L’uomo ha avuto la necessità
di classificare e ordinare in gruppi tutti gli esseri viventi. Gli
organismi viventi sono stati divisi in generi (gruppi di viventi con
specifiche caratteristiche) e specie, identificate , oltre che dalle
caratteristiche comuni anche dalla possibilità di generare
individui. Il regno dei viventi è diviso in 5 gruppi che
partono dal più semplice, quello delle Monere, fino al regno
degli animali, quello più complesso. Il regno animale
comprende milioni di specie differenti. Tra le molteplici specie
appartenenti al mondo animale, l’uomo ha specificato diversi
gruppi di appartenenza partendo da una prima e fondamentale
differenziazione: esseri vertebrati ed esseri invertebrati. Senza
addentrarci nella complessa rete gerarchica della divisione che
l’uomo ha riscontrato si può certamente essere d’accordo
nel sostenere che le varie classificazioni sono riferite a caratteri
comuni e ben precisi che evidenziano l’appartenenza ad una o ad
un altro genere familiare che comprendono le varie specie (famiglia
lupo/cane che comprende le diverse specie di cani). Ciò che
possiamo osservare è che qualsiasi genere/specie ha una serie
di caratteristiche semantiche “ferme nel tempo”; si può
catalogare ogni essere vivente nel suo genere/specie di appartenenza,
sia vivo che morto, ciò non cambia nulla, le sue peculiarità
di appartenenza ad una o ad un altro genere/specie restano comunque
invariate. I caratteri di appartenenza ad una o ad altra
genere/specie sono ben catalogate e rigorosamente precise in tutti i
manuali di scienze naturali, i canoni di identificazione sono ben
definiti e dettati da un ben limitato campo variabile. Quindi,
come tutti i manuali specificano, i generi familiari hanno
caratteristiche ben definite e ben fissate nel tempo. La teoria di
Darwin, che si basa sulla evoluzione della specie, ha alla base un
concetto ben preciso che è quello della variazione nel tempo.
La contraddizione della teoria applicata al dato certo, fissità
del genere familiare di appartenenza, dimostra l’irragionevolezza
delle argomentazioni a sostegno della predetta teoria. Non è
possibile conciliare ciò che è accettato da tutti, cioè
la catalogazione del genere familiare/specie, con una teoria che ne
vuole contraddire l’essenza, cioè la fissità nel
tempo dalle famiglia di genere a cui appartiene la specie, con
un’ipotesi non verificata ed evidentemente in contrasto con la
più elementare capacità raziocinante dell’essere
umano. L’illogicità della pretesa neodarwiniana è
assoluta. Ogni essere vivente, come d’accordo, ha una sua
specifico genere e specie di appartenenza, un essere in fase di
“trasformazione” a quale genere/specie apparterrebbe? Con
chi si potrebbe riprodurre? E’ evidente che non avrebbe
catalogazione e quindi andrebbe in contrasto con ciò che è
certo, cioè il concetto specifico di appartenenza di ogni
essere vivente ad un genere e conseguentemente alla sua specie. E’
la scienza stessa che nega ogni validità scientifica alla
scuola di Darwin. Per comprendere più sostanzialmente le
argomentazioni qui sopra riportate vi rimando all’ottimo saggio
di Piero Barovero “Darwin ha sbagliato”, ormai lo dicono
veramente in molti che Darwin ha sbagliato…
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