1.
Prova sistematica: La sistematica, o
scienza della classificazione, ci presenta il mondo vivente
organizzato in gruppi (tipi, classi, ordini, famiglie, generi e
specie), secondo un sistema gerarchico. Per esempio, le specie sono
raggruppate in generi, i quali a loro volta, costituiscono una
famiglia, e cosi via. Quindi tutte le specie sono inserite in un
sistema di somiglianze e di differenze comprensibili solo se si
ammette un rapporto di parentela.
La
classificazione del mondo vivente lo dobbiamo al botanico, zoologo,
medico e creazionista Carolus Linnaeus che lo ha pubblicato nel 1735
nel suo libro Systema Naturae (nome completo Systema
Naturae per regna tria naturae, secundum classes, ordines, genera,
species, cum characteribus, differentiis, synonymis, locis).
Segue
poi il suo libro Philosophia Botanica nel 1751, contenente una
visione completa del suo sistema tassonomico.
Il
concetto di eredità è stato pubblicato appena nel 1866
da Gregor Mendel a seguito di esperimenti empirici su piante di
piselli. La scienza della genetica moderna nasce nel 1900, ma il DNA
a forma elica è stato proposto per la prima volta soltanto nel
1953 da James D. Watson e Francis Crick.
Chiaramente
la classificazione linneana (130 anni prima della scoperta di eredità
e 220 prima del DNA) considerava solo il fenotipo, cioè le
caratteristiche esterne di un organismo perché del genotipo
Linneus non ne sapeva bel niente.
Con
le conoscenze genetiche odierne e l'abilità di mappare il
genoma degli organismi si vede che in molti casi sembrano esserci più
similitudini nel DNA fra animali con un fenotipo molto diverso,
rispetto a quelli più simili.
Per
esempio uno si aspetterebbe una parentela molto più stretta
fra un cavallo ed una mucca (essendo quadrupedi erbivori), rispetto
ad un pipistrello, però il DNA di un cavallo è più
simile a quello di un pipistrello rispetto ad una mucca, e questo ci
fa capire che l'apparenza esterna non è una buona guida di
parentela.
Altre
caratteristiche simili, sono altrettanto delle pessime guide di
parentela come, ad esempio, la nostra emoglobina che è simile
a quella di un lombrico.
Questo
ci fa diventare cugini dei vermi?
Il
nostro lisozoma è più simile a quello di un pollo
rispetto ad un scimpanzé.
La
classificazione linneana, alla luce delle scienza moderna (in
particolare per quel che riguarda la genetica) sta riscontrando
sempre più difficoltà e questo ha fatto nascere un
nuovo sistema di classificazione che considera anche le scoperte
della scienza moderna e che è in fase di perfezionamento. Si
chiama baraminologia.
2.
Prova dei fossili. La paleontologia, ovvero lo studio degli
esseri antichi, cioè, in altri termini, lo studio dei resti
fossili, rivela che pochi milioni di anni fa tutte le specie di
piante e di animali oggi viventi non esistevano sulla Terra. C’erano,
invece, numerose altre specie ora scomparse.
Che
cosa provano i fossili? Le specie non sono affatto sparite. Se
consideriamo i famosi fossili viventi dei veri e propri ossimori non
solo come struttura grammaticale di termini contraddittori, ma come
filosofia evoluzionistica contraddittoria.
Esistono
innumerevoli esempi di specie di fossili che si ritenevano estinte da
milioni o addirittura centinaia di milioni di anni, di cui, però,
sono stati trovati esemplari non solo vivi e vegeti, ma
essenzialmente invariati, cioè rimasti immutati nonostante
siano trascorsi, a detta degli evoluzionisti, milioni di anni.
Per
citare solo alcuni esempi: Limulo 450 milioni di anni (Ma); celacanto
350 Ma; gamberone 150 Ma; farfalla (Riodinidae) in ambra 65
Ma; pino Wolemi 65 Ma; e uno dei più recenti, il lemure Ida
(Darwinius masillae) di 47 Ma.
