(Liberamente tratto da “Caro amico mio..., ovvero dialoghi
minimi intorno ai sistemi” di P.M.B.)
La costruzione, i principi e lo stile; i principi di
conservazione
Maestro: Caro amico mio, avrai notato che esistono innumere
pubblicazioni che discutono, brigano, disputano (verbo puù
elegante) ma dimenticano che qualunque costruzione deve essere eretta
su delle fondamenta.
Indipendentemente dall'argomento, non si può discutere con
serietà ed efficacia che i disputanti concordino in anticipo
quali principi comuni costituiscano le fondamenta della loro
costruzione.
Tanto per fare un esempio inerente al nostro mestiere di vili
meccanici, se parliamo di fenomeni che implichino trasformazioni
fisiche adotteremo principi della Termodinamica, della Meccanica,
dell' Ottica etc...........
Allievo: ...Come dire principi comuni, conclamati,
consolidati ed accettati dagli interloquenti perchè in accordo
con le risultanze sperimentali...
Maestro: Esattamente! Solo con queste premesse è
possibile che la discussione non si tramuti in sterili
affabulazione, in suono vuoto come cembalo squillante (direbbe
l'amico da Tarso). L'affabulazione, che confina (o si confonde) con
lo sproloquio, si compiace di se stessa. L'autocompiacimento è
massimo quando si ingarbugliano i pensieri in modo da non far
trapelare la propria vacuità e da dare l'impressione, ad un
terzo, di avere risposto a qualunque domanda anche a quelle a cui, in
realtà non si sa rispondere.
La risposta onorevole, giusta ed onesta che sarebbe “non
so...”, va bandita come fosse una vergogna: è la
fregatura dei
tuttologi!..............................................................................
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