate. Com’è potuto uscire da questo caos una macchina in grado di progettare e scrivere il proprio software?

Tornando a considerare l’impresa di Venter, vediamo che egli ha modellato il suo software seguendo l’organizzazione conosciuta del più semplice organismo in grado di riprodursi, il Mycoplasma. In seguito ha sintetizzato del DNA (copiando la sequenza del Mycoplasma), e lo ha leggermente modificato aggiungendo quattro “filigrane” per poterlo riconoscere in seguito a una esposizione a certi farmaci. Questo DNA è stato poi impiantato in un batterio dello stesso genere. La sintesi di una qualsiasi molecola DNA estesa è estremamente difficile e Venter ha realizzato una molecola lunga oltre un milione di lettere di codice, il che rimane piuttosto lontano da quanto realizzabile per puro caso da una zuppa primordiale. Una zuppa primordiale, poi, avrebbe prodotto un rapporto di 50/50 tra aminoacidi di molecole levogire e destrogire, come avvenne nel famoso esperimento di Miller del 1952. Peccato che la sola presenza di una molecola destrogira avrebbe distrutto la vita, la quale consiste unicamente in aminoacidi formati da catene di proteine di molecole levogire. Per creare il suo DNA, Venter ha utilizzato proteine di lievito per collegare catene di DNA, che rimane chimicamente instabile. Considerando tutto questo, quello che Venter ha realizzato nel produrre il DNA è stato una vera prodezza scientifica. Ma la domanda che dobbiamo porci è: Venter ha veramente creato la vita?

Il bioingegnere James Collins della Howard Hughes Medical Institute, ricercatore alla Boston University, dice che tecnicamente questo genoma creato dall’uomo non è artificiale. “Artificiale” implica la sintesi, o la creazione partendo dal zero, non plagiarlo da un genoma naturale. Inoltre, l’esperimento ha necessitato di una cellula ricevente per fornire il citoplasma che potesse accogliere il genoma trapiantato.3 Glenn McGee del Center for Practical Bioethics di Kansas City aggiunge che l’affermazione di aver creato la vita artificiale richiede che l’intero organismo sia prodotto dalle materie prime. “Hanno trapiantato con successo il DNA da un organismo all’altro senza danneggiare il funzionamento del DNA precedente...”, egli dice. “Spiegata così, la notizia rimane notevolmente meno significativa”.3

Un altro scettico nei confronti di questa notizia è il genetista Steve Jones, anch’egli non favorevole alle posizioni creazioniste. “L’idea che questo sia come prendere il posto di Dio è semplicemente assurdo. Quello che Venter ha fatto in termini genetici si potrebbe paragonare a modificare un programma Apple Mac e farlo funzionare su un PC, e poi dichiarare di aver creato un computer. Non è banale, ma le affermazioni che sono state fatte al riguardo sono assolutamente assurde”.4

Quale conclusione?

Analizzando l’affermazione di Venter di aver creato la vita artificiale, vediamo che sono state applicate l’intelligenza e una progettazione meticolosa per usare proteine di lievito per unire catene corte di DNA, e che il DNA così prodotto è stato impiantato in una cellula preesistente. È stata creata una forma di vita artificiale in laboratorio? Gli scienziati evoluzionisti, esperti in genetica e biologia, dicono categoricamente di no. L’uomo ha fatto un passo in più verso la conferma della possibilità dell’evoluzione chimica, detta abiogenesi? Ancor meno. Gli evoluzionisti che inizialmente hanno usufruito di questa notizia per sostenere le loro posizioni, ora invece si sono mostrati semplicemente accecati dai loro dogmi, disinformati su quello che realmente costituisce e implica la loro amata ipotesi sull’origine della vita e trascinati dall’onda di preconcetti che si chiama evoluzione. Alla fine, si è trattato ancora una volta di nient’altro che di un ennesimo evento mediatico, simile a quelli del lemure Ida e del fossile Ardipithecus Sediba. L’evoluzione altro non è che un dogma sulle origini senza alcun fondamento. Senza l’abiogenesi, neanche l’evoluzione può sussistere.

 

Adattato da un articolo di Jonathan Sarfati, CMI

 

1.    http://www.guardian.co.uk/science/video/2010/may/20/craig-venter-new-life-form.

2.    Davies, P., How we could create life—The key to existence will be found not in primordial sludge, but in the nanotechnology of the living cell, The Guardian, 11 December 2002, www.guardian.co.uk/education/2002/dec/11/highereducation.uk.

3.    http://www.sciencenews.org/view/generic/id/59438/title/Genome_from_a_bottle.

4.    http://www.guardian.co.uk/theobserver/2010/may/23/observer-profile-craig-venter.

 

Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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