Una
più completa lista di fossili viventi, affermato come milioni
di fossili, la si può trovare nell’Atlante della
creazione di Harun Yahya.
L'idea
che i fossili rappresentino l'evidenza dell'evoluzione, è
semplicemente un preconcetto senza alcuna base. Se consideriamo poi,
la totale mancanza di fossili di transizione, detti anche anelli
mancanti, questi danno un colpo fatale all'ipotesi dell'evoluzione
graduale dei piccolissimi passi attraverso milioni di anni.
Gould
ed Eldredge, nel 1972, si sono inventati il principio dell'equilibrio
punteggiato per cercare di spiegare questa totale assenza di forme di
transizione.
Darwin
stesso era molto preoccupato per la mancanza di forme di transizione.
Aveva dichiarato che era solo una questione di tempo e poi sarebbero
stati ritrovati.
“..p.
171: Perché, se le specie sono discendenti da altre specie
attraverso graduazioni impercettibilmente sottili, non vediamo
ovunque innumerevoli forme di transizione?... Invece quello che
vediamo sono delle specie ben distinte…
p.
280: Allora, perché ogni formazione geologica non è
piena di anelli intermedi? La geologia sicuramente non rivela alcuna
tale catena organica finemente graduata; questa, forse, è la
più ovvia e grave obiezione che si può sollevare contro
la mia teoria.”
Charles
Darwin, “Sulle origini delle specie”, 1859,
London: John Murray, 1° ediz. pp. 171, 280
Sino
ad oggi questi miliardi di forme di transizione, fra ogni specie sia
nel mondo delle piante sia nel mondo degli animali, mancano ancora
tutti. Tuttavia il venerato albero evolutivo, che è possibile
trovare in ogni libro di testo scolastico, è stato anche
recentemente abbattuto.
La
copertina dell'edizione di gennaio 2009 della prestigiosa rivista
scientifica New Scientist aveva come titolo "Darwin aveva torto,
l'albero della vita viene abbattuto". Nel relativo articolo
viene citato Eric Bapteste, Biologo, dell’Università
Pièrre & Marie Curie, Parigi “Non esiste alcuna
evidenza che l’albero della vita sia una realtà”,
Lawnton, G., Uprooting Darwin’s tree, New
Scientist 201 (2692): 34–39, 24 January 2009.
3.
Prova del codice genetico. Le strutture e le funzioni degli
organismi sono determinate dalle proteine di cui questi sono fatti.
In tutti gli organismi viventi siano essi batteri, alghe, funghi,
piante o animali, il codice genetico è esattamente lo stesso.
E’ come se tutti gli abitanti del globo parlassero una stesse
lingua codificata da un unico vocabolario. Il codice genetico,
inoltre, è universale. L’esistenza di un codice
universale dimostra che tutti gli organismi sono imparentati tra
loro.
E'
vero che ogni essere vivente viene codificato dagli stessi mattoni
genetici (le lettere C, T, G, A), ma questo significa per forza una
parentela? Forse dimostra che un progettista usa gli stessi mattoni
in un meccanismo che è efficace per tutti gli esseri viventi.
Dopo tutto, devono coesistere nello stesso ambiente e nell’ecosistema
di questo pianeta che si chiama terra.
Nonostante
il fatto che ogni essere vivente condivida gli stessi mattoni
genetici, il meccanismo in cui essi vengono espressi, è molto
più complicato e fuori dalla portata della conoscenza della
scienza.
Il
presunto livello di complessità dell'organismo, non è
per niente correlato al numero dei cromosomi, con forme "semplici"
o "primitive" avendo più cromosomi dell'uomo. L'uomo
ha 46 cromosomi, mentre un crisantemo ne può avere da 18 a
198.
Ecco,
ad esempio, alcuni esempi: Cambarus clarkii (gambero di fiume)
200, cane 78, gallina 78, scimpanzé 48, Xenopus laevis
(rana del Sud Africa) 36, Drosophila melanogaster (moscerino
della frutta) 8, Myrmecia pilosula (formica) 2.
