I mondi della scienza e della
religione sono inconciliabili? La scienza moderna con la sua teoria
dell'evoluzione è in grado di smentire i racconti biblici sull'origine della
vita? Se si accetta il resoconto biblico, significa forse che bisogna rigettare
la scienza? È a questo tipo di domande che il libro dà una risposta. L'autore
ha un ricco curriculum: ha conseguito un dottorato in Zoologia ed un master in
Biologia, ha effettuato studi di Geologia e Matematica, ha condotto ricerche
paleontologiche e geologiche in Australia, Nuova Zelanda, Europa e Nord America,
tiene conferenze in diverse università; dopo essere stato direttore del
dipartimento di Biologia, sia della Andrews University, che di quella di Loma
Linda, è stato Direttore dell'Istituto per le Ricerche Geoscientifiche
(Geoscience Research Institute - GRI). Ariel Roth, scienziato e credente,
afferma che scienza e religione insieme sono in grado di offrire una
comprensione più completa del mondo che ci circonda. L'autore parte dalla
situazione culturale statunitense, nazione nella quale ha fatto molto rumore la
proposta che, nelle scuole pubbliche, oltre all'evoluzione, si insegnasse anche
la creazione. Tenendo una relazione al Congresso dell'Oregon, ha avuto modo di
affermare che, sia gli evoluzionisti che i creazionisti accettano i dati della
scienza, dandogli però un diverso valore. "Ad esempio", dice l'autore, "gli
evoluzionisti insegnano che le somiglianze biochimiche ed anatomiche nella
struttura di cellule appartenenti a vari animali o piante, siano il risultato di
una comune origine evolutiva, mentre i creazionisti affrontano gli stessi dati e
li interpretano come l'impronta di un unico disegnatore, cioè Dio"
(p.17). Nella parte introduttiva l'autore, molto pittorescamente, si
riferisce alla moda delle cravatte che cambia continuamente, applicandola poi ai
sistemi di pensiero, i quali subiscono lo stesso tipo di invecchiamento, con i
diversi punti di vista che tendono ad affermarsi in successione. L'autore
ricorda il naturalismo che negava il soprannaturale, l'agnosticismo che
affermava "io non so", poi altre impostazioni quali l'assolutismo, il
determinismo, il materialismo dialettico, il panteismo, il razionalismo. Ognuna
di queste scuole di pensiero ha avuto i suoi aderenti, i quali credevano nella
attendibilità delle idee propugnate, idee che però si sono presto rivelate
insufficienti. Le quattro aree fondamentali che l'autore affronta riguardano
gli organismi viventi, i fossili, le rocce e il rapporto fra scienza e
Scrittura.
Nella prima sezione, il Roth dedica un intero capitolo per
affrontare la domanda: "Da dove è venuta la vita?". Risponde iniziando un
percorso di tipo storico, per poi lanciarsi nello specifico biologico, andando
dalle semplici molecole a quelle più complesse. Indaga poi sulla possibilità di
cercare un meccanismo evolutivo e, partendo dalle analisi lamarkiane e
darwiniste, cerca di approfondire il tema delle mutazioni. Conclude affermando
che bisogna ammirare la costanza degli evoluzionisti i quali, cercando di
trovare un meccanismo evolutivo, nell'arco di due secoli, hanno presentato molte
teorie. Il fatto che però tutte abbiano fallito, porta a pensare che il pensiero
evoluzionista sia piuttosto una questione di opinione, non di dati scientifici.
Alcuni dati scientifici, è vero, sembrano favorire le ipotesi evoluzioniste, ma
dopo l'inutile ricerca di un meccanismo evolutivo, sembra che gli stessi
studiosi evoluzionisti comincino a considerare seriamente la possibilità di una
creazione da parte di un Progettista. Riguardo alla nostra specie dice: "Le
origini umane hanno rappresentato un'area di particolare contrasto fra gli
scienziati. Ciò può essere attribuito alla mancanza di dati certi e al
coinvolgimento personale dei vari autori. L'evidenza dell'evoluzione umana è
frammentaria e soggetta ad una varietà di interpretazioni. La presenza di una
mente dalle caratteristiche elevate (come la coscienza, la creatività, la libera
volontà, l'estetica, la moralità e la spiritualità) fanno pensare che gli umani
siano stati programmati come esseri superiori e che non si siano originati dagli
animali attraverso un semplice processo evolutivo" (p. 126).
La seconda
sezione affronta i dati provenienti dai fossili ed il loro ordine nella colonna
geologica. L'autore afferma che deve essere esercitata molta cautela: mentre
alcuni fossili, infatti, sono ben conservati, per altri è difficile
l'identificazione. Alcuni credono che i fossili rappresentino degli organismi
sepolti dal diluvio biblico, mentre altri affermano che si tratterebbe di
testimonianze di organismi in evoluzione. Dopo uno studio approfondito l'autore
giunge alla conclusione che i fossili, invece di essere elementi probanti per
l'evoluzione, sono testimonianze a favore della creazione ed i dati raccolti
suggeriscono che il modello generale dell'evoluzione non è
attendibile.
La terza sezione affronta invece il tema relativo alle rocce
ed il primo capitolo riguarda le catastrofi. Esse, come ben sappiamo, non sono
frequenti e non fanno parte della nostra esperienza diretta, per cui ci risulta
difficile incorporarle nella logica del nostro pensiero. In questa sezione si
parla di catastrofismo, uniformismo e diluvio biblico, anche in relazione alla
settimana creativa. Quali sono i fattori geologici collegabili al Diluvio?
Questa è una delle tante domande che l'autore si pone e alla quale cerca di
rispondere. Oggi, in campo scientifico, alcune recenti interpretazioni che hanno
come modello un tipo di "azione rapida", si adattano molto bene col diluvio
genesiaco. Riguardo alle età della Terra e della vita, l'autore afferma che
dobbiamo imparare ancora molto circa i metodi di datazione, perché l'ultimo
capitolo su questo argomento non è ancora stato scritto.
La quarta
sezione, cioè l'ultima, mette a fuoco il rapporto fra scienza e Sacra Scrittura.
Il primo passo è quello di affermare che la scienza è un'impresa meravigliosa,
che ha fatto molto del bene, perciò le è dovuto rispetto. Un rigetto di essa,
come alcuni vorrebbero, è ingiustificato, ma ciò non toglie che la scienza abbia
delle debolezze. Per quanto riguarda la Bibbia, bisogna affermare che essa è
stata sottoposta a molte critiche, ma questo non gli ha impedito di essere il
libro più ricercato del mondo. L'autore afferma che: "Alcuni hanno posto in
dubbio gli eventi della settimana creativa così come vengono descritti nella
Bibbia, ma ci sono diversi modelli con i quali si possono armonizzare le
apparenti incongruenze. L'idea che la Bibbia, e in modo particolare i racconti
della Creazione e del Diluvio, siano il frutto della riunione di vari e diversi
documenti, non ha delle basi concrete" (p. 321). La Storia e l'Archeologia hanno
confermato l'attendibilità della Scrittura e, se è vero che sorgono domande
sull'affidabilità della Bibbia, bisogna dire che questo riguarda ancor più la
scienza. Alcuni stabiliscono la loro visione del mondo sulla base della sola
scienza, che è incompleta. Altri vorrebbero stabilirlo sulla base della sola
Bibbia, ma anche questo è uno sguardo limitato, dal momento che Dio stesso ha
affermato che bisogna apprendere dalla Sua creazione (Salmo 19:1-4). Bisogna
avere, in conclusione, un approccio che sia in grado di mettere insieme scienza
e Bibbia.
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