Sequenziato
il cromozoma Y dello scimpanzé
È
stato sequenziato il cromosoma Y dello scimpanzé, il primate
“più vicino” all’uomo. Ne da la notizia la
rivista Nature che, in attesa della pubblicazione su carta, ha
pubblicato online il 13 gennaio il relativo articolo. L’abstract
è consultabile al link
http://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/full/nature08700.html.
Il
confronto con il corrispettivo cromosoma umano ha dato risultati
sorprendenti, dichiarati già nel titolo: “I cromosomi Y
umani e degli scimpanzé sono notevolmente divergenti in
struttura e contenuto genico”.
Secondo
le cosiddette teorie del “decadimento rallentato”, la
parte sessualmente specifica del cromosoma Y (MSY) sarebbe dovuta
cambiare molto meno nei sei milioni di anni che sarebbero trascorsi
dalla separazione dell’uomo e dello scimpanzé dal loro
progenitore comune. Invece le differenze nella struttura delle
sequenze sono notevoli e corrisponderebbero alla perdita di quattro
geni (25% del totale) da parte dello scimpanzé e
l’acquisizione di due geni da parte dell’uomo. Come
risultato finale lo scimpanzé ha due terzi dei geni e la metà
delle unità di trascrizione delle proteine rispetto all’uomo.
Nel resto del genoma la differenza sembrerebbe di 1% soltanto, quindi
compatibile con i sei milioni di anni della separazione tra i due
primati, ma nel braccio MSY del cromosoma Y la differenza è
così grande da richiedere 310 milioni di anni, che sarebbero
quelli che “separano” l’uomo dal pollo.
Gli
autori concludono che se la teoria del decadimento genetico possa
essere il principale meccanismo per la comparsa di un nuovo cromosoma
Y, il “rinnovo all’ingrosso” sembra il meccanismo
della continua evoluzione del braccio MSY del cromosoma.
•••
Questo
studio conferma che l’evoluzione – data per fatto
sostenuto da milioni di prove – elude invece ogni tentativo di
essere spiegata e misurata, riservando continuamente delle sorprese e
smentendo le diverse teorie. O rimane “ferma” per milioni
di anni, oppure “esplode”, riguarda pochi geni perché
gli altri sono “ultra conservati”, cioè rimangono
gli stessi in specie lontane Qui l’evoluzione invece si scatena
e procede “all’ingrosso” e velocemente,
“ristrutturando” però il solo braccio MSY di un
solo cromosoma, quello Y, ignorando il resto del cromosoma Y e gli
altri 45-47 cromosomi. I cambiamenti maggiori consistono nel
“decadimento” del genoma. Con questo tipo di ragionamento
l’antenato dello scimpanzé sarebbe più …
umano che scimmiesco! L’evoluzione sarà pure bella come
idea, ma vista con lente d’ingrandimento, cioè a livello
genomico, sparisce.
Mihael Georgiev
Autore del libro
“Charles Darwin. Oltre le colonne d'Ercole”
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