In
questi ultimi anni, due importanti scoperte, relative al mondo della
genetica, hanno ulteriormente indebolito il dogma evoluzionista.
Si
è scoperto, infatti, che l'espressione del genotipo non è
dovuto unicamente al suo DNA, ma anche all'esistenza di pseudogeni
che influiscono moltissimo in questa espressione.
Gli
evoluzionisti, precedentemente, consideravano questi pseudogeni come
coppie di geni per la codifica delle proteine che erano stati
disabilitati con la progressione dell'evoluzione, diventando inutili.
La
seconda scoperta, decisamente a danno dell'evoluzione, e che il 98%
del DNA considerato come DNA spazzatura (per ridondanza evolutiva) in
realtà ha una funzione decisiva e fondamentale per
l'organismo.
Più
si approfondisce lo studio del DNA e del RNA (il meccanismo di
lettura del DNA), più si intuisce l'incredibile complessità
di questo straordinario meccanismo che può essere soltanto il
frutto di un disegno intelligente.
4)
Prova dell’anatomia comparata. E’ la scienza che
studia e confronta tra loro le strutture degli animali. Essa ci
insegna che nell’anatomia degli animali di uno stesso gruppo
sistematico c’è sempre una ricca serie di corrispondenze
strutturali.
Per
esempio le zampe del cane hanno la medesima struttura di base delle
nostre braccia e delle nostre gambe: vi sono presenti un femore, la
rotula del ginocchio, la tibia con la fibula e infine le ossa del
tarso con cinque dita.
L'omologia
consiste nella teoria che rapporti evolutivi a grande scala possono
essere provati da similitudini nell'anatomia e fisiologia di diversi
animali. Dai tempi di Darwin l'omologia viene citato in libri di
testo come uno dei più importanti e convincenti prove
dell'evoluzione. Tuttavia, uno studio del materiale sull'argomento
non da l'evidenza per l'evoluzione naturalista. Al contrario, molti
esempi di omologia sono meglio spiegate dal punto di vista di un
progetto intelligente. Inoltre, crescenti conoscenze delle fondamenti
genetiche e molecolari della vita rivelano molti importanti eccezioni
e contraddizioni alla teoria.
Come
risultato l'omologia, come prova dell'evoluzione, si può
considerare confutata. Gli evoluzionisti hanno cercato di spiegare i
molti esempi che sono eccezioni, definendo quelli che sono simili per
discendenza da un antenato comune, omologia, mentre quelli che sono
simili solo per funzione, sono chiamate analoghe.
Gli
arti anteriori dell'uomo, delle balene, degli uccelli e dei cavalli
sarebbero omologhe, mentre le ali degli uccelli e degli insetti
sarebbero analoghe.
Però
la struttura dello scheletro dell'ala di un uccello sarebbe omologa a
quella di un pipistrello, per discendenza da un antenato rettilio
comune, ma sarebbero contemporaneamente analoghe per la
modifica di funzione per il volo (piume per gli uccelli e membrana
della pelle per il pipistrello).
Così
quando una similitudine di disegno sostiene l'evoluzione diventa
un'omologia e viene accettata come una prova dell'evoluzione, mentre
quando non sostiene l'evoluzione le stesse similitudini diventano
analoghe.
L'esistenza
di strutture analoghe viene spiegato con un'evoluzione convergente
attraverso un'evoluzione indipendente di strutture simili grazie a
pressione ambientali simili.
Tuttavia,
ancora una volta ci sono delle serie obiezioni alla proposta
evoluzionista. L'embriologia ha dimostrato un importante problema per
organi o strutture identiche o molto simili in differenti animali che
non si sono sviluppate dalla stessa struttura o gruppo di cellule
embrionali?
Non
è insolito trovare strutture fondamentali come il tratto
digestivo (tubo digerente) che si forma da tessuti embrionici
differenti in diversi animali. Per esempio negli squali questo si
forma dal tetto della cavità digestiva embrionica. Nelle rane
si forma dal tetto ed il fondo, invece in uccelli e rettili dalla
parte inferiore del disco embrionico o il blastoderma.
