In
occasione di vari dibattiti, letture, incontri e quant'altro ho avuto
modo di sentirmi dire che la maggioranza dei biologi "credono"
nell'evoluzione della specie. Questa affermazione sarebbe a sostegno
del fatto che la teoria di Dawin è valida. A mio parere non
significa nulla. Come prima considerazione devo commentare che
ovviamente uno studente in biologia ha ricevuto insegnamenti in cui
si specifica l'importanza della teoria di Darwin nel campo della
biologia e che, la stessa, è assolutamente un fatto
scientifico; tale affermazione verrà assimilata dallo
studente, futuro biologo, come l'unica verità possibile. Il
ragionamento è semplice, addirittura banale, proviamo a
prendere un ateo e proponiamoli di considerare l'esistenza di Dio dal
fatto che la maggioranza degli uomini crede in un essere trascendente
e quindi l'esistenza di un dio è un fatto.
Lo stesso
ragionamento si produce all'interno delle facoltà di biologia,
i professori insegnano che il neodarwinismo è "verità",
un fatto assodato, è scienza, è inconfutabile, è
empiricamente provato. Come il professore anche il prete insegna ai
bambini e agli uomini l'esistenza del Signore, lo fa con la stessa
sicurezza del professore di biologia. Lo studente in biologia
svilupperà le sue interpretazioni unicamente con riferimento
alla teoria di Darwin escludendo tutti i dati e le interpretazioni
che la negano. Ma i fatti? Come per l'esistenza del Signore
anche per la teoria di Darwin non vi sono certezze, entrambe le
ipotesi sono atti di fede. La religione ha un punto a suo favore:
ammette che credere in Dio è un atto di fede. La teoria di
Darwin, al contrario, si vuole imporre come certezza di fatti
scientifici. Ma l'evoluzione della specie non è
"rivelabile" né in laboratorio né
empiricamente. Gli evoluzionisti negano la scienza in quanto,
fatto assolutamente contrario alla logica, la loro teoria, predicata
come certezza scientifica, non è né verificabile
sperimentalmente, tanto meno è osservabile in natura; questo è
un fatto. Vi è un altro sostanziale motivo per cui oggi la
maggioranza dei biologi è dichiaratamente evoluzionista, la
loro carriera si è costruita sottomettendosi al credo
evoluzionista; come potrebbero ora smentirsi? Come potrebbero negare
ciò in cui hanno creduto per anni? Pochi hanno la forza di
guardare ai fatti "ovunque essi portino" come ha fatto A.
Flew. Inoltre, se lo facessero, sanno bene che incorrerebbero in
conseguenze dannose per la carriera, se non, addirittura, nel
licenziamento. Molti sono, oramai, gli scienziati allontanati dalle
loro cattedre unicamente per aver ammesso la possibilità di un
"progetto" all'origine della teoria di Darwin
(concordismo); un caso è quello della professoressa Croker.
La professoressa ha avuto la malaugurata idea di ammettere
pubblicamente che il "caso" non poteva essere alla "guida"
dell'evoluzione della specie ma, vista la complessità degli
organismi, riteneva più plausibile l'ipotesi di un disegno
intelligente a guidare le possibili combinazioni da cui poi sono nate
tutte le specie. Un altro caso è quello del professor W.
Veitz, prima ateo poi convertitosi al creazionismo, venne licenziato
in tronco. In Italia abbiamo avuto il caso Sermonti genetista
famosissimo in tutto il mondo che in Italia è stato stroncato
dai colleghi perché non evoluzionista. Posso citare anche
il caso del professor Giannetto, dichiarato evoluzionista, che solo
per avere accettato di organizzare un contraddittorio all'Università
di Bergamo ha ricevuto numerose e pressanti minacce di perdere la
cattedra, arrivando pure a negare i contatti con me per
l'organizzazione del contraddittorio.
Moltissimi biologi sono
probabilmente in buona fede e credono davvero che la microevoluzione
sia la strada che porta all'ipotesi della macroevoluzione. Ma la
realtà è differente, noi sappiamo che la selezione
naturale diminuisce l'informazione contenuta nelle specie, la parola
selezione ha un significato ben preciso. Sappiamo che le mutazioni
non sono una risposta plausibile per incrementare l'informazione
perduta. Vi sono molteplici studi che dimostrano l'inconsistenza
del neodarwinsimo, ma per chi non fa scienza ma segue una fede ciò
è irrilevante:
"Noi difendiamo la scienza
nonostante l'evidente assurdità di alcune delle sue
affermazioni, nonostante essa non riesca a realizzare molte delle sue
stravaganti promesse sulla salute e sulla vita, nonostante la
tolleranza della comunità scientifica per delle favole
immaginarie prive di verifica, perché abbiamo un impegno
aprioristico, un impegno materialista. Non è che i metodi e le
istituzioni della scienza ci obblighino ad accettare una spiegazione
materialista dei fenomeni, ma al contrario, siamo costretti dalla
nostra adesione aprioristica alle cause materiali a creare un
apparato d'investigazione ed una serie di concetti che generano
spiegazioni materialistiche; non importa quanto contro intuitive, non
importa quanto mistificanti per i non addetti ai lavori. Non solo, ma
tale materialismo è assoluto, perché non possiamo
aprire la porta al piede divino".
Quanto riportato sopra
è stato scritto da uno dei massimi esponenti evoluzionisti e
dichiara apertamente che la teoria di Darwin non è scienza. La
citazione è ripresa da "Billions and billions of demons",
The New York Review, 9 January 1997, p. 31 di Richard Lewontin prof.
di genetica ad Havard ed amico personale del famoso prof. Gould.
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