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TIRO AL BERSAGLIO SU DARWIN
di Mihael Georgiev -01/04/10-
 



The Guardian: “Perché tutto quello che vi hanno detto sull’evoluzione è sbagliato”

Il londinese The Guardian ha pubblicato il 19 marzo un lungo articolo sull’evoluzione a firma di Oliver Burkeman. L’articolo è stato corretto secondi i rilievi fatti da alcuni scienziati, ricevendo sul blog 357 commenti. Il testo integrale con commenti e riferimenti è disponibile su http://www.guardian.co.uk/science/2010/mar/19/evolution-darwin-natural-selection-genes-wrong. Ecco alcuni ampi stralci dell’articolo, che prende spunto da due recenti libri. Il primo, dello scrittore scientifico David Shenk, è intitolato Il genio in tutti noi, e si occupa prevalentemente di alcuni aspetti della genetica ed epigenetica.

Coloro tra noi che non sono scienziati professionisti, sono costretti inevitabilmente a credere in tante storie scientifiche sulla fiducia. La difesa di alcune favole creazioniste – come il famoso giorno mancante “visto” dagli astronomi della NASA e attribuito al miracolo descritto nella Bibbia (Giosuè capitolo 10) ha convinto che gli scettici dell’evoluzione siano così delusi o disonesti che non ne valesse la pena di perdere tempo con loro. Sfortunatamente però questo ha reso imbarazzante e assurdo fare domande che invece alla luce dei recenti studi e di diversi libri divulgativi sono sempre più pertinenti. E se la teoria darwiniana dell’evoluzione come ci è stata insegnata e come crediamo di capirla fosse – in alcuni aspetti chiave – non completamente esatta?

Tale ragionamento è capace di infuriare i biologi evoluzionisti, che lanciano l’accusa che in questo modo si forniscono armi ai proponenti del creazionismo o dell’Intelligent Design. Mentre la maggior parte degli studi recenti non sembrano così rivoluzionari agli esperti, sembra che ci sia di fronte ad un cambiamento radicale di prospettiva nella cultura generale, con enormi implicazioni sul modo in cui molti di noi pensano riguardo alla comparsa della vita nelle forme che conosciamo.

La maggiore sorpresa è venuta tre anni fa da una sperimentazione sui polli in Svezia, che dimostrò che i polli allevati sotto forte stress ambientale, perdevano alcune delle capacità di procurarsi il cibo. Fin qui niente di strano. Ma la sorpresa era che, rimessi in ambiente favorevole, i figli nati da questi polli avevano la stessa scarsa abilità di procurarsi il cibo delle madri sotto stress. Avevano cioè ereditato un problema indotto nelle madri con la manipolazione dell’ambiente. Approfondendo la ricerca si scoprì che ciò era dovuto all’alterazione dell’espressione genetica, cioè il modo in cui diversi geni vengono attivati o disattivati, modificando il comportamento animale. In altre parole lo stress aveva indotto cambiamenti a livello genetico nelle madri, che sono stati trasmessi ai figli.

Lo studio sui polli svedesi è uno dei tanti nel campo dell’epigenetica: la branca che studia l’epigenoma, l’involucro proteico che avvolge pezzi del DNA e determina quali geni saranno attivi o non, oppure regola il livello della loro attività. Ma alcune delle più clamorose scoperte sono state fatte con studi genetici sull’uomo. Uno di questi, è stato condotto sempre in Svezia, nella provincia più settentrionale di Norrbotten, dove il raccolto è normalmente scarso, ma talvolta abbondante. Di conseguenza nella storia i bambini crescevano assumendo di anno in anno quantità molto diverse di cibo. È stato evidenziato che un singolo periodo di sovralimentazione nel corso di una media di scarsa disponibilità di cibo può ridurre di 32 anni l’aspettativa di vita dei nipoti, rispetto ai periodi lungi di cibo scarso e costante.

Questi dati sono in conflitto con la teoria darwiniana presentata nei libri divulgativi di Dawkins e Dennet, che fanno credere che l’evoluzione dipende da mutazioni casuali e selezione naturale – una spiegazione bellissima, di semplicità devastante, che alla fine ha portato alla comparsa delle meraviglie come gli occhi, le ali degli uccelli e il cervello umano. Il meccanismo è semplice: in ogni generazione si verificano mutazioni casuali che danno prole leggermente diversa dai genitori; le mutazioni che conferiscono vantaggio tendono a persistere nella popolazione, mentre quelle che risultano svantaggiose si estinguono.