Anche
il classico esempio del arte antriore vertebrato (a cui si riferisce
Darwin e che viene citato in centinaia di libri di testo come prova
dell'evoluzione) ora si è dimostrato errato come esempio di
omologia. Questo perché lo sviluppo degli arti anteriori in
parti del corpo differenti in specie differenti, ma con struttura
simile, non può essere spiegata dall'evoluzione.
Gli
arti anteriori di un tritone si sviluppano dai segmenti del torso da
2 a 5, in una lucertola da 6 a 9, e nell'uomo i segmenti si
sviluppano da 13 a 18 (de Beer, S.G., Homology, An Unsolved
Problem, Oxford University Press, London, p. 13, 1971).
Il
Dr. Michael Denton ha concluso che questa prova dimostra che gli arti
anteriori non si sono sviluppati omologamente.
Nuovamente
la spiegazione più logica e coerente è quella di un
progettista che nel suo disegno ha usato la stessa soluzione per
diverse specie che devono tutte vivere nello stesso ambiente.
La
ruota della biciclette, della moto e della macchina condividono lo
stesso ottimo disegno che è considerato il più
efficace. Perché reinventare la ruota?
5.
Prova dell’embriologia. E’ la scienza che studia
lo sviluppo dell’embrione. Gli studi embriologici mostrano che
la formazione di molte strutture non avviene secondo una logica
lineare, ma segue vie contorte, spiegabili solamente con tracce di
antichi percorsi evolutivi. Per esempio le balene derivano da
antenati provvisti di denti, ma esse sono prive di denti; oppure la
presenza di fessure sui lati del collo dell’embrione umano:
fessure simili compaiono nell’embrione dei pesci, ma poi
diventano fessure branchiali.
E'
impressionante quanto il dogma ed i preconcetti dell'evoluzione
rimangono fissati nonostante le scoperte della scienza. Questa
fissazione che gli embrioni siano incredibilmente simili nei primi
stadi dello sviluppo, anche fra specie diverse, lo dobbiamo a Ernst
Haeckel che ha disegnato degli embrioni che sarebbero stati
l’evidenza dell’evoluzione. Viene chiamata la teoria
della ricapitolazione.
La
realtà è che Haeckel ha falsificato questi disegni.
Wilhelm His, professore di anatomia dell’Università di
Leipzig, ha riconosciuto la frode già nel 1874.
Più
recentemente Stephen J. Gould, rinomato evoluzionista, ha dichiarato
che “La teoria della ricapitolazione è defunta”,
Natural History, 89: 144, Aprile 1980.
Il
più attivo oppositore alla truffa di Haeckel è stato M.
Richardson: “Questo è uno dei peggiori casi di frode
scientifica.”, The Times (London), p. 14, 11 Agosto 1997. Se
per decenni gli embrioni di Haeckel e la teoria della ricapitolazione
sono state scartate dagli scienziati evoluzionisti stessi come una
grande bufala, perché questa teoria viene ancora presentata in
ogni libro di testo scolastico?
Se
facciamo riferimento alla risposta precedente, quella sulle strutture
omologhe, vediamo che anche un accurato studio di embriologia, non
sostiene l'affermazione dell'ipotesi evoluzionistica.
Semplicemente
l'evoluzione non spiega adeguatamente quello che si vede
nell'embriologia, nella biologia molecolare e in molti altri rami
della scienza.
D’altra
parte, visto il riferimento nella domanda all’evoluzione delle
balene, il rinomato Pakicetus attocki come forma di
transizione fra mamiferi terrestri e balene ormai anche lui devere
essere messo da parte. La scoperta nel 2001 di un scheletro più
completo di Pakicetus da parte del noto esperto sulle balene
Thewisson ha concluso che Pakicetus era semplicemente un
rodditore e per niente un animale aquatico (Nature 413(6853):277–281,
20 Settembre 2001.). Cosi la catena evolutiva per le balene si è
spezzata perché rimane una favola infondata. Peccato che quasi
tutti i siti internet a sostegno dell’evoluzione continuano a
promuovere Pakicetus come indiscuttibile forma di transizione,
basandosi sul primo scheletro parziale scoperto nel 1983. E’
ora di aggiornare le loro idee, siamo nel 2010!
