L’uomo
moderno ha 750 000 e non 200 000 anni
Clamorosa
scoperta in Israele
Finora
si credeva che l’uomo moderno fosse comparso 150 – 200
mila anni fa. Ora un clamoroso ritrovamento in Israele sposta la data
di mezzo milione di anni indietro, cioè a 750 000 anni fa. Ne
da la notizia il blog Science Daily
(http://www.sciencedaily.com/releases/2009/12/091222105051.htm).
La
clamorosa scoperta è stata fatta da ricercatori
dell’Università ebraica di Gerusalemme con la
collaborazione di archeologi dell’Istituto Max Planck e
dell’università do Rutgers. Effettuando scavi nel sito
preistorico di Gesher Benot Ya'aqov,
localizzato nella falda del mar morto nella parte meridionale della
valle Hula nel nord d’Israele, sono stati trovati dei resti
indicativi di comportamento umano complesso datato a 750 000 anni fa.
I
ritrovamenti consistono in alta concentrazione di utensili di pietra,
resti di legno usato per if fuoco, resti botanici, di pesci e
animali. Il tutto in un area ristretta e con organizzazione spaziale
che indica un’attività altamente organizzata.
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La
scoperta è senz’altro sensazionale e crea scompiglio
nella cronologia dell’evoluzione dei primati. A seconda di come
viene calcolata l’età, i primi uomini moderni potrebbero
avere da 6 000 anni, con il calcolo delle mutazioni del DNA
mitocondriale (stima minima), a 750 000 anni. Aspettiamo di vedere
come saranno incorporati gli ultimi reperti nella storia evolutiva
attualmente insegnata.
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