Da
verticale a orizzontale: l’evoluzione dell’evoluzione
Nel
fasicolo n. 2744 (26 gennaio 2010) della rivista New Scientist,
Mark Buchanan scrive che è in atto un cambiamento delle
conoscenze riguardo i meccanismi dell’evoluzione biologica, che
descrive come cambiamento rivoluzionario del paradigma attuale.
L’idea darwiniana – a tutt’oggi dominante sotto la
forma della teoria sintetica – è che l’evoluzione
procede verticalmente, con modifiche (mutazioni) che si trasmettono
da una generazione all’altra. Ma molti eminenti biologi
sostengono che tale meccanismo non è in grado di spiegare il
processo evolutivo.
A
gettare il sasso nello stagno sono il microbiologo Carl Woese e il
fisico Nigel Goldenfeld, due ricercatori dell’Università
di Illinois in Urbana-Champaign. La moderna sintesi – dice
Woese - non spiega i gradini fondamentali dell’inizio della
storia della vita: come è venuto in esistenza il codice
genetico e le macchine genetiche fondamentali utilizzate da tutti gli
organismi, specialmente gli enzimi e le strutture coinvolte nella
traduzione dell’informazione genetica in proteine. La maggior
parte dei biologi, seguendo Francis Crick, semplicemente hanno
supposto che tutti questi sono “incidenti della storia”,
e questo è stato un grande errore.
Secondo
Woese e Goldenfeld, la spiegazione darwiniana, anche nella sua
versione più sofisticata, è applicabile soltanto alle
fasi più recenti della vita. Può sembrare assurdo, ma i
due ricercatori sostengono che durante la maggior parte della sua
storia la vita si è evoluta mediante un processo diverso. Un
processo non “verticale” con modifiche trasmesse da padre
a figlio, ma “orizzontale”, con scambio di materiale
genetico tra un organismo e l’altro.
Il
processo di “trasferimento genetico orizzontale” infatti
è ben conosciuto nel mondo dei microorganismi, ed è da
lì che Woese e Goldenfeld prendono l’idea. Secondo il
classico calendario dell’evoluzione la vita è comparsa
3,5 miliardi di anni fa, poi per i primi 3 miliardi di anni sono
esistiti solamente organismi unicellulari, poi all’improvviso
sono comparse le forme di vita visibili. Durante i miliardi di anni
di soli microorganismi, probabilmente l’evoluzione è
stata un processo orizzontale. La presenza di alcuni geni identici in
diversi anfibi e rettili potrebbe essere spiegata con lo stesso tipo
di trasferimento da un animale all’altro.
Con
simulazioni al computer, i meccanismi darwiniani (accumulo di
mutazioni) portano ad un vincolo cieco, spiega Goldenfeld, mentre il
trasferimento laterale, da un organismo all’altro – un
po’ come le costruzioni Lego – può portare
all’espansione del genoma.
Affermazioni
forti, che però vanno prese sul serio, dice il biologo Jan
Sapp dell’Università York di Toronto. In altre parole,
il processo evolutivo potrebbe essere diverso da come credono la
maggior parte dei biologi evoluzionisti. Uno dei problemi è
che i biologi non hanno finora focalizzato la loro attenzione sui
microorganismi, ma solo sugli organismi visibili. Eppure la biomassa
dei microorganismi supera quella delle forme di vita visibili.
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Per
capire di cosa si tratta, consigliamo di leggere il nostro commento
dell’articolo di Nature sul trasferimento orizzontale
http://www.origini.info/articolo.asp?id=82.
Neanche
l’evoluzione “orizzontale” spiega l’origine
dell’informazione genetica. Come motore dell’evoluzione
il transfert orizzontale o laterale rimane ipotetico e altamente
speculativo. I microorganismi attuali dimostrano notevole stabilità
e resistenza al cambiamento, quindi sono corredati dei “migliori”
genomi possibili. Rimane poco convincente l’estrapolazione dal
mondo dei microorganismi a quello degli organismi pluricellulari, una
specie di “ingegneria genetica” spontanea e casuale. Ogni
proposta di nuovo meccanismo evolutivo inizia con la costatazione che
quelli insegnati attualmente non spiegano molto. Ma a dirlo non sono
i creazionisti. A quanto pare la teoria dell’evoluzione non
soddisfa nemmeno gli evoluzionisti.
Mihael Georgiev,
autore del libro
“Charles Darwin. Oltre le colonne d'Ercole”
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