6)
Prova delle strutture vestigiali. Sono le strutture residuali
del corpo. La ridotta peluria del nostro corpo è un esempio di
struttura vestigiale: è tutto ciò che rimane della
pelliccia dei nostri predecessori.
Nel
1890 la lista di organi vestigiali dell'uomo erano 180 organi
considerati ridondanti perché non si conosceva la loro
funzione. Sarebbero stati organi che nei nostri antenati animali
avevano una funzione, ma che, con il passare del tempo, e
l’evoluzione, hanno perso la loro funzione e anche le loro
dimensioni si sono ridotte. Man mano che la conoscenza dell'anatomia
e della fisiologia ha fatto dei progressi è stato anche
scoperto che alcuni di questi organi vestigiali avevano ancora una
funzione!
Nel
1999 è stato scoperto una funzione anche per l'ultimo organo
considerato vestigiale, che si pensava privo di funzioni e del tutto
inutile. Dal 1999, quindi, anche per la scienza non esistono più
strutture vestigiali e quell’elenco di 180 organi si è
ridotto a ZERO dato che tutti quegli organi hanno una loro ben
definita funzione.
Per
citare solo alcuni dei presunti organi vestigiali e le loro funzioni
chiave ci sono l'appendice (parte del sistema immunitaria e critica
sopratutto nei primi stadi di sviluppo dei bambini che è
strategicamente collocata all'entrata dell'ileo), le tonsille (una
simile funzione all'entrata alla faringe), la ghiandola pineale
(secerne melatonina, un ormone che regola il ritmo circadiano ed ha
altre funzione), il timo (parte del sistema immunitario legato alle
cellule-T che vengano attaccate e neutralizzate dal HIV, diventando
quasi sempre fatale).
Un'altro
colpo mortale per l'evoluzione che in questo modo perde un’altra
icona dell'evoluzione. Vediamo, così, che ogni parte, ogni
organo del meraviglioso corpo umano ha una funzione ben precisa,
testimonianza di un favoloso disegno intelligente!
7.
Prova delle somiglianze del DNA. Una moderna tecnica biologica
è quella di appaiare i filamenti di DNA prelevati da due
specie diverse: tanto più simili sono i due DNA, tanto più
simile risulta l’appaiamento. Questa tecnica, detta ibridazione
del DNA, dimostra le somiglianze e le differenze biologiche esistenti
tra gli organismi, e confermano l’esistenza dei loro rapporti
di parentela.
La
tecnica dell'ibridazione non è considerata come una tecnica
valida dai microbiologhi molecolari perché solo una piccola
sequenza del DNA viene divisa e comparata alla sequenza tratta da
un'altro organismo.
E'
proprio con questa tecnica che è stata fatta la prima
comparazione nel 1975 del DNA dell'uomo con quello della scimmia. Il
risultato era di un schiacciante 97% di similitudine, provando così
la nostra stretta parentela e confermando l'ipotesi evolutiva.
Usando
una statistica corretta, considerando il numero di misure fatte, la
similitudine si riduce al 96%. Sempre una prova schiacciante
dell'evoluzione dell'uomo dalla scimmia?
Considerando
la genetica, purtroppo non ci arriviamo neanche vicino. Il famoso
genetista delle popolazioni J. B. S. Haldane ha calcolato la
probabilità dell'evoluzione dell'uomo dalla scimmia in base ad
una similitudine del DNA di 96%.
Concedendo
10 milioni di anni a disposizione per l'evoluzione (che non ci sono),
ignorando che il 90% delle mutazioni sono fatali, presumendo che ogni
mutazione fosse "guidata" nella stessa direzione (una
dicotomia per l'evoluzione) e ignorando che le mutazioni non sono
indipendenti, ha calcolato che sarebbero possibili solo lo 0,001%
delle mutazioni necessarie (il 4% corrisponde a 240 milioni di
mutazioni fra i 6 miliardi di geni nel genoma umano). Ha calcolato
che servono in media 300 generazioni per fissare una mutazione in
tutta la popolazione.
