Vorrei sapere quali sono le prove scientifiche a favore del
creazionismo, se ce ne sono.
"DRAGO"
RISPOSTA
La sua domanda sembra semplice, ma una risposta esauriente non è semplice: procederemo
in due fasi.
Se per creazionismo intendiamo la convinzione che gli esseri viventi presenti sulla
Terra siano frutto di uno specifico atto creativo di Dio, non frutto di
un'evoluzione, la prova "scientifica" è nella sua stessa domanda: se la sua
domanda proviene da un'intelligenza e da una volontà, tanto più chi è stato in
grado di formularla non può venire dal caso. Un altro esempio: se scavando nel
terreno scopro una statuetta di bronzo, ho la prova inconfutabile che lì, nel
passato, c'è stata l'azione di un essere intelligente; perché allora dovremmo
considerare noi stessi, che siamo infinitamente più complessi di una statuetta,
come frutto del caso?
Spesso dietro motivazioni di tipo scientifico ci sono motivazioni di altro genere, ma se lei cerca una risposta scientifica al
problema, anziché dilungarci, le consigliamo uno dei seguenti tre libri, sui quali può trovare ulteriori informazioni nel sito:
1. Maurizio Blondet, "L'uccellosauro ed altri animali";
2. Fernando De Angelis, "L'origine della vita per evoluzione";
3. J.F. Ashton, "L'origine dell'universo".
Qui la risposta potrebbe terminare, ma può darsi che lei sia quel ragazzo del Liceo
Vittorini di Milano che, alla fine del dibattito, ci aveva annunciato una e-mail
simile (ed al quale abbiamo promesso una risposta non frettolosa). Aggiungiamo
allora qualcos'altro, ma pensando di dialogare all'aria libera, non nelle belle
e utili (ma limitate) pareti del laboratorio scientifico.
Bisognerebbe, per esempio, definire di quale creazionismo si vuole parlare. Definirei
creazionismo "minimalista" quello che vede nella natura semplicemente un
"Disegno Intelligente" e che è accettabile da persone con vedute
filosofico-religiose diverse. Il nostro sito, invece, presenta un creazionismo
"biblico" (che altri chiamano "massimalista"), nel senso che si rifà
all'interpretazione letterale della Bibbia e considera che la creazione sulla
Terra sia avvenuta in sei giorni, non più di 10.000 anni fa (vedere l'apposito
documento sul sito).
Bisognerebbe poi chiarire qual è il campo di indagine della scienza. Forse lei chiede alla
scienza ciò che la scienza non può dare. La Storia, per esempio, non è una vera
scienza, perché gli elementi oggettivi che raccoglie devono poi essere scelti e
messi insieme in un modo che è necessariamente soggettivo: basti vedere in
quanti modi si può raccontare la storia non solo lontana, ma anche quella di
oggi (sulla quale i giornali di domani faranno una cronaca a volte molto
diversa). Ed è evidente che l'evoluzionismo, più che scienza, è un modo di
raccontare la storia delle origini.
C'è infine la tendenza a cercare risposte "scientifiche" alle domande cosiddette "ultime",
quelle che in fondo più ci interessano (da dove vengo? chi sono? dove finirò?).
Vorremmo delle risposte "oggettive", invece bisogna prendere atto che a quelle
domande siamo chiamati a rispondere assumendocene personalmente la
responsabilità (anche questo è un elemento del dramma e della grandezza umana).
Gli altri possono dirci come loro hanno risposto e perché, possono darci
consigli e fornirci elementi utili per decidere, ma la responsabilità finale è
di ciascuno personalmente (anche chi decide di affidarsi ciecamente a qualcun
altro è responsabile per quella scelta).
La difficoltà a decidere non dipende solo dalla complessità degli elementi esterni a noi.
Infatti nemmeno Gesù ha potuto convincere tutti, nonostante la potenza dei suoi
miracoli, nonostante la sua saggezza, nonostante un amore che avvinceva anche i
peggiori della società. "La tua fede ti ha salvato", ha spesso detto Gesù
a quelli che guariva: anche ciò che è più bello e vero, se non trova dentro di
noi una eco rischia di non dirci niente.
Guardando all'orizzonte qualcuno conclude: «Dicono che c'è un Dio, ma dov'è Dio? Non si
può né vedere né toccare, com'è allora possibile crederci?». Qualcun altro
invece ha detto: «Ovunque lo sguardo giro, o immenso Dio ti vedo».
Il discorso potrebbe allargarsi all'infinito e allora, almeno per il momento, è bene
fermarsi qui.
Fernando De Angelis
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