Un
anello molto mancante
Il
Corriere del Sud
Anno
XVIII N° 18/2009 - 31 dicembre
Andrea Bartelloni
http://www.corrieredelsud.it/site/modules/article/view.article.php?a13758
La grancassa mediatica
aveva risuonato come non mai nel maggio scorso per annunciare che
finalmente era stato trovato il tanto ricercato e atteso anello di
congiunzione tra i primati e l’uomo.
“L'annuncio
è stato fatto in grande stile al Museo di Storia Naturale di
New York. Toni trionfalistici: secondo Jorn Hurum dell'università
di Oslo, che per due anni ha guidato lo studio condotto in
grandissimo segreto, Ida è per i paleontologi quello che
«l'arca perduta è per un archeologo», un fossile è
così importante che «sarà riprodotto sui libri di
testo per i prossimi cento anni». La presentazione del
Darwinius masillae - questo il nome scientifico - ha coinciso con la
pubblicazione di una accurata descrizione del fossile sulla rivista
online Public Library Science (Plos) e l'uscita di un documentario
sull'History Channel”.
Questo
è quanto si poteva leggere su Il Sole 24 Ore del 20
maggio 2009, ma dopo pochi mesi su Nature
si poteva leggere della scoperta, in Egitto, di un fossile datato a
37 milioni di anni fa che mette fuori dalla linea di discendenza
degli umani Ida e la inserisce tra i lemuri, dove, qualsiasi occhio
non rivestito dall’ideologia evoluzionista, lo aveva già
collocato.
Niente
di strano, gli anelli mancanti (se si chiamano così ci sarà
pure un motivo) continuano a mancare; ovviamente la grancassa
mediatica tace, nessuna notizia nei telegiornali, ma solo le riviste
specializzate e Le Scienze
(dicembre 2009, pag. 49) alla quale dobbiamo riconoscere l’onestà
di riferirci questa notizia.
Notizia
che ha ovviamente scatenato il dibattito tra gli esperti che non si
rassegnano. Ma rimane il fatto che i media hanno dato solamente la
prima notizia con clamore e del resto niente.
Vedi
anche:
http://www.origini.info/articolo.asp?id=239
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