Cosi
è nato il Dilemma di Haldane che considera l'evoluzione
genetica dell'uomo dalla scimmia (o un antenato comune) come
impossibile nonostante ci sia il 96% di similitudine.
Lo
studio del genoma umano è stata completato nel 2001 e quello
del scimpanzé solo nel 2005. Studi più recenti indicano
che la differenza, fra DNA umano e quello dello scimpanzé, è
ancora più estesa, e la similitudine si riduce ulteriormente,
sino al 92%. Nature, 27 May 2004, pp. 382 - 388.
Studi
precedenti prendevano in considerazione solo la sostituzione delle
lettere genetiche, non le trasposizioni, delezioni, o duplicazioni di
lettere. Così è venuto meno un’altro sostegno
all'evoluzione.
Ma
quello che viene completamente a mancare, secondo il concetto
dell’evoluzione attraverso la mutazione, è il fatto che
la genetica ha mostrato, in modo inconfutabile, che le nuove
informazioni genetiche non vengono mai create.
(Su
questo argomento, consultare il libro del noto genetista, Dr. J. C.
Sanford, inventore tra l’altro del “gene gun”,
Genetic Entropy & The Mystery of the Genome, FMS
Publications, 3rd Ed., 2008, p. 27).
8)
Prova delle somiglianze delle proteine. Alcune proteine sono
talmente importanti da essere presenti in tutti gli organismi
viventi. E’ il caso di una proteina chiamata citocromo c, che è
essenziale per la respirazione cellulare. Il fatto curioso è
che questa proteina presenta una struttura leggermente diversa nei
vari gruppi di organismi. Cioè, alcuni tratti della catena non
sono fatti degli stessi amminoacidi. Le somiglianze e le differenze
del citocromo c di specie diverse riflettono i rapporti di parentela
dedotti con i metodi più tradizionali, dell’anatomia
comparata. Cioè, il citocromo di un moscerino è più
simile a quello di una farfalla che a quello di un cavallo. Inoltre
c’è maggiore somiglianza tra il citocromo del cavallo e
della farfalla che tra questi e il citocromo di un girasole.
La
proteina citocromo C e la sua espressione in ogni forma di vita viene
spesso citato a sostegno dell'ipotesi evoluzionista. Il DNA viene
considerato dagli evoluzionisti come un orologio molecolare che ci
rivela la storia dell'evoluzione dai primi organismi all'uomo. In
realtà l'orologio molecolare crea dei problemi per
l'evoluzionista a causa delle anomalie.
Al
contrario danno evidenza alla creazione progettata di specie distinte
e non una evoluzione continua. Nel suo libro Evolution: A
Theory in Crisis, Dr. M. Denton ha comparato la sequenza di
aminoacidi del citocromo C di un batterio (un procariota) con
eucarioti molto diversi fra di loro come lievito, grano, colomba e
cavallo che praticamente hanno tutti la stessa percentuale di
differenza con il batterio (64 - 69%). Non esistono citocromi
intermedi fra procarioti e eucarioti, come non c’è
nessuna evidenza che gli animali "superiori", come il
cavallo, si siano diversificati di più rispetto agli organismi
"inferiori" come il lievito.
Sorge
lo stesso problema comparando il citocromo C dell'invertebrato baco
da seta con vertebrati come la lampreda, la carpa, la tartaruga, la
colomba e il cavallo. I vertebrati sono tutti similmente divergenti
dal baco da seta (27 - 30%).
Fra
la carpa, la rana, il toro, la tartaruga, la gallina, il coniglio e
cavallo abbiamo una divergenza costante del 13 - 14%. Non esiste
traccia di una serie di transizione che vada dal ciclostoma
(vertebrato acquatico, molto simile ai pesci) al pesce, all’anfibio,
al rettile, al mammifero o all’uccello.