Invece l’epigenetica suggerisce che questo non è tutto. Anziché i cambiamenti spontanei nel genoma che offrono materiale alla selezione naturale, abbiamo l’ambiente che possa influire sui geni e condizionare la vita delle future generazioni. Mentre ogni studente liceale ha imparato che lo stile di vita non può influire sull’ereditarietà, risulta che invece può. C’è quasi da chiedere scusa a Lamarck per averlo deriso per due secoli.

Ma non è solo l’epigenetica a porre dei problemi. È stato accertato che il trasferimento di materiale genetico non avviene solo verticalmente, da padre a figlio, ma anche orizzontalmente, da un organismo all’altro, con trasferimento di pezzi di genoma o di interi virus; si calcola che 10% del genoma batterico deriva da trasferimento da altri microorganismi, cioè dall’ambiente circostante, e questo vale anche per il genoma umano. Per il non-specialista questo è un fatto sbalorditivo: la maggior parte della storia della vita riguarderebbe la storia dei microorganismi, i cui genomi però si sarebbero formati dal libero trasferimento di geni da un organismo all’altro. Allora le storie darwiniane nel migliore dei casi sarebbero applicabili alla vita più recente.

In conclusione, scrive Shenk, se negli anni ’90 un genetista avesse suggerito che un ragazzo dodicenne avrebbe potuto migliorare le prestazioni intellettuali dei suoi futuri figli studiando meglio, sarebbe stato coperto da una montagna di risate. Ma oggi no.

Grazie agli studi di epigenetica sull’uomo e altri recenti dati, Shenk distrugge un’intera branca dell’evoluzione: l’evoluzione psicologica (e culturale) che negli ultimi anni ha cercato spiegazioni darwiniane (selettive) ad ogni comportamento umano, comprese azioni delittuose come lo stupro ecc. L’accusa è che gli psicologi evoluzionisti sono finiti per raccontare delle favole molto più ridicole di quelle dei biologi. L’argomento – già di per se controverso – ha visto gli “psicologi evoluzionisti” attivissimi in prima linea, mentre l’intera disciplina sembra a molti scienziati una caricatura pseudoscientifica.

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Il secondo libro preso in considerazione è quello del filosofo americano Jerry Fodor e il professore di scienze cognitive Massimo Piattelli-Palmarini, che sta uscendo in italiano da Feltrinelli con il titolo Gli’errori di Darwin. (Il libro è stato commentato su Nature da Massimo Pigliucci e sul Corriere della Sera da Telmo Pievani, ma di questo ne parleremo nel prossimo articolo).

La critica di Fodor e Piattelli-Palmarini è generale e la loro contestazione della selezione naturale come motore principale dell’evoluzione così devastante, che ha lasciato ammutoliti i più agguerriti difensori dell’evoluzione come Dawkins, Dennett, e il filosofo di Cambridge Simon Blackburn.

Invitato da Burkeman ad esprimere i concetti sostenuti in modo da essere compresi da uno studente delle elementari, Fodor ha risposto che ciò non è possibile. “Gli argomenti sono complicati, e se la nostra critica è giusta, ciò non è dovuto alla semplicità dell’argomento o alla stupidità di Darwin.Si tratta di un argomento veramente complesso”.

Burkeman riassume i concetti del libro in tre passi. Il primo – assolutamente corretto – è che non tutte le caratteristiche di un animale siano necessariamente adattative. Il secondo, collegato al primo è che secondo i teorici della selezione naturale, quest’ultima è una forza che seleziona certe caratteristiche. Ma che uso e scopo hanno le orecchie cadenti di certe volpi e cani? Il terzo passo è il colpo di grazia: l’idea centrale dell’evoluzione darwiniana è che essa non ha intelligenza. Noi vediamo e riconosciamo il senso di alcune caratteristiche perché ragioniamo, ma l’evoluzione come ha visto il senso di ciò che produceva? Darwin non lo spiega, quindi su questo punto la sua è solo una chiacchiera.

Mihael Georgiev

autore del libro “Charles Darwin. Oltre le colonne d'Ercole”



 

Sito a cura dell'A.I.S.O. Associazione Italiana Studi sulle Origini - aggiornato il 31/01/2014 

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