Agli
evoluzionisti, poi, si presenta un ulteriore problema quando cercano
di spiegare come l'orologio molecolare possa procedere cosi
costantemente in una proteina, in organismi così diversi fra
di loro (con l'eccezione di alcune anomalie che amplificano
ulteriormente i problemi).
Deve
esserci stato un tasso di mutazione costante nel tempo, ma le
evidenze genetiche indicano che c'è un tasso costante per
generazione. Così il tasso dovrebbe essere molto più
veloce per organismi come i batteri che hanno un ciclo vitale molto
breve rispetto ad esempio ad un elefante. Perciò l'evidenza
non sostiene la teoria che le sequenze di divergenza siano dovute a
mutazioni che si sono accumulate con il passare del tempo, mentre la
vita si evolveva.
Su
questa terra ci sono molti organismi di vari tipi, anche molto
diversi tra loro, che devono tutti vivere nello stesso ambiente
gassoso. Questo comporta che, fra loro, avranno qualcosa di simile.
Per
esempio, vivendo tutti in un ambiente ricco di ossigeno, non è
per nulla sorprendente che ogni organismo vivente abbia il citocromo
C, necessario per il processo di respirazione. Considerando questo,
non è nemmeno sorprendente che i mammiferi possano avere molte
similitudini fra di loro.
Quando
andiamo su una qualsiasi strada vediamo che tutti i mezzi di
trasporto utilizzano la ruota rotonda. Non vediamo dei mezzi con
ruote quadrate o triangolari. Questo perché i progettisti
ormai sanno che la ruota rotando funziona bene.
Per
lo stesso motivo possiamo immaginare che un progettista intelligente
abbia pensato i mammiferi con dei disegni simili, perché
abitano in un ambiente simile. Per questo, non è per
niente sorprendente che il citocromo C dello scimpanzé sia
simile a quello dell'uomo, essendo anche fisiologicamente simile.
9)
Prova dell’ecologia. Il rapporto parassita/ospite è
un caso molto speciale di rapporto organismo/ambiente. L’uomo,
come tutte le altre specie, può ospitare molti batteri,
protozoi o vermi parassiti. Alcuni sono esclusivi della specie umana,
cioè non vivono in nessun altro animale, né in alcun
altro ambiente. Tutti questi parassiti si sono evoluti da antenati a
vita libera o parassiti di altri animali.
In
caso contrario dovremmo supporre che l’umanità abbia
ereditato tutti i suoi parassiti dal suo capostipite.
Non
tutti i batteri sono da considerare come parassiti. Un esempio è
quello dei batteri ospitati nello stomaco delle mucche e di altri
ruminanti che sono fondamentali per scomporre la vegetazione e per la
corretta digestione da parte dell'ospite. Dei batteri che si trovano
nella gola e nella bocca dell'uomo in buona salute, producono tutta
la vitamina B12 di cui necessitano coloro che sono vegetariani.
I
problemi si presentano quando questi batteri si moltiplicano e,
finendo fuori controllo, distruggendo il normale equilibrio della
flora naturale.
Cosa
possiamo dire degli altri rapporti di simbiosi fra specie diverse?
Questi innumerevoli esempi di simbiosi, sono fondamentali per la
corretta salute (come pesce ascia e il pesce barbiere, tartaruga
marina e il pesce corallo, ecc), ed è difficile, per gli
evoluzionisti, spiegare questi processi. Non è pensabile che
questi organismi simbiotici, strettamente dipendenti uno sull'altro,
sia siano evoluti contemporaneamente con lo stesso tasso di mutazione
nel corso di milioni di anni. Mentre progrediva l'evoluzione, come
sono sopravissuti?
Nuovamente
l'unica spiegazione accettabile, e anche logica, è quella di
un bellissimo progetto intelligente studiato nei minimi dettagli.
Le icone
dell'evoluzione crollano uno dopo l'altra alla luce della scienza e a
seguito di accurate indagini. L'ipotesi dell'evoluzione, quindi,
rimane solo un dogma sostenuto unicamente da preconcetti.
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